Cosa visitare a Barcellona - ipdepace.gov.it

Ciò nonostante gli architetti che lo seguirono, ebbero chiara l'idea di ciò che Gaudì avrebbe voluto realizzare. Prima della guerra, la direzione dei ...

24 downloads 614 Views 1MB Size
Cosa visitare a Barcellona a cura del Prof. Marcello Pedone fonte: http://www.informagiovani-italia.com/cosa_vedere_barcellona.htm

Barcellona appare come una città dalle mille realtà, difficili da distinguere. Ordinata e caotica, tradizionale e all'avanguardia, mai banale e luogo piacevolmente sfuggente. Dal caratteristico quartiere medievale, attraverso l'elegante Eixample del XIX secolo e il rigenerato lungomare, la città premia il visitatore con strade piene di bellezze, curiosità ed attrazioni. Barcellona è una città che cambia in continuazione, per stare a passo con i tempi e presentarsi nel migliore dei modi davanti al XXI secolo. Tra le sue innumerevoli attrazioni da non perdere quelleevidenziate.

1)*Le Ramblas sono un unico grande viale, uno dei luoghi più emblematici della città di Barcellona, che la traversa nel suo cuore vitale, che collega Plaça de Catalunya a nord al porto antico della città (Port Vell) a sud, fino al monumento dedicato a Cristoforo Colombo. Questo lungo viale, in origine letto di un fiume stagionale, punto di riferimento indiscusso della vita cittadina, ha nei suoi diversi tratti nomi diversi, come per esempio Rambla de Canaletes, Rambla dels Estudis, ecc. In questo infinito dedalo di vita colorata di vario genere, la città riceve una forza vitale che attrae persone da tutto il mondo. È stridente il contrasto che sia quando dall'ambiente vivace e appassionato delle Ramblas, si passa all'atmosfera quieta silenziosa nel quartiere medievale di Barcellona, il Barrio Gotico. Las Ramblas, come si scrive in castigliano, sono lunghe circa 1,2 km, e possono essere divise in zona degradata e non degradata e anche se questo può dipendere dai gusti. Questa distinzione si può facilmente vedere al calar della sera quando la parte più a sud, quella verso il porto vecchio, diviene un quartiere a luci rosse. La grande differenza con altri importanti viali pedonali di altre capitali europee sta nel fatto che le Ramblas sono quasi completamente pedonalizzate. Essendo situato nel cuore della città questo grande viale e di facile accesso. Ci si può arrivare per esempio attraverso le fermate della metropolitana, quelle di Drassanes e Liceu sulla linea verde e quella di Catalunya sulla linea rossa. Il divertimento nelle Ramblas non manca mai, circondata com'è da edicole e bancarelle di fiori e uccelli, attori di strada, caffetterie, ristoranti e negozi. La passeggiata e affollata durante il giorno sino a tarda notte. Ci sono decine di ristoranti e negozi di ogni genere su cui avventarsi, tuttavia è difficile fare dei buoni affari, perché, si sa, che i luoghi strettamente turistici, non sono quelli più a buon mercato. Sulla qualità poi dei prodotti offerti, deciderete voi. Anche dal punto di vista gastronomico chi vive a Barcellona sicuramente vi sconsiglierebbe di cenare sulle Ramblas, consigliandovi posti alternativi. Tuttavia chi va a Barcellona per la prima volta ha tutto il diritto di provare l'ebbrezza di sedersi in questo grande viale con un bicchiere di Sangria e rilassarsi a vedere la gente che passa. Passeggiando per le Ramblas si possono vedere anche numerosi edifici interessanti, come il Palacio de la Virreina, il Mercato della Boqueria e il famoso Teatro Liceu. in una delle strade laterali, a pochi metri da viali si trova Plaza Real, una piazza con palme e edifici con portici che ospitano una

moltitudine di pub e ristoranti, e che nei fine settimana ospitano un'interessante mercato per collezionisti di francobolli e di monete. A Drassanes, dove si trova anche la fermata della metropolitana, si trovano gli antichi Cantieri Navali Reali Medievali (Drassanes vuol dire proprio questo), ospitati oggi nel Museo Marittimo, dove venivano costruite le navi che collegavano il regno d'Aragona dei suoi vasti possedimenti nel Mediterraneo, compreso il sud d'Italia è comprese la Sardegna e la Sicilia. Il Museo Marittimo è dedicato soprattutto alla storia navale all'interno del Mediterraneo, e mostra, tra le altre cose, una galea da combattimento riprodotta in scala. Infine ricordatevi, quando uscirete in questo estroso e vivace viale, di tenere in sicurezza i vostri oggetti di valore. Questo non per spaventarli, ma permettersi giustamente al corrente che in ogni luogo frequentato da decine di migliaia di persone tutti i giorni ci sono sempre pochi malintenzionati individui che cercano di approfittare di questo clima generale.

2)*La Sagrada Familia, il capolavoro incompiuto di Antoni Gaudì, è una delle attrazioni turistiche più popolari di Barcellona, probabilmente l'unica che da sola vale la visita alla città. Il suo nome in lingua spagnola è Templo Expiatorio de la Sagrada Familia. Caratteristica principale, oltre quella estetica, è quella d'essere ancora in costruzione: incredibile ma vero, ma i lavori pare che continueranno almeno fino al 2026... pensare che sono iniziati nel 1882! ma come le grandi chiese del passato anche questa segue la sua via, in un'architettura che ormai è diventata sinonimo con la stessa anima della città. Detto questo, la magnifica chiesa, nata per servire il credo cattolico, è già diventata forse il maggiore punto di riferimento di Barcellona ed è programmata per essere consacrata dal Papa nel novembre del 2010. L'idea per la costruzione di una nuova chiesa venne lanciata da un'organizzazione laica (a capo vi era Josep Maria Bocabella, un ricco editore) devota alla chiesa cattolica e il cui scopo era quello di porre fine alla de-cristianizzazione barcellonese, iniziata con la crescente industrializzazione e l'accumulo della ricchezza. L'organizzazione acquistò un appezzamento di terreno nel nuovo quartiere di Eixample nel 1877. L'architetto Francisco de Paula del Villar venne inizialmente chiamato alla sua progettazione, in stile neo gotica, lavorandoci fino al 1883. Un anno dopo, il modernista Antoni Gaudí assunse posizione come architetto, all'età di 31 anni. Da quel momento, Gaudí dedicò gran parte della sua vita alla costruzione della chiesa, ma invece di attenersi ai piani originari, cambiò drasticamente il design della struttura. Lo stile neo gotico fece strada a stile modernistadi Gaudì, che si basava su forme presenti nel mondo della natura. Quando morì, nel 1926 solo una facciata (la facciata della Natività), una torre, l'abside e la cripta erano finiti. Gaudí era costantemente in un seguendo di improvvisazioni e cambiamenti durante i lavori di costruzione; alla sua morte lasciò alcuni disegni e modelli, ma la maggior parte di questi andarono distrutti durante la Guerra civile nel 1936.

Ciò nonostante gli architetti che lo seguirono, ebbero chiara l'idea di ciò che Gaudì avrebbe voluto realizzare. Prima della guerra, la direzione dei lavoripassò alla direzione di Domenech Sugranyes. L'ultima versione del disegno del grande maestro richiedeva una struttura lunga 95 metri e larga 60metri, in grado di ospitare 13.000 persone e con un incredibile numero totale di 18 torri. Quattro torri su ciascuna delle tre facciate rappresentano i 12 apostoli e raggiungono un'altezza che va dai 90 ai 120 metri. Altre quattro torri rappresentano i 4 evangelisti. Tutte circondano la più grande torre, di 170 metri, dedicata a Gesù Cristo. La torre dedicata alla Vergine Maria, sarà costruita sopra l'abside. La costruzione iniziò a riprendere ritmo nel 1950 con il completamento di due facciate e otto torri. La navata principale è stata coperta nel 2000. La costruzione è oggi principalmente incentrata sulla navata e sulla facciata principale posta a sud. La facciata rivolta a est, conosciuta come la facciata della Natività, venne terminata dallo stesso Gaudí ed è decorata in stile Barocco con motivi di animali e piante. Nel 1987 vennero aggiunte le sculture raffiguranti il crocifisso di Gesù. Il progetto attualmente portato avanti è basato sulle versioni ricostruite dei piani smarriti di Gaudì e su adattamenti moderni. Dal 1940 gli architetti Francesc Quintana, Puig Boada Isidre, Lluís Bonet i Gari e Francesc Cardoner hanno portato avanti il lavoro. Carles Buigas è addetto al compito della sua illuminazione. L'attuale direttore dei lavori (figlio di Lluís Bonet) è Jordi BonetiArmengol. Non si possono non aggiungere i nomi di Mark Burry, J. Busquets, Etsuro Sotooe il controverso Josep Subirachs. Sono stati stimati circa 2,26 milioni di visitatori alla chiesa fino al 2004, cifra che è sicuramente duplicata negli anni successivi e a noi più vicini, rendendola una delle attrazioni più popolari in Spagna Anche se la Sagrada Familia è lungi dall'essere compiuta, la notevole chiesa merita assolutamente la visita. È possibile visitare la cripta stessa dove Gaudí è sepolto. Un museo racconta la storia di questo grande architetto e la storia della chiesa. È inoltre possibile visitare le torri. Un ascensore (costo di €2.5 circa) vi porterà alla sommità di una torre da cui si gode una magnifica vista su Barcellona. La salita non è consigliata a coloro che soffrono di vertigini o di claustrofobia! É possibile usare le scale solo per scendere. L'entrata si aggira a circa €12. Il commento audio è spesso necessario. Una delle cose più emozionanti è visitare la Sagrada Familia la sera, con tutte le sue luci accese, allora si che si comprende il perché la gente va in giro a raccontare che è costruita di sole ossa. Si consiglia, nelle ore di punta, di munirsi di snack, rinfreschi e magari anche un lettore di musica personale, o meglio, un bel libro! per passare il tempo in coda.

La Sagrada Família, nome completo in lingua catalana Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona, Catalogna (Spagna) è il capolavoro di Antoni Gaudí, architetto catalano, definito l'architetto di Dio. Nel 1866 nacque l'Associació Espiritual de Devots de Sant Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe), con l'intento di promuovere la fabbricazione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Tramite le donazioni che riceveva, l'associazione comprò il terreno su cui ora sorge la chiesa nel 1881 e in seguito si apprestò alla costruzione. L'incarico fu affidato ad Antoni Gaudí nel 1884. Egli lavorò al progetto e seguì i lavori di costruzione per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 della sua vita. La Sagrada Familia non è stata ancora finita: è completa per il 55%, ma si prevede che al suo completamento possa essere la più grande basilica del mondo. Lato della Facciata della passione, dove si trova il quadrato magico di Subirachs. Dal 1940 gli architetti Francesc Quintana, Puig Boada, e Lluis Gari hanno portato avanti i lavori. Le sculture di J. Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate. La costruzione della chiesa è tutt'oggi finanziata dalle donazioni all'associazione e i lavori procedono lentamente, anche a causa delle difficoltà del progetto. Numerosi edifici circostanti dovranno essere abbattuti per far posto alla scalinata principale.

3) Il Parc Guëll di Barcellona è uno dei parchi più affascinanti del mondo e per questo anche insignito dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. Incredibile nella sua estetica, più di un parco da fiaba, perché le fiabe qui sembrano veramente diventare realtà. Antoni Gaudíne è stato l'artefice, colui che più di ogni altro ha legato il proprio nome alla città. Un'opera d'arte che più di tutterappresenta forse lo spirito del grande artista, un perfetto riflesso della natura, dove (è stato detto) “l'artificiale sembra più naturale del naturale

Barcellona ospita questo grande complesso lungo le colline di el Carmel, nel quartiere che porta il nome di Gràcia. Nasce come un progetto di sviluppo urbano, quando Eusebi Güell, un industriale catalano acquistò un appezzamento di terreno collinare a nord della città. Voleva trasformare l'area in un villaggio-giardino residenziale basandosi sul movimento di architettura urbana inglese, prevedendo la costruzione di 60 unità abitative e di vari edifici pubblic i. Nel 1900 Guëll commissionò ad Antoni Gaudí lo sviluppo del progetto. Con il supporto di altri architetti tra cui Josep M. Jujol >e il suo discepolo Francesc Berenguer, Gaudí lavorò al villaggio giardino fino al 1914, quando fu chiaro che il progetto commerciale di Güel stava diventando un insuccesso: non si riuscì a vendere neanche una singola casa. In effetti vennero costruite solo due case, nessuna di esse comunque di mano gaudiana. Esistevano di già alcuni aree edificate non molto lontano, dimora di ricchi e benestanti, e vi era già inclusa una grande villa chiamata Larrard Houseo Muntaner de Dalt House, che divenne poi dimora dello stesso imprenditore; Gaudí dal canto suo si trasferì con la famiglia in una delle due case costruite e rimaste invendute. Nel 1918 la città di Barcellona ne acquisì la proprietà e nel 1922 il parco venne aperto al pubblico. Quando il progetto venne abbandonato Gaudí aveva comunque avuto modo di creare una buona dose di opere d'arte: lasciò il segno su 3 km tra sentieri, stradine e vicoli, e poi ancora scale e una piazza allestita alla sua inimitabile maniera. Oggi si ha modo di ammirare padiglioniche sembrano uscire da una fiaba di Hansel e Gretel, con i loro tetti ricoperti di tegole curve e guglie decorate. Le ceramicheriprendono i colori di mille arcobaleni, quando tra pezzi di vetro recuperati vengono utilizzate per tessere splendidi mosaici; diventano parte di sculture quasi viventi, un unisono di animali fantastici. La grande lucertola drago (o una più comune salamandra) in ceramica situata al centro della scala è il simbolo più noto del parco, nonché il souvenir >più famoso di Barcellona. La natura è qui di casa con colonne che prendono o la forma di un albero o quella di misteriose stalattiti. La parte superiore della scala conduce all'ingresso del Tempio Doricodetto anche Sala ipostila. Le colonne sono vuote e servono come tubi di scarico nel caso di temporali, ma sono ben 85 quelle presenti. Per mantenere un senso di spazio, Gaudí lasciò fuori alcune delle colonne. Sopra il tempio troviamo la grande piazza del centro, Gran Placa, circondata da mura ondulate e panchine costellate di mosaici. Splendido il panorama sul resto della città e sul mare, visibile dalla piazza. Originariamente essa fu concepita come un luogo di mercato per i residenti del futuro villaggio, infatti ancora oggi la troviamo delimitata da ciò che è noto come il più grande banco da mercato del mondo, lungo 150 metri. Questo è quello a cui doveva servire se il progetto avesse preso il volo, ma oggi è questa una lunga panchina a serpentina e in ceramica colorata progettata da Jujol.

La casa in cui visse l'artista fino al 1926, anno della sua morte, è diventata oggi un museo, ed è chiamata Casa Museu Gaudí. Venne progettata da Francesc Berenguere mette in mostra alcuni dei mobili di Gaudí (tra cui alcuni provenienti dalla Casa Batlló) e alcuni disegni. Gaudí amava incorporare molti motivi del nazionalismo catalanonelle sue opere, così come elementi di misticismo religioso e della poesia antica, tutti molto visibili anche nel parco. Tempo addietro il visitatore veniva inizialmente accolto da due gazzelle di grandezza meccanica (un importante simbolo eufemistico di 'la giovane amata' del filone ebraico della poesia amore medievale regionale), queste vennero tuttavia rimosse durante le turbolenze della guerra. Note: essendo il parco su una collina che domina Barcellona aspettatevi una passeggiata relativamente ripida verso l'alto (distretto Gràcia, stazione della metropolitanaLesseps, quindi seguire ogni 300 metri le frecce), sarete ricompensati con una vista panoramica fantastica di tutta la città (con in lontananza l'altra grande opera dell'artista, la Sagrada Familia). Da altre vie meno conosciute, il parco può essere raggiunto anche dalla metropolitana Vallcarca. Esso consiste in effetti di due parti distinte, una relativamente poco sviluppata (e poco affollata) zona naturale vicino alla cima della collina e il più famoso parco delle sculture (sempre molto affollato per la maggior parte del tempo). Ingresso libero. L'inferriata del portone principale del Palau Guell, groviglio di rettili in ferro battuto, potrebbe essere considerata l'atto di nascita dell'Art Nouveau, secondo l'architetto e saggista italiano Paolo Portoghesi, il padre del neomodernismo italiano.

4) Il Palazzo Guell (Palau Guell in catalano) è stato disegnato dall'architetto Antoni Gaudì: fa parte, come tutte le sue opere, del movimento del modernismo catalano ed è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Si trova in calle Nou de la Rambla, vicino al porto e al lungomare. E' stato costruito tra il 1885 e il 1890 su incarico di Eusebi Guell, un industriale che ammirava molto l'artista e finanziò diverse sue opere, tra cui anche il celebre Parc Guell. Fu il primo incarico importante per Gaudì, che si avvalse dell'aiuto del suo collaboratore Berenguer. Questa opera appartiene al periodo orientalista dell'architetto catalano (più o meno tra il 1883 e il 1888), in cui realizza una serie di opere traendo ispirazione dall'arte del vicino e del lontano oriente (India, Persia, Giappone), così come dall'arte islamica spagnola e fa largo utilizzo di piastrelle di ceramica, archi di catenaria e altri elementi. Sul tetto ci sono 20 camini, che Gaudì considerava elementi decorativi più che funzionali: da qua inizia a lavorare su un modo di disegnare i caminetti che si porterà dietro anche nelle sue opere successive, per arrivare all'apice con creazioni spettacolari nella Casa Milà. Il palazzo ha una pianta rettangolare di 18x22 metri, ed un edificio attiguo a sud-ovest di 6x20. I muri delle facciate sono di pietra naturale, così come i pilastri. L'edificio si divide in diversi piani con funzioni differenti e un ingresso enorme: nel seminterrato c'erano le stalle, al piano terra l'ingresso, la portineria e varie aree di servizio, il soppalco era per l'area amministrativa, il piano principale per quella sociale, il secondo piano per quella privata (camere da letto, bagni), il terzo quella di servizio, con cucina e lavanderia e infine il tetto. Gaudì ha disegnato sia gli interni che gli esterni con ricche decorazioni in stile mudejar (stile spagnolo che univa elementi cristiani ed arabi), tra cui soffitti a cassettoni in legno e ferro. Inoltre,

ha curato personalmente nel dettaglio aspetti come l'illuminazione, la ventilazione e l'isolamento acustico dall'esterno. Per quanto riguarda la facciata, dato che la strada davanti al palazzo non è molto larga, risulta difficile farla entrare tutta nel proprio campo visivo, poiché è di proporzioni monumentali. E' divisa in tre livelli: il primo corrisponde al seminterrato e al piano terra, è fatto di pietra tagliata e levigata e comprende le porte di accesso, che hanno la forma di archi parabolici, mentre sulla destra si trova l'entrata di servizio e una serie di finestre protette da una rete di ferro. Le due porte presentano nella parte superiore delle griglie in ferro battuto che rappresentano due serpenti che con la coda formano la lettera G di Guell. In mezzo alle due porte si trova invece un reticolo in ferro ornato con lo scudo della Catalogna e un casco con un drago alato. Al secondo livello c'è il piano principale, sostenuto da 21 staffe e fatto di pietra levigata. Il terzo livello, infine, corrisponde al secondo e terzo piano del palazzo, ed è coperto di pietra lavorata: al secondo piano si trovano 5 finestre affiancate da due balconi, mentre al terzo una fila di piccole finestre ed è coronato da una balaustra con merlature. L'entrata ha dimensioni gigantesche, dato che era pensata in modo che i visitatori potessero accedervi direttamente a cavallo o in carrozza. Poi i cavalli venivano portati nelle stalle nel seminterrato (soluzione del tutto innovativa per l'epoca), a cui si accedeva attraverso un'ingegnosa rampa elicoidale. La facciata posteriore si affaccia sul patio ed è divisa in due ordini: quello inferiore corrisponde al piano principale, dove si trova un cortile a cui si accede attraverso la sala da pranzo; presenta una tribuna con persiane di legno e rivestita di piastrelle azzurre e nere, con due finestre in metallo sui lati e ai fianchi due piccole porte di accesso alla terrazza, oltre ad una passatella che comunica con il l'edificio annesso. Il livello superiore è separato da questo da una fascia di pietra che sporge dal muro. Sopra la facciata troviamo una sporgenza in pietra con una ringhiera in ferro. L'interno dell'edificio è stato concepito per armonizzare la vita pubblica e quella privata, l'area destinata alla famiglia e quella ai servizi. Per questo, l'ingresso al piano terra si collega direttamente con le varie parti dell'edificio: al centro troviamo la scala principale, in fondo lo spazio per le carrozze e l'accesso al seminterrato, a est la portineria e ad ovest la scala di servizio. Seguendo la scala principale si arriva al primo mezzanino, dove a destra si trova l'ufficio del signor Guell, la biblioteca e le stanze per l'amministrazione e l'archivio, mentre a sinistra si trova un atrio e una sala per il riposo. Da questo atrio parte la scala d'onore che dà accesso a piano principale, organizzato intorno a un grande salone centrale di 80 metri quadrati e alto come tre piani (quasi 18 metri). Questo salone è il nucleo centrale dell'edificio ed è circondato dalle stanze principali: ha una copertura fatta con una doppia cupola con profilo a parabola all'interno e conica all'esterno, soluzione tipica dell'arte bizantina. Questa cupola poggia su archi parabolici identici ed è perforata con piccole finestre circolari che lasciano entrare la luce naturale, ed ha un rivestimento di lastre di alabastro rosso a forma esagonale. Questo salone è riccamente decorato, con mobilio ed opere d'arte di grande valore, tra cui varie pitture ad olio del pittore catalano Aleix Clapés: Santa Isabella regina di Ungheria che dona la sua corona ad una persona povera, Famiglia contadina pregando ai piedi di una croce termale, e Bambine che giocano. Tra il mobilio, spicca un divano di alabastro e broccato disegnato da Gaudì stesso. Da non perdere a lato del salone la cappella decorata con dipinti dei dodici apostoli, sempre opera di Clapés. Dal lato est del salone parte una scalinata che porta al soppalco del piano principale, dove normalmente stavano i musicisti durante le feste organizzate da Guell. Da qui un'altra scala dà accesso al secondo piano, in cui tra le varie stanze spicca quella centrale, decorata da un ciclo di pitture (opera del pittore Alexandre de Riquer) dedicate a Santa Isabella di Ungheria, in omaggio alla moglie di Guell, Isabel Lopez Bru. Tra il mobilio di questo piano è da notare una chaise lingue in stile Secondo Impero Francese, che si trova nella camera principale ed era normalmente usata dalla moglie di Guell: anche questa è stata disegnata da Gaudì. Infine al terzo piano le stanze di servizio e la scala per arrivare al tetto. Il tetto è enorme: 481metri quadri, su quattro livelli. Il più grande è in corrispondenza del nucleo centrale dell'edificio ed ospita 14 camini, quattro lunette a forma di conchiglie, i lucernari e la

lanterna in corrispondenza della cupola centrale. Il secondo livello del tetto è in corrispondenza dell'edificio annesso ed ha 6 camini, il terzo è sopra la scala di servizio ed il quarto sopra la cassa dell'organo, che fu perso durante la guerra civile e poi ricostruito in tempi recenti. I camini hanno una funzione decorativa importante che tornerà in molte altre opere di Gaudì: 14 sono costruiti con mattoni mentre 6 sono con pietra a vista. Ricoperti di ceramica, vetro, marmo e porcellana, presentano disegni vari, tutti con colori molto vivi. Quasi tutti hanno forma troncoconica o tronco-piramidale, con capitelli di forma conica o sferica. Spicca inoltre l'alta guglia a forma di lanterna che funge da copertura esterna della cupola del salone principale, coperta anch'essa di ceramica e sormontata da un parafulmine di ferro con raffigurazioni della rosa dei venti, una mazza e una croce greca. E' a forma conica ed alta 16 metri, con 8 finestre che illuminano l'interno del salone, mentre sopra ancora dodici aperture a forma di rombo permettono la ventilazione degli interni.

5) Barrio Gotico, il quartiere gotico, rappresenta non solo la storia della città, ma anche l'anima, il cuore, il centro politico culturale della capitale catalana. Nel suo affascinante dedalo di strade sorgono infatti i principali edifici pubblici, come il Municipio e il Palazzo Reale, il Palau de Odispo (palazzo del vescovo) e il Palau de la Generalitat, ma anche edifici religiosi come la Cattedrale. Queste strade sono state di ispirazione nei secoli per tanti artisti; Joan Mirò nacque qui, e qui si formarono artisti del calibro di Pablo Picasso(che nacque a Malaga) e Salvador Dalì(che nacque nella vicina Reus).

Il Barrio Gotico, come si evince da nome, era il centro nevralgico della Barcellona medievale, e al suo interno è ancora possibile intravedere, vicino agli edifici gotici anche quello che resta, poco, della città originaria di epoca romana: per fare un esempio, l'attuale Carrer de Bisbe coincide esattamente con la vecchia strada romana che tagliava in due la città da est a ovest, mentre la vecchia strada romana da nord a sud coincide oggigiorno con la Carrer de la Llibreteria e la Carrel de Call. Barcellona fino alla fine del diciannovesimo secolo era racchiusa nell'area che oggi viene chiamata Ciutat Vella, città vecchia, delimitata proprio da quartiere gotico, da la Ribera, le Ramblas e El Raval. Nella Plaça Saint-Jaume si trova il bellissimo esempio gotico del Palau de la Generalitat, che è anche l'attuale sede del Parlamento della Catalogna. Probabilmente l'angolo più suggestivo del Barrio Gotico coincide con la Plaça del Rei, che si trova accanto alla cattedrale, sul cui sagrato si improvvisano spesso artisti di strada che si esibiscono in affascinanti danze popolari spagnole, e che è dominata anche dall'imponente e suggestiva Torre Mirador de Mar. Infine La strada più nobile del centro storico si trova in Carrer de Montcada, ricordata anche nel celebre romanzo dello scrittore di Barcellona Carlos Ruiz Zafón, L'Ombra del Vento, dove si trova anche il Museo Picasso. Il Barrio Gotico offre al visitatore un'affascinante suggestivo labirinto di strade strette e piazzette, saggiamente precluse al traffico e ricche di negozi è localini.

6) il Palau de la Generalitat della Catalogna è un antico palazzo di Barcellona, sede amministrativa del presidente e del governo regionale. Ospita anche importanti eventi politici servendo da luogo ufficiale e quindi incontri e visite istituzionali, ricevimenti cerimoniali e così via. L'originedell'edificio è medievale (1289) e come pochi in Europa il governo catalano ha avuto modo di usare la stessa sede sin da quei tempi, più o meno ininterrottamente: si sono succeduti ben oltre 120 presidenti regionali dal 1359, il primo (che fu un presidente parlamentare) fu Berenguer de Cruilles. Il Palazzo venne comprato dal governo regionale nel 1400, in precedenza veniva infatti usato dalle cosiddette 'corti', delle assemblee generali che rappresentavano la Catalogna nel suo complesso, la 'generalità' appunto. Le assemblee, chiamate anche 'diputacio', erano ai quei tempi formate da nobili, ecclesiastici e militari, ma anche rappresentativi delle corporazioni cittadine. La Generalitat è stata oggetto nel tempo di fluttuazioni tra periodi di soppressione e di restauro. Le soppressioni significative di Felipe Ve successivamente del generale Francoe della sua dittatura militare, portarono alla completa abolizione del governo catalano; il presidente di allora Lluís Companysvenne condannato a morte, e la Generalitat fu costretta ad eleggere i suoi presidenti in esilio. Nel 1977, due anni dopo la morte di Franco, la rinata democrazia spagnola vide avanti tutti l'allora presidente della Generalitat (eletto in esilio nel 1954), Josep Tarradellas, ritornare pronunciando le storiche parole proprio dal balcone del palazzo: "catalani, io sono qui!". La piazza che ospita il palazzo è Plaza de San Jaime, situata nel contesto dell'antico quartiere di Ciutat Vella. L'edificio si trova entro i limiti delle strade Calle de San Severoe Calle de San Honorato, con la facciata principale che dà sulla piazza quasi a sfidare con la sua imponenza le case che lo circondano. Quando l'edificio venne acquistato nel 1400 dall'allora presidente Alfonso de Tous, la struttura era situato per lo più in San Honorato, una zona a concentrazione ebrea. La prima estensione architettonica è del 1416, di fronte alla strada, commissionata dal vescovo Marc Safont, lo stesso della cappella di Santo George, costruita nel 1434. Pere Blai, fu l'architetto catalano che nel 1596 ristrutturò la facciata principale in stile rinascimentale, quella che oggi è visibile da Plaza San Jaime (tra gli altri suoi lavori si citano anche la cattedrale di Tarragona); fu la prima facciata in questo stile architettonico in Catalogna. Quando nel 1716 con il decreto di Nueva Planta, su stabilì il quartiere generale della Corte reale, le autorizzazioni non andarono a considerare la ricca architettura del palazzo. Solo più tardi nel XIX secolo, si incaricò l'architetto Miquel Garriga i Rocadi alcuni lavori di riparazione, soprattutto nella facciata della di San Honotato e nella galleria gotica. Oggi, il palazzo ci appare in tutta la sua bellezza, un misto di puro stile gotico, gotico fiammeggiante, rinascimentale e barocca. All'internodell'edificio vi è un superbo chiostro gotico, con una scala disegnata da Marc Safont, che ha anche creato la facciata sulla Calle del Bisbe (l'ex ingresso principale) e la cappella al primo piano, costruita in stile gotico fiammeggiante. Il patio Pati dels Tarongers, luogo scelto per molti eventi ufficiali del governo catalano, è stato costruito tra il 1532 e il 1547. Ci appare in tutta la sua delicatezza di architettura rinascimentale combinata con il verde delle piante e degli alberi. Importanti anche la sala principale, Sala Tarradellas, Sala Antoni Tapies, Sala Antoni Clave, Sala de Conferencias, il Saló de Sant Jordi, che risale allo stesso periodo e il Saló

de Torres Garcia, dedicata all'artista uruguaiano con in esposizione i suoi dipinti. Nei primi anni del '900 Antoni Gaudí e il suo collaboratore Josep Maria Jujol presero un ordinario blocco di appartamenti appartenente al magnate delle industrie tessili Josep Batlló. Il risultato è stato quello di creare uno dei più grandi capolavori nella storia dell'architettura. Con le sue curve sensuali in ferro battuto e scintillanti “trencadis"(collage di tegole rotte e ceramica) della facciata, sembrerebbe che la Casa Batlló rappresenti la leggenda di San Giorgio (patrono della Catalogna) e del suo drago. I balconi sono protetti da imponenti formazioni cranio-simili, sostenute da colonne altrettanto simili a delle vertebre (che si pensa rappresentino le vittime del drago). La visita agli interni è a pagamento, a non meno di 17 euro, ed è un 'must' per gli appassionati d'arte e design. Si ammirino i più piccoli dettagli pensati e creati dal maestro (dalle maniglie delle porte all'ingegnosa ventilazione e alla illuminazione naturale che si riflette dal cortile interno). La stravagante spettacolarità degli interni rimane a nostro avviso una delle massime espressioni architettoniche di Barcellona, in particolare per le scale sinuose e la vetrata della galleria.

7)Casa Batlló, Barcellona ha legato il proprio nome alla stravaganza di Antoni Gaudì, alle sue forme architettoniche colorate e audaci, genuine e naturali. La Casa Batlló, un edificio ristrutturato XIX secolo, è uno dei suoi capolavori più apprezzati, situata nel Passeig de Gràcia, nel quartiere di Eixample. I locali affettuosamente la chiamano Casa dels ossos(casa delle ossa), e in effetti la visione di questa strana figura edile possiede una viscerale qualità, affine ad uno scheletro organico. Visitarne gli interni è come entrare dentro l'anima stessa dell'artista, un esperienza che ha dell'incredibile anche per chi è lontano dal mondo dell'architettura. Tra il 1898 e il 1906 tre case adiacenti, sul viale più alla moda di Barcellona vennero ristrutturate da alcuni dei più importanti architetti modernisti di allora: Casa Amatller (progettata da Puig i Cadafalch), Casa Lleo Morera (progettato da Domènech i Montaner) e Casa Batlló di Gaudí. >Quest'ultima, originariamente venne progettata per una famiglia della zona benestante di Barcellona, i Batllo.Tutte e tre le case furono progettate in una diversa interpretazione dello stile modernista catalano, in quella che sembrava una gara tra architetti. Una competizione che ha portato a chiamare i lavori 'Mançana de la Discordia', e cioè mela della discordia, facendo riferimento alla mitologia greca. La parola> mançanasignifica anche 'palazzo, struttura edile', quindi l'espressione 'Mançana de la Discordia' può anche essere tradotta come 'palazzo della discordia'. Delle tre, la >Casa Batlló rimane comunque la più espressiva. >Gaudì andò a ristrutturare un edificio costruito 1875 e il 1877, acquistato nel> 1900 dal ricco industriale Josep Battló i Casanovas, che commissionò all'artista la completa ricostruzione, costui tuttavia convinse il suo patron a rimodellare l'edificio esistente. Tra il 1904 e il 1906 venne ridisegnata la facciata e il tetto, aggiunto altri piani e completamente ristrutturato l'interno. La facciataal primo impatto visivo è di incredibile senso estetico, il materiale usato è l'arenaria, ricoperta dagli immancabili trencadiscolorati (un tipo di mosaico catalano). Tipico di Gaudí, sono state evitate le linee rette, quando possibile. Gotico >e Art Nouveau >(Stile Liberty) sembrano qui trovare reciproca influenza di stile. I balconiai piani inferiori sono simili a dei pilastri fatti di ossa, mentre quelli dei piani superiori sembrano pezzi di teschi. Non stupisce il sopranome locale dell'edificio, mentre le finestre allargate in una sorta di decorazione al primo piano, hanno portato ad un altro soprannome, 'Casa di sbadigli'.

>Il tetto è decorato con ceramiche policrome di colori brillanti, coronato da una torre con il tipico aspetto di Gaudí. Secondo gli esperti, che hanno dato una chiave di lettura al simbolismo gaudiano, la scala colorata ricorda una pelle di rettile, andando a rappresentare la figura grottesca del drago, mentre la piccola torretta a croce simboleggia la spada di San Giorgio. Le ossa e teschi della facciata rappresentano tutte le vittime del drago. >All'interno dell'edificio, gli spazi sono stati completamente riorganizzati in modo da ottenere una luce più naturale (il cortile è coperto di ceramica blu, illuminata progressivamente per garantire la stessa luce o simile sulla parte superiore e sulla terra), anche la ventilazione è stata studiata nei minimi particolari. Vengono mostrati> vari elementi decorativicome mobili, vetri, elementi in ferro forgiato, caminetti, ecc, tutti dettagliatamente rifiniti secondo il gusto modernista del maestro, che amava soffermarsi con la passione che solo un'artista può comprendere nella cura dei dettagli più minuti: porte, maniglie, campanelli... >Alla creazione dell'edificio parteciparono anche altri nomi prestigiosi che hanno lavorato sotto le istruzioni di Gaudí, in particolare: gli architetti Josep Maria Jujol e Joan Rubió i Bellversulla facciata, i fratelli Badiaper le lavorazioni del ferro, il falegname Casas i Bardes, Sebastià Ribo per la ceramica e Tallers Pelegrí per i vetri decorati. Nel 2005 la Casa Batllo venne insignita dall'UNESCO come patrimonio dell'Umanità e nel 2007 come una delle sette meraviglie di Barcellona, ma sono tanti i premi ricevuti nel tempo sin dal 1906. La ristrutturazione effettuata da >Gaudí ha prodotto una delle composizioni più poetiche e artistiche dell'artista. La visita all'edificio include un itinerario completo all'edificio e comprende in particolare il piano Noble(dove viveva la famiglia Batllo) che da accesso al cortile in stile modernista di 230 m², l'attico, il tetto, l'intera sala, le scale... preparatevi ad immergervi in un mondo di colore, mistero e arte decorativa espressa alla massima potenza.

7)Montjui cè una delle due colline situate fuori dal centro di Barcellona (l'altra è Tibidado). Un luogo intriso di importanti avvenimenti storici, a volte anche oscuri ma comunque capaci di influenzare il corso del destino della Catalogna. Oggi alcune delle tracce lasciate dal passato sono diventate motivo di attrazione turistica, mentre altre segnano la passione per l'arte dei catalani. Montjuic, il cui nome pare sia legato agli ebrei che probabilmente secoli addietro qui vivevano, è un colle largo e poco profondo con una parte superiore relativamente pianeggiante e che si affaccia sul golfo a sud-ovest del centro della città. Il lato orientale della collina è quasi a picco, con una vista sul porto immediatamente al di sotto. La cima ha una altezza di 173 metri ed è stata sede di varie fortificazioni, l'ultima delle quali, il Castell

de Montjuïc, rimane ancora oggi.

Diverse migliaia di anni fa, i Celti iberici si insediarono nel Montjuïc; vennero seguiti dai Romaniche utilizzarono la collina come luogo cerimoniale. In diverse occasioni durante la guerra civile spagnola, sia nazionalisti che repubblicani furono qui giustiziati, ognuno nel momento in cui la collina era sotto mano dell'avversario. Oggi l'area è dotata di un gran numero di attrazioni, la maggior parte provenienti da due importanti avvenimenti che hanno avuto luogo in passato: il Salone internazionale del 1929 e le Olimpiadi estive del 1992. Montjuic è oggi anche conosciuta per essere "la montagna dei musei" e per custodire anche parecchi splendidi giardini.

Una delle attrazioni turistiche presenti nel colle è il Palau Nacional

(Palazzo Nazionale), che fu anche padiglione centrale della Fiera Internazionale. Il maestoso edificio in stile neo-Barocco ospita il Museu Nacional d'Art de Catalunya (MNAC). Il grande palazzo è stato fiore all'occhiello del grande evento del '29, originariamente progettato dall'architetto catalano Josep Puig i Cadalfach, prima che il dittatore Primo de Riveraintervenne ritirando il progetto modernista. Il nuovo design fu creato dagli architetti Enric Català e Pedro Cendoya in uno stile più nazionalista. Il risultato fu un pomposo edificio neo-Barocco con una cupola centrale circondata da una serie di torri. Il museo è il più grande della regione della Catalogna e anche il più importante centro d'arte romanica del mondo. La collezione comprende anche opere d'arte del periodo gotico, rinascimentale e Barocco, ma anche del Novecento e del XX secolo. Alcune delle più importanti opere d'arte ivi presenti sono rappresentate da una serie di affreschi dei secoli XII e XIII, per lo più provenienti da antiche chiese nei Pirenei; interessante anche l'antico baldacchino (intorno al 1100) e le opere di artisti come il Goya, El Greco e Rubens o quelle dell'arte che più distingue Barcellona, il modernismo catalano (Stile Liberty o Art Nouveau). Al centro di una piazza di fronte al Palau Nacional, troviamo la Fontana Magica (Font Màgica)un'impressionante fontana costruita per l'Esposizione Universale del 1929. Il progetto, disegnato dall'ingegnere Carles Sans Buigas, consisteva in una serie di cascate e fontane tra il Palau Nacional e la Plaça de Espanya, ai piedi della collina. Da allora questa splendida struttura allieta la vista di chiunque la visiti, soprattutto nelle serate estive, quando per 15 minuti, ogni mezzora, spettacolari luci, acqua e musica si attivano in un gioco quasi pirotecnico. Allo stesso tempo, sullo sfondo, il National Palau è anch'esso illuminato. Il momento migliore per vedere la fontana è al tramonto. Accanto alla fontana è il Pavelló Mies van der Rohe, l'aerea dell'esposizione dedicata alla Germania e progettata dal tedesco Ludwig Mies van der Rohe. Un architetto di estrema importanza nella comunità artistica internazionale, tanto che essendo il padiglione andato distrutto negli anni trenta, si decise negli anni ottanta di riprenderne la costruzione. L'edificio in vetro e marmo (marmo verde, alpino e onice d'oro) è infatti tipico dell'architettura di Mies van der Rohe, minimalista e modernista. Solo la statua nella piscina infrange le rigorose linee geometriche della struttura: una donna, replica in bronzo di un pezzo creato da Georg Kolbe, e nota con il nome di Alba. Ricordiamo che Mies van der Rohe ebbe modo di progettare anche una serie di sgabelli e sedie appositamente per il padiglione; la famosa 'sedia di Barcellona' divenne un' icona del design XX secolo, tutt'ora in produzione.

8) Il villaggio spagnolo, meglio conosciuto in lingua locale (Poble Espanyol) lo troviamo situato nella Avingua del Marques de Comillas: un incredibile insieme di case ed edifici (bel 116!) costruite in diversi stili architettonici, neanche a dirlo tutti spagnoli. Il legame tra i catalani e l'architettura è qui ancora una volta enfatizzato alla massima espressione. Un villaggio rimasto intatto grazie alla sua popolarità e alla capacità di attirare ondate di turisti sin dal 1929. Pensate che sono presenti una grande piazza, la Plaza Mayor, piazze più piccole collegate da stradine pittoresche, alcune con scale e cornicioni, un municipio, una chiesa, un monastero, negozi ed edifici residenziali. La maggior parte degli edifici sono l'esatta riproduzione di alcuni esistenti, mentre altri rappresentano uno specifico stile architettonico. Oggi, in particolare, il villaggio si concentra sull'esposizione delle arti tradizionali catalane, tra artigiani del vetro, delle pitture decorative, della ceramica e dei ricami; numerosi i laboratori presenti. Il villaggio dispone inoltre di un certo numero di bar, ristoranti, negozi per lo shoppinge locali notturni. Tra le attrazioni ancora presenti in questo incredibile colle, troviamo non ultimi il Castello di Montjuïc, il più antico edificio sopravvissuto. Un castello costruito dai Borboni sui resti di una fortezza del 1640. Originariamente costruito per la difesa di Barcellona (ma spesso usato invece contro la città), la fortezza ospita oggi il Museu Militar (museo militare). I Giardini di Montjuïc si suddividono in un giardino botanicocon più di 2000 diverse piante e nel Jardins de Mossen, che espone una grande varietà di cactus; vi troviamo anche il punto panoramico di Mirador, nello stesso posto d'arrivo della funivia, un luogo meraviglioso in primavera, al fiorire delle rose e al delicato movimento dell'acqua delle fontane. I musei presenti sono inoltre numerosi, oltre quelli accennati troviamo anche il Caixa Fòrum(in stile modernista) in Plaça Espanya, con la sua grande collezione d'arte moderna, la FondazioneJoan Miró dedicata ad uno dei più grandi artisti del secolo scorso ed una delle più importanti gallerie d'arte del mondo, il Museo del calcio Barcellona club (neanche a dirlo uno dei musei più visitati della città), il Museo Etnografico e il Museo archeologico della Catalogna. L'Anella Olímpicaè lo stadio olimpico del 1992, creato appositamente per le ultime Olimpiadi estive ed edificato sulla struttura che un tempo era della fiera del '29. Il simbolo dell'evento è la bianca Torre Olimpica, una grande struttura a spirale progettata dal famoso architetto Santiago Calatrava. La funicolare di Montjuïc è il modo d'accesso più ecologico, economico e confortevole alla collina. Dal centro urbano, e solo in due minuti, si arriva a luoghi importanti come Palau Sant Jordi, lo stadio Olimpico, l'Università dello Sport e la Fondazione Miró. La funicolare è integrata alla rete della metropolitana e la connessione tra i due mezzi di trasporto è alla fermata dellametro Parallel (linee 2 e 3) con la possibilità di usare lo stesso biglietto.

9) Collina di Tibidabo Sul lato nord occidentale di Barcellona troviamo la collina di Tibidabo, alta circa 512 metri. Insieme a quella di Montjuïc (più piccola) va a formare il tratto caratteristico collinare della città, separando la capitale catalana dal piano montuoso di El Vallés. Situato più a nord del distretto di Gracia, Tibidabo offre una spettacolare vista panoramica

sul golfo e sulla città, attrazione sfruttata al meglio dall'amministrazione locale che anni addietro diede autorizzazione alla costruzione un parco divertimenti, El Parque de atracciones del Tibidabo. La collina incominciò infatti ad essere urbanizzata nel tardo diciannovesimo secolo, su iniziativa del farmacista Dr. Salvador Andreu (lo stesso delle famose pastiglie). Nei primi anni del Novecento incominciò a svilupparsi la Avenida del Tibidabo, un quartiere della classe alta di Barcellona, punteggiato da edifici in stile Liberty. Già nel 1901 il celebre Tram Blu passava lungo la Avenida. Ma la storia di questa collina pare abbia radici ben più lontane. Secondo la tradizione popolare, il suo nome è legato allo stesso Vangelo (Matteo 4:9 e Luca 4:6) e in particolare ai quei versi che descrivono la tentazione del Cristo davanti al meraviglioso panorama offertogli da Satana: la parola Tibidabo in latino significa infatti 'ti darò' "…et dixit illi haec tibi omnia dabo si cadens adoraveris me" Tra sacro e profano, come di consueto a Barcellona, è bene sapere che l'unica attrazione religiosa della collina è solo una, la bella chiesa di credo cattolico conosciuta con il nome di Templo Expiatorio del Sagrado Corazón. La si riconosce anche dalla città, in tutta la sua maestosità, e merita di sicuro una visita perché è piena di dettagli, simbolismo e storia. Venne costruita secondo il progetto dell'architetto modernista Enric Sagnier i Villavecchia, terminata poi dal figlio Sagnier i Josep Maria Vidal. La sua costruzione iniziò nel dicembre 1902 e terminò nel 1961. Venne inizialmente> costruita come una piccola cappella, sopra un tempio del 1886 per commemorare la visita di San Giovanni Boscoa Barcellona e per questo appartiene oggi ai Salesiani. L'interno della chiesa è diviso in tre navate con absidi semicircolari e rosoni in vetro colorato sulle facciate. Proprio sulle finestre delle quattro torri troviamo la leggendaria frase latina “dabo tibi" ("darò"). La chiesa è circondata dal luna park, antico (venne costruito nel 1889) e dall'aspetto un po' stravagante. É il più antico parco di divertimenti della Spagna e il secondo più antico d'Europa, occupa una superficie di 7 ettari. Si suddivide in sei zone chiamate Nivel, ognuna con proprie caratteristiche attrazioni, le più visibili di sicuro sono la ruota panoramica >e le montagne russe. Da non perdere il museo delle marionette antichee congegni meccanici del Museu d'automi(ci sono anche spettacoli di burattini a Marionetàrium). Durante il fine settimana si ha modo di assistere a diversi eventi, come parate da circo e in estate, ai correfocs(fuoco corre) e teatro di strada. Altre attrazioni ospitate nella collina di Tibidabo sono la Torre de Collserola, la moderna antenna delle comunicazioni progettata dal Norman Fosterper le Olimpiadi di Barcellona del 1992 >(è possibile arrivare fino alla sua cima per un'altra vista mozzafiato sulla città). Da non perdere è tuttavia la funicolare di Tibidabo (tramvia Balu), che forse vale veramente il viaggio fino alla cima. Il piccolo tram è uno dei modi di trasporto più amati di Barcellona, ha un aspetto pittoresco e il panorama lungo il percorso rende l'esperienza di viaggio incredibilmente piacevole. La divertente corsa termina a la bella Plaça Dr Andreu. Il modo più semplice per arrivare alla fermata di partenza del tram è iniziando dalla metropolitana L7, per poi arrivare in circa 10 minuti presso Plaza de Catalunya, nel centro della città. Si scende poi in Plaza de John Kennedy, proprio accanto alla fermata del bus, che è a due metri da Avenida Tibidabo, direttamente di fronte a voi. Una volta qui, non mancate di ammirare il bel palazzo sulla strada, Palau La Rotonda. La fermata dell'autobus è proprio di fronte a questo edificio. I viaggi sono regolari (ogni 15-30 minuti) e il biglietto si acquista sul tram.

10) Il Parc de la Ciutadella è il parco più centrale di Barcellona e uno dei più significativi. Comprende anche uno zoo, un lago, una grande fontana e diversi musei, ed ospita la

sede del Parlamento della Catalogna. Posizionato tra i due noti quartieri di La Ribera(ad est) e la marina di Barceloneta(a nord), si presenta come un luogo di perfetta armonia estetica e architettonica, preferito da coloro che desiderano sfuggire al caos di una città frenetica. L'intera area è conosciuta con il nome di Citadel, originatesi dopo la Guerra di Successione spagnola. Nel 1714, dopo il lungo assedio Barcellona cadde nelle mani di Felipe V, che al fine di mantenere un fermo controllo sulla città decise di costruire la più grande fortezza d'Europa, una cittadella a forma di stella. Una gran parte del quartiere di La Ribera venne demolita, costringendo gli abitanti a migrare verso l'area oggi conosciuta come Barceloneta. La fortezza era caratterizzata da cinque spigoli difensivi ed era circondata da un ampio margine, in uso all'esercito per i cannoni. Centinaia di Catalani furono costretti a lavorare alla sua edificazione per anni, mentre il resto della città forniva il sostegno finanziario alla sua costruzione, pagando una nuova tassa che portava il nome di El Cadestre; lo stesso finanziamento serviva anche a coprire complessivamente la campagna militare dello stesso sovrano. Il simbolo del tanto odiato governo centrale venne completamente demolito tra il 1869 e il 1878, dopo che diversi decenni prima il generale catalano Baldomero Espartero (principe di Vergara) consegnò la cittadella alla città (rase al suolo la maggior parte degli edifici bombardandoli dalla dalla vicina collina di Montjuic). Sopravvissero solo tre edifici: la cappella, il palazzo del Governatore e l'arsenale, oggi sede del Parlamento catalano. Già nel 1872 iniziarono i lavori per convertire l'area in un parco, ma progredirono lentamente. Nel 1885 il terreno fu designato a sede della Esposizione Universale 1888, evento che diede impulso allo sviluppo del parco. Nel ricercare il progetto di firma della stessa Esposizione, Francesc Rius i Tauletcommissionò la costruzione del parco affidandolo a Josep Fontseré Was, che lo inaugurò come nuovo simbolo di Barcellona. Fontseré fu anche assistito da un giovane Antoni Gaudi, che collaborò alla progettazione dell'emblematica Cascada, uno degli impianti più suggestivi del parco. Molti edifici sono stati costruiti, il 'Castel dels Tres Dragons' è il più notevole, situato lungo il Passeig de Picasso. Costruito dall'architetto Lluís Domènech i Montanerper assomigliare ad un castello medievale, ospita attualmente le collezioni zoologiche del Museu de Ciències Naturali(Museo di Scienze Naturali) e il Museo della Geologia. Oggi la Cittadella rimane uno dei parchi più popolari di Barcellona, graziosissimo e di sicuro interesse anche per il visitatore occasionale. Si distingue per l'area giardino, che presenta un ampio viale alberato, con panchine per rilassarsi all'ombra; ma forse la parte più visitata del parco è il laghettoche si trova nel bel mezzo dei giardini, un'elegante combinazione di piante esotiche e animali acquatici. I visitatori possono godere anche del noleggio di una delle tante barche a remi presenti. La Cascada, ugualmente, è una delle attrazioni del parco di maggiore rilievo. La troviamo vicina all'entrata di Passeig de les Pujades, all'angolo nord. Come sopra accennato venne costruita per l'esposizione universale 1888, in stile Barocco e per opera di Josep Fontseré. Le ci vollero sei anni per essere completata. Nella parte orientale del parco troviamo invece la sede del Parlamento della Catalogna, ospitato in quello che era il vecchio arsenale della fortezza. Tra le altre attrazioni presenti non si può non citare lo Zoo di Barcellona. All'interno sono ospitati oltre 7000 animali, divisi in 400 specie diverse. Famosa la presenza del gorilla albino Copito de Nieve (Fiocco di Neve), unico esemplare esistente al mondo, deceduto nel 2004. A Barcellona l'animale aveva trascorso la quasi totalità dei suoi 40 anni (dal 1966, anno in cui fu portato dal Camerun), si unì con tre esemplari di gorilla di montagna, ebbe la totalità di 22 figli e sette nipoti. Sono inoltre presenti animali come altri gorilla, delfini, lupi, leopardi delle nevi, coccodrilli e alligatori. Altre sculture unicamente da ammirare alla Ciutadella comprendono il Monumento a Walt Disney, il mammute l'Arc de Triomf, in stile modernista catalano del primo Novecento (stile

liberty), contraddistinto da inusuali mattoni di stile islamico. La mediterranea Barcellona, seconda maggiore città della Spagna, custodisce una ricchezza storica e artistica unica in Europa. Una città nata e cresciuta per coloro che amano camminare, dove strade laterali portano ad altre strade laterali più piccole, come i rami di un albero. È facile vagare senza meta a Barcellona, scontrarsi con vecchie chiese da una parte, palazzi di antichi mercanti dall'altra, e ritrovarsi improvvisamente alla fine di uno stretto e oscuro vicolo, assaliti dalla luce intensa del cielo blu. Si scopre così come gli antichi quartieri si riversano verso il mare, verso gli spazzi aperti e il forte sole.

11) La Ribeira Nella parte sud-orientale della città vecchia (la Ciutat Vella) troviamo il quartiere più pittoresco, La Ribeira, caratterizzato da >edifici del tardo Medioevo, dove nell'antichità risiedevano famiglie benestanti e agiate, felici di godere della vicinanza del mare (Barcelonetaa quei tempi era ancora un'isola lontana dal centro urbano). La zona si origina infatti nel periodo medievale, nel> momento in cui il centro di Barcellona iniziò a diventare troppo affollato e, per una fortunata coincidenza, nello stesso periodo di maggiore sviluppo mercantiledell'impero catalano-aragonese. I palazzi d'epoca della via di Calle Montcada sono oggi testimoni delle fortune del grande passato La via è nota per avere la più alta concentrazione di palazzi goticidi Barcellona; li troviamo tutti con le loro enormi porte arcate in legno (servivano un tempo d'accesso alle carrozze) e le scale, che portano agli eleganti cortili interni del primo piano. Un esempio particolarmente positivo è costituito in questo caso dal palazzo conosciuto con il nome di Dalmases Palau(XVII secolo). Troviamo nel quartiere alcune delle maggiori attrazioni >di Barcellona: il Museo Picasso, ubicato in uno dei palazzi medievali della Calle e con una collezione che si concentra sugli anni formativi del grande artista spagnolo e sui periodi più significativi della sua arte (abbiamo dedicato una sezione apposita al museo, vi invitiamo alla consultazione); Il Museo del Tessile, a sua volta situato in un palazzo del XIV secolo Palau dels Marquesos de Llio, giusto dall'altra parte della strada, che offre un'importante collezione di costumi e materiali dal IV secolo al XX secolo (da notare anche la caffetteria all'interno); un po' più giù, si trova anche la nuova Galleria d'arte precolombiana Barbier-Mueller, ospitata dal Palau Nada e nella quale trovare una della più prestigiose collezione al mondo d'arte e archeologia precolombiana. > Attraversando l'asse principale del quartiere, il Passeig del Born, troviamo i bar più alla moda di Barcellona, una delle aree più cosmopolite e di tendenza della città, quella che da Carrer de la Princesa si riversa poi sulla spiaggia più nota. Siamo in un quartiere che porta il nome di El Born, una zona che sta emergendo come la Notting Hill spagnola, con antichi negozietti d'antiquariato, ristoranti chic, giovani in perfetto stile bohemien...insomma un luogo 'cool & trendy' direbbero in molti. In un lato estremo del quartiere, si arriva a Santa María del Mar, una delle chiese più belle di Barcellona. Tipica nel suo stile gotico catalano, sobrio e molto meno vistoso rispetto a quello Barocco della Cattedrale. Venne costruita tramite iniziativa privata, tra il 1329 e il 1383, grazie alla ricchezza maturata all'estero dei mercanti di La Ribera. In quei giorni, il lungomare di Barcellona era letteralmente a pochi passi di distanza, ma al giorno d'oggi sembra quasi facile scordarsi che Barcellona è una città portuale e che deve storicamente gran parte della sua ricchezza alla sua posizione nel Mediterraneo. Gli interni della chiesa sono di tipo basilicale, a tre navate formano un unico spazio, senza transetti e nessun confine architettonico tra la navata e il presbiterio. La volta è semplice ed è supportata da esili colonne ottagonali, molto suggestive quando illuminate dall'abbondante luce naturale delle alte finestre.

Accanto alla chiesa troviamo la Fossar de les Moreres, dove arde una fiamma eterna per ricordare coloro che sono morti nella guerra di Successione spagnoladel 1713-14. La piazza è stata costruita nel 1821 proprio sopra il cimitero che ospitava le salme dei difensori della città ed è oggi luogo della memoria della Giornata Nazionale della Catalogna(Diada Nacional de Catalunya in catalano), l'11 settembre. L'architettura di Barcellonaè sempre stata favorita da una continua creatività, mai ferma e sempre in movimento. Lunga la sua storia, il desiderio di innovazione e design si respira ovunque: nei dettagli più nascosti, nell'uso dei mosaici e delle colorate piastrelle, nel lavoro d'insieme di una varietà incredibile di pietre e materiali. Il Palau de la Musica Catalana, sulla vicina Carrer de Sant Francesc de Paula, è uno dei migliori esempi d'architettura modernista catalana(stile Liberty) della città. Dichiarato nel 1997 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, venne costruito tra il 1905 e il 1908 da Lluis Domenech i Montanerper la Società di Musica di Orfeo Català. Siamo qui di fronte ad un'opera d'arte di incredibile bellezza, che non lascia di sicuro indifferenti. Intesa a servire come uno dei massimi esempi del Rinascimento Catalano, si compone di splendida facciata in mosaico, coloratissima e rifinita con disegni complessi a motivo floreali; si compone anche di una serie di archi, balconcini e sculture. Gli interni si caratterizzano in particolare per il grande lucernario della sala concerti, un armonia di colori unica al mondo (vedi foto accanto). Non si può lasciare il quartiere senza aver visitato uno dei suoi mercati. Quello di Santa Caterinarimane di sicuro il più significativo (rispecchia quello che viene definito come il più caratteristico tratto dei catalani: seny i rauxa, buon senso e pazzia) ed è opera degli architetti Enric Mirallese Benedetta Tagliabue(EMBT Architects). Un mercato alimentare al dettaglio, ricco di profumi di pesce fresco e frutti di mare, conigli e pollame senza pelle, scintillante di frutta e verdura, frequentato da una incredibile varietà di persone...tutti insieme sotto un tetto opportunamente teatrale. Un centinaio di bancarelle all'interno di una struttura a tre livelli sono coperte da un grande tetto ad onde ornato da un tappeto 'magico' di 325.000 piastrelle in ceramica colorata. Una vista assolutamente fantastica dalle finestre e dai balconi dei vecchi palazzi ammassati intorno alla piazza del mercato... un po' più in là e lo sguardo si libera verso il mare, è tempo di continuare ad esplorare la città.

12) Casa Batlló Barcellona ha legato il proprio nome alla stravaganza di Antoni Gaudì, alle sue forme architettoniche colorate e audaci, genuine e naturali. La Casa Batlló, un edificio ristrutturato XIX secolo, è uno dei suoi capolavori più apprezzati, situata nel Passeig de Gràcia, nel quartiere di Eixample. I locali affettuosamente la chiamano Casa dels ossos(casa delle ossa), e in effetti la visione di questa strana figura edile possiede una viscerale qualità, affine ad uno scheletro organico. Visitarne gli interni è come entrare dentro l'anima stessa dell'artista, un esperienza che ha dell'incredibile anche per chi è lontano dal mondo dell'architettura. Tra il 1898 e il 1906 tre case adiacenti, sul viale più alla moda di Barcellona vennero ristrutturate da alcuni dei più importanti architetti modernisti di allora: Casa Amatller (progettata da Puig i Cadafalch), Casa Lleo Morera (progettato da Domènech i Montaner) e Casa Batlló di Gaudí. >Quest'ultima, originariamente venne progettata per una famiglia della zona benestante di Barcellona, i Batllo.Tutte e tre le case furono progettate in una diversa interpretazione dello stile modernista catalano, in quella che sembrava una gara tra architetti. >Una competizione che ha portato a chiamare i lavori 'Mançana de la Discordia', e cioè mela della discordia, facendo riferimento alla mitologia greca. La parola> mançanasignifica anche 'palazzo, struttura edile', quindi l'espressione 'Mançana de la Discordia' può anche essere tradotta come 'palazzo della discordia'. Delle tre, la >Casa Batlló rimane comunque la più espressiva.

Gaudì andò a ristrutturare un edificio costruito 1875 e il 1877, acquistato nel> 1900 dal ricco industriale Josep Battló i Casanovas, che commissionò all'artista la completa ricostruzione, costui tuttavia convinse il suo patron a rimodellare l'edificio esistente. Tra il 1904 e il 1906 venne ridisegnata la facciata e il tetto, aggiunto altri piani e completamente ristrutturato l'interno. La facciataal primo impatto visivo è di incredibile senso estetico, il materiale usato è l'arenaria, ricoperta dagli immancabili trencadiscolorati (un tipo di mosaico catalano). Tipico di Gaudí, sono state evitate le linee rette, quando possibile. Gotico >e Art Nouveau >(Stile Liberty) sembrano qui trovare reciproca influenza di stile. I balconiai piani inferiori sono simili a dei pilastri fatti di ossa, mentre quelli dei piani superiori sembrano pezzi di teschi. Non stupisce il sopranome locale dell'edificio, mentre le finestre allargate in una sorta di decorazione al primo piano, hanno portato ad un altro soprannome, 'Casa di sbadigli'. > Il tetto è decorato con ceramiche policrome di colori brillanti, coronato da una torre con il tipico aspetto di Gaudí. Secondo gli esperti, che hanno dato una chiave di lettura al simbolismo gaudiano, la scala colorata ricorda una pelle di rettile, andando a rappresentare la figura grottesca del drago, mentre la piccola torretta a croce simboleggia la spada di San Giorgio. Le ossa e teschi della facciata rappresentano tutte le vittime del drago. >All'interno dell'edificio, gli spazi sono stati completamente riorganizzati in modo da ottenere una luce più naturale (il cortile è coperto di ceramica blu, illuminata progressivamente per garantire la stessa luce o simile sulla parte superiore e sulla terra), anche la ventilazione è stata studiata nei minimi particolari. Vengono mostrati> vari elementi decorativicome mobili, vetri, elementi in ferro forgiato, caminetti, ecc, tutti dettagliatamente rifiniti secondo il gusto modernista del maestro, che amava soffermarsi con la passione che solo un'artista può comprendere nella cura dei dettagli più minuti: porte, maniglie, campanelli... >Alla creazione dell'edificio parteciparono anche altri nomi prestigiosi che hanno lavorato sotto le istruzioni di Gaudí, in particolare: gli architetti Josep Maria Jujol e Joan Rubió i Bellversulla facciata, i fratelli Badiaper le lavorazioni del ferro, il falegname Casas i Bardes, Sebastià Ribo per la ceramica e Tallers Pelegrí per i vetri decorati. Nel 2005 la Casa Batllo venne insignita dall'UNESCO come patrimonio dell'Umanità e nel 2007 come una delle sette meraviglie di Barcellona, ma sono tanti i premi ricevuti nel tempo sin dal 1906. La ristrutturazione effettuata da >Gaudí ha prodotto una delle composizioni più poetiche e artistiche dell'artista. La visita all'edificio include un itinerario completo all'edificio e comprende in particolare il piano Noble(dove viveva la famiglia Batllo) che da accesso al cortile in stile modernista di 230 m², l'attico, il tetto, l'intera sala, le scale... preparatevi ad immergervi in un mondo di colore, mistero e arte decorativa espressa alla massima potenza.

13) *Barceloneta B come Barcellona ma anche B come Barceloneta. Siamo nel solito posto, direbbero in molti, ma dietro la mania per la capitale glamour della Spagna siamo ben lungi qui da essere in un solito qualunque posto. La tendenza è d'obbligo a Barcellona, sempre in cima alla classifica di gradimento di italiani ed europei, luogo perfetto per chi ha fame di itinerari artistici e bohemien; una città adatta a tutti e soprattutto adatta a tutte le tasche; per questo nel

tempo la città ha saputo attirare ondate di giovani ed atmosfere fatte di divertimento e creatività, e tutto in modo assolutamente low cost: dagli aerei per raggiungerla (vedi Ryanair con l'aeroporto di Girona), agli alloggi, ai locali di ristorazione, ai famosi Tapas-bar. L'encanto spagnolo di Barcellona si concentra soprattutto nei suoi angoli più tipici, luoghi che conservano ancora i profumi del passato nonostante la costante trasformazione, aperta sempre alle nuove tendenze del futuro. Barceloneta è uno di questi, un'area marina nata ben oltre tre secoli fa, quando per ordine dell'allora re (Felipe V) venne costruita nel quartiere della Ribera la nuova> fortezza (La Ciutadella), costringendo gli abitanti del posto ad emigrare appunto verso il mare e dare vita ad un nuovo quartiere. >Storicamente zona di pescatori (il vicino Port Velllo era sin dai tempi dei Romani), Barceloneta è stata a lungo un quartiere povero, con strade buie e strette, ma l'avvento delle Olimpiadi, negli anni novanta, ha portato un incredibile sferzata d'energia e rinnovamento alla città intera, molto più evidente sul lungomare. Ora, accanto ad una miriade di negozietti, locali di ristorazione e di divertimento serale, troviamo anche negozi di gastronomiache servono generi alimentari di lusso, uffici ed edifici ultramoderni. Il quartiere si presenta approssimativamente in una forma triangolare, essendo delimitato dal Mar Mediterraneoda una parte e dai quartieri di Muelle de España di Port Vell e El Born. Un concentrato di ristoranti di mare prontia servire pesce freschissimo, caratterizzati anche dalle piccole capanne della spiaggia, le "chiringuitos", che servono bevande e alimenti della cucina catalana. La spiaggia di Barcelonetaè lunga oltre un km e insieme alla spiaggia di Sant Sebastiàè una delle più grandi di Barcellona, ed anche una delle più antiche. Grazie alla sua ubicazione e alla vicinanza alla metropolitanae alle linee di autobus, la maggior parte dei suoi utenti la raggiunge con i trasporti pubblici. A nostro avviso, il modo migliore per visitarla è in bicicletta(provate a noleggiarla presso la via di Mestrança, molto vicina alla spiaggia), mentre per arrivarci basta camminare per circa 15 minuti da La Ramblaoppure usare i mezzi pubblici (metropolitana: linea gialla L4). Le sue dimensioni la rendono una spiaggia adatta all'uso di attrezzature ricreative, come la pallavolo, il calcio (vedi il suo lato orientale, di fronte al Hospital Mar); i bambini avranno modo di utilizzare la zona giochisul lato occidentale della spiaggia, dove si trova anche un centro fitness. É inoltre dotata di una pista di pattinaggio. Una delle caratteristiche principali della spiaggia è il Beach Centresituato sotto i portici, di fronte all'ospedale marino: uno spazio dedicato a promuovere l'intera costa di Barcellona e dove vi si può accedere non solo per informazioni, ma anche per una vasta gamma di attività (in particolare tra i mesi di giugno e settembre). All'interno, è ospitato uno spazio dedicato alla letturacon apposita biblioteca. Consigliamo anche una bella passeggiata nel Passeig Maritim, il lungo mare di oltre 1,2 km tra la spiaggia e il Porto Olimpico, da preferire soprattutto se siete tra coloro che amano pattinare. Non sarà questa di sicuro la migliore spiaggia della Catalogna, ma Barceloneta va presa come un'opportunità in più di sole e mare, perfetta per coloro che visitano la città. In estate, diventa punto di ritrovo ideale per il divertimento serale o del tardo pomeriggio. Quotidianamente è un ottimo diversivo per visitare anche interessanti attrazioni turistiche e culturali: tra queste, l'Aquarium situato nel centro di Port Vell (accanto al cinema IMAX), il secondo più grande d'Europa, dopo quello di Genova, e che si caratterizza per il lungo tunnel di vetro sottomarino nel quale camminare tra squali e altri pesci marini. Il biglietto d'ingresso non è molto economico. Nell'area di Palau de Mar(Plaça de Pau Vila 3) >è da non perdere il Museu d'Historia de Catalunya (Museo di Storia della Catalogna), ottimo per comprendere ed apprezzare la storia dei catalani. Gratuito la prima

domenica di ogni mese (ma con chiusura alle 14.30). La struttura si affaccia sulla marina e offre splendide vedute sulla città e sul golfo dal bar della terrazza del quarto piano. La zona del Porto Olimpico, edificata per eventi di tipo nautico, ospita oggi anche un gran numero di ristoranti, bare altri localiche hanno reso famosa la vita notturna di Barcellona. La si riconosce dalla grande scultura del Peix(il pesce) di Frank Gehrye soprattutto dai due grattacieli(uno ospita un famoso hotel di lusso, l'altro degli uffici commerciali), o anche dal bizzarro monumento di Rebecca Horn'Homenatge a la Barceloneta'. L'ampia offerta di locali di ritrovo comprende anche il casinò. Barceloneta rimane il posto migliore dove andare a mangiare piatti di frutti di mare, come la paellao il riso nero, fatto solo con pesce e nero di seppia (vi consigliamo a proposito La Ría de Vigo, un ristorantino in Carrer de Sevilla, economico e di qualità, anche ottimo per mangiare tapas. I locali più frequentati di Barcellona li troviamo qui, sulla spiaggia: dal giorno si trasformano in discotechedall'aria decadente per la sera: Carpe Diem Lounge Club, Shoko e Oppium sono solo alcuni dei nomi da ricordare.

14) *Mercato della Boqueria è il più popolare dei numerosi mercati alimentari a Barcellona. Il mercato coperto alla Rambla de Sant Josep spesso attira grandi folle, sia tra i residenti e turisti. Il nome del mercato deriva presumibilmente dalla parola boc (capra), dal momento che la carne di capra è stato venduto qui già nel XIII secolo. Il nome ufficiale del mercato coperto è Mercat de Sant Josep, un riferimento al convento di Sant Josep, che fu costruito in questo stesso luogo nel 1593 per i monaci carmelitani. Un incendio distrusse il convento nel 1835 e l'architetto catalano Josep Mas i Vila trasformò il luogo in una piazza del mercato. Fino ad allora i venditori del mercato vendevano i loro prodotti in un mercato a cielo aperto presso la Rambla de Sant Josep dove spesso ostruivano il traffico. La nuova piazza del mercato, denominato Plaça del Treball, doveva essere la più bella piazza di Barcellona, con fontane, giardini e portici sostenuti da colonne ioniche. Quei grandi progetti non furono mai stati pienamente realizzati, tuttavia alcune delle colonne e dei portici costruiti parte del piano sono visibili ancora oggi. Nel 1914 il mercato fu coperto con la sala attuale con un telaio in ferro in stile modernista. L'ingresso in ferro battuto, nei pressi della Rambla è particolarmente degno di nota, decorato con vetri colorati. Il mercato coperto della Boquerua è uno dei più vivaci di tutta la Spagna, con oltre duecento bancarelle che vendono ogni tipo di cibo fresco, dal pesce alla carne, alle verdure e alla frutta. Alcune bancarelle vengono cibi particolarmente esotici, qui si possono "gustare" scarafaggi o vermi, mentre altri vendono prodotti tipici della Catalogna. Un'esperienza più autentica la garantiscono la tapas bar, dove si può mangiare spuntini tipici spagnoli e catalani mentre si resta in piedi. Il mercato attira molte persone, sia tra i residenti che acquistano i loro generi alimentari quotidiani sia per i turisti in cerca di qualcosa di sano da mangiare. C'è quasi sempre una folla vivace, ma se si vuole evitare di fare le file, è meglio visitare il mercato nelle prime ore del giorno.

15) Torre Agbar A volte la confusione è d'obbligo, ma non siamo a Londra. Il viaggiatore più attento sa che la Torre Agbar >è una delle più nuove strutture architettoniche del panorama urbano di Barcellona, presente dal 2005. La sua forma interessante e il design sono stati inizialmente contrastati da molti, ma in effetti la nuova sede di Aguas de Barcelona (Agbar), la

compagnia idrica comunale, crediamo sia orgogliosa di lavorare in una torre che sale verso il cielo con i suoi 34 piani e 142 metri di altezza (al momento la terza più alta della città), oggi monumento simbolo della Barcellona del futuro. Progettato dal francese Jean Nouvel(in collaborazione con lo studio spagnolo b720e i costruttori Dragados)l'edificio trova ispirazioni anche dal patrimonio architettonico di Antoni Gaudí. Situato tra l'Avenida Diagonal e Calle Badajoz, vicino a Plaza de las Glorias, segna la porta d'ingresso verso il nuovo quartiere tecnologico di Barcellona conosciuto con il nome di 22@(distretto Poblenou o Poble Nuevo- San Martì, parte del maggiore Eixample). Tecnicamente, l'edificio è costituito da due cilindri non concentrici ovali sormontati da una cupola di vetro e acciaio. Non ci sono colonne interne nella struttura, le trombe delle scale e i servizi di emergenza sono situati nel nucleo centrale. Il suo design combina una serie di diversi concetti architettonici, con una notevole struttura costruita con cemento armato, rivestita in vetro e oltre 4.500 finestre aperte e ritagliate dal calcestruzzo strutturale. La prima pelle che ricopre la struttura in cemento è uno strato di alluminio lucido in blu, verde e grigio. La seconda, che aggiunge un scintillio iridescente all'intera costruzione, è costituito da 59.619 lastre di vetro chiaro. Sono 4.400 le finestre,accompagnate da feritoie che in diverse direzioni sono atte a bloccare qualsiasi luce diretta del sole. La sera la torre diventa ancora più bella, con 4.500 LED luminosi dai colori giallo, blu, rosa, rosso e che permettono le immagini luminose della facciata. Nonostante il criticismo iniziale, la popolarità della torre tra i turisti è tale che la visita è diventata parte della quotidianità turistica di Barcellona. Ventotto dei trentaquattro piani sono attualmente utilizzati da uffici mentre gli altri tre ospitano i componenti tecnici della costruzione. Una caffetteriaoccupa un altro intero piano, un altro dispone di sale conferenzee un altro ancora offre un punto panoramicodi osservazione. I quattro piani sotterranei contengono un auditoriume un parcheggio.

16)Museu Picasso Sebbene originariamente proveniente da Malaga e aver perfezionato la sua arte a Parigi e nel sud della Francia, gli anni trascorsi da Pablo Picasso a Barcellona hanno avuto un profondo impatto sulla sua evoluzione creativa. Quegli stessi anni costituiscono la base della collezione artistica ospitata nel Museu Picasso della capitale catalana, una delle più illuminanti e di successo del lavoro dell'artista. Il Museo Picasso è situato in Calle Montcada, 1523, in quella parte del caratteristico quartiere del centro storico nota come La Ribera. Picasso si trasferì con la famiglia a Barcellona nel 1895, all'età di quattordici anni. Lì iniziò a studiare pittura presso l'Accademia d'arte La Lonja, dove il padre insegnava. Il museo traccia il progresso delle sue opere giovanili, che rivelano un affascinante spaccato delle influenze del giovane artista (vedere al riguardo l'articolo che abbiamo dedicato al quadro Scienza e Carità), in particolare quelle provenienti da Toulouse-Lautrec; si dirige verso l'inesorabile esplosione creativa del cubismo; va oltre, con l'aggiunta delle opere più recenti tra cui una vasta collezione di ceramiche donate dalla vedova Jacqueline Roque, nel 1982. Parte più spettacolare della collezione

è l'intero ciclo di Las Meninas, del 1957-58, donata dallo stesso artista in memoria del suo grande amico e segretario personale, Jaume Sabartés (ideatore della stessa struttura nel 1963). Visitare la collezione artistica qui esposta è come vedere il rapporto di un giovane con il suo ambiente sociale, quella della Barcellona di un tempo. Lo vediamo nei dipinti del paesaggio urbano e nelle scene di strada, divenute poi famose: si comprende come la città abbia lasciato il suo segno indelebile nell'animo dell'artista. L'intera collezione è ospitata lungo un complesso di palazzi medievali, nei quattrocenteschi Palau Aguilar, Palau del Baro de Castellet e Palau Meca sono raccolte le esposizioni permanenti; la settecentesca Casa Mauri e il Palau Finestres del XIV secolo, ospitano le collezione temporanee. La collezione permanente offre una rappresentazione di opere del secondo decennio del Novecento, periodo nel quale Picasso incontrò Olga Kokhlovae andò a Roma con la compagnia di balletto Diaguilev. In seguito, egli si recherà a Barcellona per presentarla alla sua famiglia. Un gruppo di opere molto importanti testimoniano il passaggio dal cubismo al classicismo: alcuni esempi sono l'Arlecchinoe Blanquita Suárez.Tre gallerie sono dedicate alla serie Las Meninas, tra cui un video che visualizza graficamente le opere di Picasso e Velàzquez, sovrapponendole. L'impresa prodigiosa è composta di 58 opere realizzate tra il 1957-58, nel Sud della Francia. L'obiettivo delle mostre temporanee è quello di mostrare aspetti specifici dell'opera di Picasso in profondità, così come quella di altri artisti o movimenti artistici che componevano le avanguardie artistiche del primo quarto del XX secolo. Questo approccio alle mostre, secondo molti, ha contribuito a rendere il museo una delle istituzioni più solide della città. Tra le operepresenti nel Museo Picasso, oltre quelle menzionate si ricordiamo anche: Malaga (estati del 1896 e del 1897), Horta de Sant Joan, Barcellona (1899–1900), Parigi (1900–1901), il Periodo Blu, il Periodo Rosa, Picasso incisore, Picasso ceramista.

17) Ajuntament Il Municipio di Barcellona è un palazzo elegante, con una bella facciata del XVIII secolo ed un antico ingresso in stile gotico-catalano del XV secolo. All'interno sono da ammirare diverse opere d'arte dei grandi maestri catalani e in particolare la nota Saló de Cent, dove il Consiglio dei Cento (Consell de Cent ) usava riunirsi durante il governo della città, dal 1372 al 1714.

18) CaixaForum Nel 2011, l'ex fabbrica tessile (Casaramora) progettata da Puig i Cadafalch, capolavoro del modernismo industriale, ha celebrato i suoi cento anni di vita. Non perdetevi uno degli spazi d'arte contemporanea più interessanti della città, sia in termini architettonici che di contenuti. Al suo interno sono ospitati una collezione permanente d'arte

contemporanea e tre imponenti spazi per mostre temporanee. Il complesso include un piazzale d'ingresso progettato da Arata Isozaki, un murale di Sol LeWitt, un auditorium, una libreria ed una biblioteca.

19) Casa Amatller Da non mancare la visita a questa meraviglia dell'architettura modernista, costruita per il barone Amatller. Costui (1851-1910) apparteneva ad una antica famiglia di cioccolatai di Barcellona, la cui maestria dolciaria risale al 1797. Amante dell'arte e della fotografia il barone commissionò i lavori della sua residenza tra il 1898 e il 1900 all'architetto Josep Puig i Cadafalch, uno dei principali architetti del modernismo catalano. Insieme a Casa Batlló e Casa Lleó-Morera, è considerata uno dei più importanti edifici del quartiere di Illa de la Discordia di Barcellona. Ispirato allo stile delle case olandesi del XVII secolo, l'edificio ha un caratteristico frontone fiammingo ricoperto in ceramica lucida, mentre la facciata inferiore e il portale sono decorati con sculture di Eusebi Arnau i Mascort. L'edificio ospita oggi un istituto d'arte (Instituto Amatller de Arte Hispánico) e serve da archivio per la vasta collezione di Amatller. La visita guidata della casa comprende anche una degustazione di cioccolato Amatller.

20)Casa Àsia (Palau de Baró Quadras) Il centro culturale per l'Asia e il Pacifico è ospitato nell'ornato Palau de Baró Quadras, un edificio modernista progettato da Puig i Cadafalch nel 1904. Oltre alle sontuose sculture e mosaici, si ammirano anche una varietà di eccellenti mostre temporanee, dall'arte moderna a quelle astratta cinese, alla grafica iraniana. Lo scopo del centro culturale è quello di promuovere la cultura asiatica a Barcellona, con corsi di lingua, conferenze internazionali, cinema.

21)Casa Vicens Casa Vicens è il primo importante edificio completato da Antoni Gaudi, costruito tra il 1883 e il 1888. La si può vedere solo dall'esterno, essendo abitata dai discendenti del produttore di piastrelle Manuel Vicens i Montaner (nel 2007 la casa è stata messa in vendita per circa 27 milioni di euro). Si ammiri lo splendore della sua facciata esterna, nel suo mosaico di piastrelle colorate, uno dei primi esempi architettonici di Art Nouveau per Barcellona e l'Europa intera. Gli interni sono espressione di influenze ottomane, islamiche e andaluse, a quel tempo Gaudí era infatti profondamente influenzato dall'architettura del Nord Africa e del Medio Oriente e questo si nota in particolare nel design interno della casa.

22) Casa Lleó Morera All'angolo di Carrer del Consell de Cent, sorge la Casa Lleó Morera, una delle tre case della celebre via, completata da Domènech i Montaner nel 1906. Lo stile è sempre Art Nouveau. Gli interni del negozio sono l'unica parte del palazzo aperto al pubblico.

23) Cattedrale di Barcellona La cattedrale di Barcellona (il suo nome ufficiale è Catedral de la Santa Creu i Santa Eulalia) è uno dei maggiori esempi di architettura gotico-catalana. Le sue guglie sono visibili da quasi tutto il Barrio Gotico e la grande piazza su cui risiede, la Plaça de la Seu, è una delle principali arterie del quartiere. Nella stressa posizione, prima cattedrale vi era un tempio romano e poi in seguito una moschea. La costruzione ebbe inizio nel 1298 e completata nel XV secolo, ma facciata e guglia centrale vennero completate non prima del 1913. Si ammiri in particolare il luminoso chiostro arricchito da una volta di griglie di ferro battuto, abbellito da alberi di arancia, nespole e palme e famoso per ospitare 13 oche bianche (tante quanti gli anni di vita di Santa Eulalia). Il Museo della Cattedrale, ospitato nella sala capitolare del XVII secolo, espone dipinti e sculture di maestri del gotico come Jaume Huguet, Bernat Martorell e Bartolomé Bermejo. Durante la festa del Corpus Domini (a giugno), il chiostro della cattedrale presenta una tradizione tipica catalana originaria del 1637: L'ou com balla (l'uovo che balla), in pratica un guscio d'uovo vuoto viene posizionato sulla parte superiore della fontana che sgorga acqua e lasciato a "ballare".

24) CCCB (Centre de Cultura Contemporanea de Barcelona) Il più grande centro inaugurato nel 1994 presso ospizio del 1802 sito in medievale. L'imponente appartengono alla stato ricostruito in un acciaio inclinabile, da

culturale della Spagna è stato la Casa de la Caritat, un ex quello che era un monastero facciata e parte del cortile costruzione originale, il resto è drammatico contrasto, tutto vetro e architetti e Piñón Viaplana

25) Cementeri Sud-Oest Progettato da Leandro Albareda nel 1880, il grande cimitero era originariamente diviso in quattro sezioni: una per i cattolici, una per i protestanti, una per i non cristiani e una quarta per i feti abortiti. Si estende attualmente oltre l'angolo sud-ovest della montagna. Molte tombe, soprattutto quelle appartenenti alla comunità zingara, sono un tripudio di colori e fiori. All'interno sono ospitati anche il Fossar de la memoriale Pedrera, a ricordo dei caduti delle Brigate internazionali e dei martiri catalani dalla guerra civile, un memoriale dell'Olocausto e un mausoleo per l'ex presidente della Generalitat, Lluís Companys.

26) Colonia Güell Eusebi Güell era un uomo progressista e desiderava fondare una colonia per i lavoratori della sua fabbrica tessile. La colonia doveva contenere un ospedale, una biblioteca, residenze private, teatro, chiesa e cripta. Oggi, è un villaggio di 775 residenti, situato fuori Barcellona, nella Comarca del Baix Llobregat (municipalità di Santa Coloma de Cervelló). Il suo ideatore e progettista ancora una volta è stato Antoni Gaudí che incominciò i lavori nel 1890, avvalendosi anche di collaboratori come gli architetti Francesc Berenguer e Joan Rubió Bellver. La maggior parte degli edifici sono oggi residenze private, ma altri come la fabbrica e i magazzini, sono stati abbandonati, tanto da conferisce al luogo un atmosfera da città fantasma.

27)Museu d'Historia de la Ciutat e Palau Reial Major Due dei maggiori musei di Barcellona risiedono entrambi in Plaça del Rei, posta ai confini della rimanente sezione delle mura della città vecchia. Oltre alle esposizioni della Barcellona medievale, la visita è da concentrare nel lato sotterraneo, sotto la stessa Plaça del Rei, gli scavi effettuati per il trasferimento della Casa Clariana Padellàs hanno portato alla luce una grande sezione di Barcino, la vecchia città romana. Un incredibile antica Barcellona affiora dalla terra: strade, piazze, case decorate con mosaici, negozi, il forum e i magazzini vinicoli.

28) CosmoCaixa(Museo delle Scienze) Finanziato dalla banca La Caixa, il Museu de la Ciència chiuse nel 1998 per una grande ristrutturazione lunga di sei anni. Il risultato conseguito ha portato alla creazione di uno dei più belli e grandi musei della scienza in Europa.

29) Palau de la Música Catalana Il Palau de la Música è per molti il contributo più rilevante del movimento modernista catalano. Semplicemente splendido tanto da essere dichiarato patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1997, il palazzo della musica è stato progettato da Lluís Domènech i Montaner, un contemporaneo di Gaudí. Commissionato dalla società nazionalista corale Orfeo Català, l'edificio è riccamente decorato: il soffitto è una campana rovesciata di vetro colorato raffigurante il sole in un cielo blu formato da 18 semi-mosaici, muse appaiono in rilievo fuori dal retro del palco, cavalli alati volano sopra il balcone superiore... Non mancate la visita a questo gioiello unico al mondo.

30) Funicolare de Tibidabo Non mancate di prendere questo veicolo art deco per ammirare parte della città sottostante che si snoda attraverso i boschi di pini fino alla vetta. Il servizio è operativo dal 1901, secondo una serie di complicati orari. Quando non è in esecuzione, viene sostituita dalla linea FGC da Plaça de Catalunya a Peu con la funicolare fino a Vallvidrera Superiore, e poi prendere il bus 111 per Tibidabo.

31) Hospital de la Santa Creu i Sant Pau Domènech i Montaner costruì l'ospedale (1902-1911) con i suoi pazienti in mente, convinto che l'armonia estetica potesse giovare alla salute dei malati. Uno dei Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO di Barcellona è costituito da 20 padiglioni, riccamente ornati con colorate influenze bizantine, gotiche e moresche, unite nello stile architettonico del giardino che si sviluppa su nove isolati in un angolo a nord-est del Eixample. L'ospedale Sant Pau è stato commissionato da Pau Gil i Serra, un ricco banchiere catalano che voleva creare un ospedale basato sulla "città giardino" del modello.

32) Parc de la Ciutadella Trovate di tutto in questo grande affascinante parco: zoo, Museo di Storia Naturale, edifici del parlamento catalano, scuola, chiesa, laghetto navigabile, chioschi, famiglie e giovani che fanno picnic...il parco più classico di Barcellona è anche quello più ricco di storia. Gaudí ha contribuito alla realizzazione della fontana monumentale all'italiana quando era ancora uno studente. Da non perdere per un po' di relax.

Parchi di Barcellona Sono numerosi i parchi di Barcellona, da scegliere a seconda di dove di trovate in città o anche solo per le caratteristiche proprie di ognuno di essi. I principali sono, oltre a quelli singolarmente citati:

33)Parc de la Creueta del Coll (C / Mare de Déu del Coll 77 - quartiere Gràcia) 34)Parc de l'Espanya Industrial (C / Muntadas 1-37 - Zona Ovest di Sants - Metro: Estació)

35)Parc de l'Estació del Nord (C/Almogávers 27-61 – Area: Eixample) 36)Parc del Laberint (C/Germans Desvalls 21, Passeig Vall d'Hebron - Metro: Mundet) 37)Parc Joan Miró (C/Tarragona/ C/Aragó 2 – Area: Eixample

La matematica e La Sagrada Familia

Il quadrato magico di Subirachs si trova all'ingresso della Sagrada Familia, la cattedrale ancora incompiuta di Antoni Gaudi (1852 - 1926), le sculture e la misteriosa tabella numerica sono opera dell'architetto Joseph Maria Subirachs...

. In basso, subito a sinistra del portone d'ingresso, si vede il quadrato numerico e il bacio di Giuda.

La tabella numerica di Subirachs ha una caratteristica subito evidente: la somma dei numeri di ciascuna riga, di ciascuna colonna e di ciascuna diagonale è sempre 33, l'età di Gesù Cristo quando fu crocifisso. Questa tabella non è propriamente un quadrato magico perché non contiene tutti i numeri da 1 a 16. Mancano il 12 e il 16 mentre il 10 e il 14 sono ripetuti due volte.

Definizione di quadrato magico. Si può definire, un quadrato magico nel seguente modo è uno schieramento di numeri interi distinti in una tabella quadrata tale che la somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna e in entrambe le diagonali dia sempre lo stesso numero; tale intero è denominato la costante di magia

o costante magica o somma magica del quadrato. Esempio storico

Dettaglio di Melancholia I, di Albrecht Dürer. I due numeri nelle caselle centrali dell'ultima riga formano 1514, anno in cui venne eseguita l'incisione. In generale un quadrato magico si costruisce disponendo tutti i numeri interi da 1 a n2 in una griglia di n*n caselle in modo tale che la somma dei numeri di ogni riga, di ogni colonna e di ogni diagonale sia sempre la stessa. Il numero di righe (e di colonne) si chiama ordine del quadrato, mentre la somma di una riga (o colonna o diagonale) si chiama costante magica. 

Può esistere un quadrato magico di ordine 33?



Quali sono le proprietà matematiche di questo quadrato numerico?



Ha un significato religioso o occulto?

Non può esistere un quadrato magico di ordine 4 e di costante 33. Infatti, la costante di un qualunque quadrato magico di ordine 4 è:

costante = (somma dei numeri interi da 1 a 16) / 4 = (16*17/2)/4 = 136/4 = 34 Qual è la costante di un qualunque quadrato magico di ordine 3?

La tavola di Subirachs ricorda il quadrato magico di Durer. 16 3

2 13

5 10 11 8 9

6

7 12

4 15 14 1

Quadrato magico di Durer (Melencholia) Ruotiamo il quadrato di 180°. 1 14 15 4 12 7

6

9

8 11 10 5 13 2

3 16

Quadrato magico di Durer ruotato di 180° Sottraiamo 1 a quattro numeri opportuni. 1 14 14 4 11 7

6

9

8 10 10 5 13 2

3 15

Quadrato numerico di Subirachs. Ma si può fare anche così, ad esempio. 1 14 15 3 12 6

6

9

7 11 10 5 13 2

2 16

Perché Subirachs ha scelto proprio quei numeri? Ecco una possibile spiegazione. I numeri che compaiono due volte sono 10 e 14. La loro somma è 10+10+14+14 = 48. Ma 48 è anche la somma delle lettere della parola INRI (nell'alfabeto latino). INRI = 9+13+17+9 = 48. A B C D E F G H I K L

M N O P Q R S T

V X Y Z

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Le lettere I N R I furono scritte sopra la croce di Gesù e sono l'abbreviazione di Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum (Gesù Nazareno Re dei Giudei).