PARTE II: METODOLOGIA E TECNICHE DEL KRIYA YOGA

II primo Chakra, Muladhara è localizzato alla base della colonna spinale proprio sopra la regione del coccige; il secondo Chakra, Swadhisthana, si...

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PARTE II: METODOLOGIA E TECNICHE DEL KRIYA YOGA Importante Le tecniche qui descritte sono esposte solamente per motivi di studio, per servire come raffronto col lavoro di altri ricercatori. Da questa condivisione spero derivi un feedback intelligente. Osservazioni, critiche, correzioni e aggiunte saranno ben ricevute. Prima di cominciare a porvi tutte le domande più strane possibili e immaginabili, leggete completamente la Parte II e III di questo libro in modo da avere una completa visione della materia. Scoprirete che molte domande trovano risposta man mano che proseguite con la lettura. Tengo a precisare che questo libro non è un manuale di Kriya Yoga! Forse in futuro ne scriverò uno e allora affronterò il problema di come dividere l'intero argomento in diverse lezioni cercando, per ciascuna fase d’apprendimento, di fornire tutti i consigli necessari. In ogni caso, certe tecniche non possono essere apprese leggendo un manuale. Ci sono tecniche delicate come per esempio il Maha Mudra, il Kriya Pranayama, il Thokar, lo Yoni Mudra che è impensabile apprendere senza l'aiuto di un esperto che controlli la loro esecuzione. Ogni persona è diversa e nessuno può dire a priori quali saranno gli effetti di una determinata tecnica, soprattutto se praticata in dosi consistenti. L'autore non si assume alcuna responsabilità nel caso di risultati negativi, particolarmente nel caso in cui uno decida di praticare le tecniche senza aver cercato la supervisione di un esperto. Coloro che intendono portare avanti questa pratica dovrebbero farlo con il dovuto senso del sacro e la consapevolezza della ricchezza che essa potrà portare nella loro vita. Sebbene ognuno ha il diritto e il dovere di controllare il suo destino, garantirsi il consiglio o la guida di un esperto è indispensabile. N.B. Quando ci si reca da un esperto, è necessario comunicargli l’esistenza di ogni eventuale problema fisico, come ipertensione, problemi ai polmoni, segni di iperventilazione… Se avete particolari problemi fisici, un esperto potrà raccomandarvi una forma delicata di Kriya Pranayama e dei Mudra ad esso collegati – e, se necessario, potrebbe raccomandare di praticarli solo mentalmente. 1

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Mi propongo di migliorare continuamente la spiegazione delle tecniche che seguono. Potete visitare almeno una volta all'anno il sito www.kriyayogainfo.net per controllare se ci sono dei raffinamenti nella spiegazione delle tecniche. 92

CAPITOLO 6 INTRODUZIONE ALLA PRATICA DEL KRIYA YOGA Localizzazione dei Chakra e posizione adatta alla meditazione ● Localizzazione dei Chakra I Chakra sono sottili organi astrali localizzati entro la spina dorsale – gradini ideali di una scala mistica che porta la coscienza del singolo ad incontrare la più elevata esperienza estatica. Nel Kriya Yoga non è importante visualizzare un Chakra coi petali, col Bija Mantra nel suo centro, col Yantra... e con tutto quello che trovate sui libri classici di Hatha Yoga o di orientamento New Age, quanto percepire approssimativamente la sua sede. La pratica del Kriya Yoga raffinerà una iniziale localizzazione approssimativa. Quando certe condizioni particolari si stabiliscono – silenzio mentale, rilassamento del corpo, intensa aspirazione dell’anima – la pratica del Kriya Pranayama prenderà, per così dire, la "strada interiore" e la Realtà Spirituale essendo qualcosa di concreto indipendente dalle visualizzazioni e dai capricci della mente, si manifesterà spontaneamente. Realizzerete allora la realtà dei Chakra nella dimensione astrale, sarete capaci di ascoltare le loro vibrazioni astrali come pure percepirete particolari toni di luce che emanano dalle loro sedi. La pratica del Kechari Mudra (spiegata nel capitolo 7) favorirà questa esperienza specialmente nei momenti in cui il respiro diventa estremamente sottile. La natura di ciascun Chakra possiede due aspetti, uno interno e uno esterno. L'aspetto interno di un Chakra, la sua essenza, è una vibrazione di "luce" che attrae la consapevolezza verso l'alto, verso lo Spirito. L'aspetto esteriore di un Chakra, il suo lato fisico, è una ''luce'' diffusa che desta e sostiene la vita del corpo fisico. Quando si sale lungo la spina dorsale durante il Kriya Pranayama, viene naturale sentire i Chakra come piccole "luci" che illuminano il tubo cavo che è la colonna spinale. Quando poi si scende, i Chakra vengono percepiti come organi che distribuiscono energia nel corpo. Raggi di luce partono dalla sede di ciascun Chakra e ravvivano quella parte del corpo che si trova davanti ad essi.

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II primo Chakra, Muladhara è localizzato alla base della colonna spinale proprio sopra la regione del coccige; il secondo Chakra, Swadhisthana, si trova nella regione sacrale a metà strada tra Muladhara e Manipura; il terzo Chakra, Manipura, è nella regione lombare all'altezza dell'ombelico. Il quarto Chakra, Anahata, (più semplicemente chiamato Chakra del cuore) è nella regione dorsale; la sua sede può essere individuata avvicinando le scapole e concentrandosi sui muscoli tesi tra di esse. Il quinto Chakra, Vishuddha, si trova dove il collo si unisce alle spalle. La sua sede può essere individuata oscillando la testa lateralmente, mantenendo il busto ben fermo, concentrandoci sul punto dove si percepisce un particolare suono come di un qualcosa che viene macinato.

Fig. 1. Posizione dei Chakra

Il sesto Chakra si chiama Ajna. Il Midollo Allungato o Medulla e il punto tra le sopracciglia (Bhrumadhya) sono in stretta relazione con Ajna e non possono essere considerate entità separate. Il Midollo Allungato è considerato la controparte fisica di Ajna Chakra. Quello che conta è che trovando la stabilità di concentrazione in ciascuno dei tre punti, l'occhio spirituale (Kutastha) un punto luminoso nel centro di una infinita radianza sferica, appare alla visione interiore. Questa esperienza è l'entrata regale nella dimensione spirituale. Talvolta il termine Kutastha è utilizzato al posto di Bhrumadhya. Per poter localizzare Medulla che si trova alla sommità della spina dorsale, si solleva il mento e si tendono i muscoli del collo alla base dell'osso occipitale; poi ci si concentra sulla piccola cavità che si trova sotto tale osso. Medulla si trova proprio davanti tale cavità. 94

Muovendosi dalla sede del Medulla verso il punto tra le sopracciglia non è difficile percepire la sede di Ajna Chakra: si oscilla la testa lateralmente (alcuni centimetri a sinistra e poi a destra) cercando di percepire un qualcosa che collega le due tempie. La sede di Ajna Chakra viene individuata concentrando l'attenzione presso il punto di intersezione di due linee ideali: quella che collega la sede di Medulla con il punto tra le sopracciglia e quella che collega le due tempie. L'energia che fluisce attraverso la punta della lingua durante il Kechari Mudra stimola stimola la ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria (o ipofisi) è una ghiandola endocrina della dimensione più o meno di un pisello. Essa forma una protrusione sul pavimento dell'ipotalamo. È necessario chiarire questo perché una scuola Kriya famosa consiglia di focalizzarsi su questa ghiandola per ottenere l'esperienza dell'occhio spirituale. La stessa scuola sottolinea il ruolo della ghiandola pineale. Questa è un'altra piccola ghiandola endocrina che ha la forma di una piccola pigna (simbolicamente, molte organizzazioni spirituali, hanno usato la pigna come una icona). Essa è situata dietro la ghiandola pituitaria, nella parte posteriore del terzo ventricolo del cervello. Avere piena esperienza della bianca Luce spirituale dopo lunga concentrazione sulla ghiandola pineale è considerata l'ultima azione da farsi onde perfezionare la meditazione prima di perdersi nello stato di Samadhi. Nel commento alla Bhagavad Gita di Swami Pranabananda Giri troviamo un cenno a due ulteriori centri spirituali nel cervello: Roudri e Bama. Roudri si trova sul lato sinistro del cervello sopra l'orecchio sinistro mentre Bama si trova sul lato destro del cervello sopra l'orecchio destro. Avremo occasione di utilizzarli nella pratica di quei Kriya superiori che avvengono nella regione del cervello che si trova sopra Ajna Chakra. Bindu è localizzato nella regione occipitale e non è considerato un Chakra in sé e per sé. Comunque è un centro spirituale molto importante perché funzione come porta che conduce la consapevolezza al Sahasrara – il settimo Chakra situato alla sommità del capo. Bindu è localizzato dove l’attaccatura dei capelli forma una specie di vortice. (Questo è il punto Sikha dove gli Indù, con la testa rasata, mantengono una ciocca di capelli.) Per poter divenire consapevoli del Sahasrara alcune scuole consigliano di concentrarsi sulla Fontanella [ci riferiamo alla Fontanella anteriore detta anche ''Bregma''.] 95

L'ottavo Chakra è il centro spirituale più elevato di cui ci occuperemo. Esso è situato circa 30 centimetri sopra la Fontanella. ● Posizione adatta alla meditazione Ci si siede rivolti ad Oriente. Secondo Patanjali, la posizione dello Yogi (Asana) deve essere stabile e comoda. Mezzo-loto: La maggior parte dei kriyaban si trova a proprio agio sedendo in questa posizione che è stata utilizzata per la meditazione da tempo immemorabile perché fornisce una posizione seduta comoda, molto facile da ottenersi. Il segreto è di mantenere una spina dorsale eretta sedendo sul bordo di uno spesso cuscino in modo tale che le natiche siano leggermente sollevate. Si può sedere a gambe incrociate mentre le ginocchia stanno sul pavimento. Sollevate il piede sinistro e portatelo verso il corpo in modo che la suola del piede sinistro aderisca comodamente all'interno della coscia destra. Tirate il tallone del piede sinistro il più possibile verso l'inguine. La gamba destra è piegata al ginocchio ed il piede destro è posto comodamente sopra la coscia sinistra o il polpaccio o entrambi. Il ginocchio destro è abbassato il più possibile verso il pavimento. La migliore posizione per le mani è con dita intrecciate come si può osservare nella famosa foto di Lahiri Mahasaya. Ciò crea un buon equilibrio di energie dalla mano destra alla sinistra e viceversa. La posizione delle mani per la meditazione e per il Pranayama è la stessa in quanto ci si muove dal Pranayama alla meditazione senza soluzione di continuità. Di solito nemmeno ce se ne rende conto. Quando ci sono problemi di salute o si verificano particolari condizioni fisiche, può essere provvidenziale praticare il mezzo loto su una sedia, purché non abbia braccioli e sia abbastanza grande. In questo modo, una gamba alla volta può essere abbassata e l'articolazione del ginocchio rilassata! Siddhasana: (Posa Perfetta) è di difficoltà media. La pianta del piede sinistro è posta contro la coscia destra mentre il tallone preme sul perineo. Il tallone destro è posto contro l'osso pubico. Questa posizione delle gambe, abbinata al Kechari Mudra, chiude il circuito pranico e rende il Kriya Pranayama facile e proficuo. Si spiega che questa posizione aiuta a divenire consapevoli dei movimenti del Prana. Padmasana: (Posizione del loto) è una posizione difficile, a volte impossibile da sostenere oltre pochi minuti. Il piede destro è posto sulla 96

coscia sinistra ed il piede sinistro sulla coscia destra con le piante dei piedi rivolte verso l’alto. Si spiega che, accompagnata dal Kechari e dal Shambhavi Mudra, questa posizione crea una condizione energica nel corpo adatta a produrre l'esperienza della luce interna che proviene da ciascun Chakra. Essa aiuta a mantenere il torso eretto quando, con il raggiungimento del profondo Pratyahara, esso tende a piegarsi o a cadere. Sedere in Padmasana (posizione del loto) è incomodo per un principiante, le ginocchia e le caviglie danno un dolore intenso. Personalmente, non consiglio a nessuno di eseguire questa difficile posizione. Ci sono yogi che hanno dovuto farsi togliere la cartilagine dalle ginocchia dopo che per anni avevano imposto alle loro membra la posizione Padmasana.

TECNICA DEL KRIYA PRANAYAMA [Spiegazione classica: quattro punti base + tre punti sottili] La seguente descrizione del Kriya Pranayama corrisponde a quello che in generale viene dato da vari maestri che sostengono di insegnare il Kriya Originale di Lahiri Mahasaya. D'altro canto, non ci occupiamo del Kriya Pranayama come proposto da quelle organizzazioni che portato avanti gli insegnamenti di PY.

[I] Respirazione profonda con suono nella gola Incominciamo la pratica del Kriya Pranayama. Assumi la posizione preferita di meditazione. Siedi rivolto verso Est. Da questo momento in poi puoi utilizzare l'espediente descritto precedentemente di sedere sul bordo di un cuscino spesso in modo che le natiche siano leggermente sollevate. Il mento è leggermente rientrato (i muscoli del collo e della nuca mantengono una costante leggera tensione.) Le dita sono intrecciate come le tiene Lahiri Mahasaya nella ben nota foto. Bocca ed occhi sono chiusi. Il centro della consapevolezza è localizzato nel Medulla mentre lo sguardo interiore converge senza sforzo sul Kutastha. Inspira profondamente attraverso il naso producendo un suono sordo nella gola, come nell'Ujjayi Pranayama. 2 Per essere certo che il suono sia corretto, cerca di aumentare l'attrito dell'aria che passa attraverso la gola. Ascolta questo suono sordo e smorzato. Esso cresce un po' di intensità man 2

Il suono della inspirazione è simile a quello prodotto da un altoparlante che trasmette un rumore di fondo amplificato – un tranquillo schhhh… /ʃ/. C'è solo un leggero sibilo durante la espirazione. La perfezione del suono verrà raggiunta con la pratica del Kechari Mudra. Il suono della inspirazione diverrà molto sottile mentre il suono della espirazione sarà come quello di un flauto, Shiii Shiii. 97

mano che la pratica procede. Se l'ambiente è perfettamente silenzioso, una persona riuscirà ad ascoltarlo entro un raggio di 4-5 metri – non sentirà nulla oltre tale distanza. Il Kriya Pranayama si pratica con una respirazione profonda ma prettamente addominale. Ciò significa che durante la inspirazione, la parte superiore del torace rimane immobile o quasi immobile, le spalle non vengono sollevate, mentre l’addome si espande. Durante l’espirazione, l’addome rientra. Conta il numero dei respiri utilizzando un Mala [grani di un rosario] o le dita. Per incominciare pratica 24 respiri. Col tempo aumenterai di 12 in 12. [II] Canta mentalmente Om in ciascun Chakra. Gioisci del processo della respirazione Durante l'inspirazione, canta Om mentalmente (meglio sarebbe dire "poni mentalmente Om") in ciascuno dei sei Chakra dal Muladhara al Midollo Allungato. Durante l'espirazione, canta mentalmente Om in ciascuno dei sei Chakra ma in ordine inverso e quindi dal Midollo Allungato al Muladhara. Non perdere la focalizzazione del tuo sguardo interiore nel Kutastha. È chiaro che salire e scendere ponendo Om nei Chakra e contemporaneamente produrre i suoni nella gola è difficile. Ma Lahiri Mahasaya scrisse che se tu procedi senza cantare Om in ogni Chakra, il tuo Kriya diviene "tamasico" [di natura negativa] e ogni genere di pensieri inutili sorgerà per disturbarti. Cerca di calmarti e di arrivare a tale risultato. Fai un respiro profondo, poi un altro: non preoccuparti della lunghezza della inspirazione o della espirazione. (Respirando varie volte si scopre come il respiro si allunga naturalmente.) Gioisci della bella sensazione di aria fresca che sembra salire attraverso la spina dorsale durante la inspirazione, gioisci del tepore dell'aria espirata che permea ciascuna zona del corpo dall'alto in basso. Tu percepisci realmente questo, non ti chiedo di usare l'immaginazione! Immergi la tua consapevolezza nella bellezza di questo respiro profondo. 3 Una breve pausa tra inspirazione ed espirazione e tra espirazione ed

inspirazione avviene naturalmente. La pausa non dura più di 2-3 secondi. 3

La letteratura di riferimento dice che un Kriya Pranayama perfetto prevede che si facciano 80 respiri in un'ora – circa 45 secondi per respiro. Un principiante è ben lontano dal raggiungere un tale ritmo. Per un principiante se ciascun respiro dura 20 secondi, questo significa che la pratica è molto buona. 98

Ciascuna pausa è un momento di pace confortevole. [III] Percepisci l'energia che si muove nella spina dorsale Dopo alcuni giorni o settimane di pratica regolare, durante la inspirazione, percepirai una corrente fresca che sale attraverso la spina dorsale – o semplicemente una diffusa sensazione di fresco. Durante la espirazione percepirai una sensazione di tepore. L'espirazione potrebbe essere più lunga della inspirazione. Durante l'ultima parte della espirazione, c'è una chiara percezione dell'ombelico che si muove verso la spina dorsale. Raffinando questa esperienza – divenendo più consapevole del movimento dell’ombelico verso l’interno e dell'azione dei muscoli del diaframma – sentirai un sensazione di gioia che aumenta. [IV] Posizione della lingua: Kechari Mudra Kechari Mudra significa inserire la lingua nella cavità della faringe nasale. Il Kriya Pranayama dovrebbe essere praticato con la lingua in tale posizione. Dico ''dovrebbe'' perché non tutti riescono a praticare in tale modo. [Nel prossimo capitolo illustreremo un metodo (Talabya Kriya) per ottenere il Kechari Mudra.] Gli antichi yogi scoprirono l'importanza di connettere la punta della lingua con la sede del Prana calmo nel cervello. Di solito la lingua riesce raramente a toccare l'ugola e quasi mai riesce ad entrare nella faringe nasale. Si spiega che ciò ostacola l'essere umano dal collegarsi con la grande riserva di energia esistente nella regione del Sahasrara. La pratica del Kriya Pranayama col Kechari Mudra rappresenta una esperienza incantevole, uno dei migliori momenti della vita di un kriyaban. Comunque molti devono accontentarsi di tenere la lingua nella posizione ''baby Kechari.'' Cosa significa questo? Significa che con la punta della lingua tocchi il palato superiore nel punto dove il palato duro diventa molle. Questa semplice posizione della lingua è sufficiente a rendere la mente molto quieta.

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TRE ULTERIORI DETTAGLI TECNICI (da realizzare dopo almeno un anno di pratica) [V] Ascoltare il suono del respiro simile al suono di un ''flauto'' Rendi il suono del respiro sempre più sottile. La espirazione che sorge nella faringe nasale ha un bel suono come di un lieve fischio. 4 Tal suono è prodotto nella parte superiore della faringe nasale. La sensazione è che esso si origini dietro il Kutastha. Esso è stato paragonato al "flauto di Krishna.'' Lahiri Mahasaya lo descrisse come "simile a quando uno soffia aria attraverso il buco della serratura." Scrive che esso è come "un rasoio che taglia tutto ciò che è collegato con la mente". Esso ha il potere di eliminare ogni fattore esterno di distrazione inclusi i pensieri ed appare nel momento massimo del rilassamento. Se senti questo, hai solo un dovere: rilassarti sempre di più e lasciare che questo suono assorba completamente la tua mente. [VI] Ascoltare i suoni interiori (suoni astrali) Il suono ''come di un flauto'' di cui abbiamo parlato è una cosa (è prodotto dal respiro stesso), il suono interiore (non fisico ma astrale) di Om è altra cosa. Ebbene, una lunga concentrazione su questo suono, è la migliore azione per ascoltare i suoni astrali interiori. Questi suoni nascono dalla attività dei Chakra. Una esperienza indimenticabile avviene quando percepiamo con l'orecchio interno, il debole rintocco di una campana distante (il suono di Anahata.) L'esperienza della ''campana'' si trasforma nel suono di ''molte acque.'' Questo è il vero suono di Om che guida l'anima a viaggiare lungo la spina dorsale, contattando la Luce Divina nella parte alta della testa. Lahiri Mahasaya lo descrisse come un suono "prodotto da un gran numero di persone che continuano a colpire il disco di una campana; aggiunge anche che esso è continuo come l'olio che fluisce da un contenitore." Di sicuro, quando ascolti il suono di onde che si frangono sugli scogli, sei sicuro di muoverti nella direzione giusta. La modestia è sempre la benvenuta, ma quando questo risultato è realizzato, un'euforia positiva (come se uno avesse trovato la lampada 4

Per avere un'idea di tale suono, prendi un fischietto, soffia, più debolmente, sempre più debolmente... finché è appena udibile. Oppure prendi un campioncino vuoto di profumo senza tappo. Chiudi una narice e poni l'apertura del campioncino sotto la narice aperta. Fai una lunga, sottile espirazione. Muovi su e giù il campioncino sperimentando tutte le variazioni del suono prodotto. Ad un certo punto otterrai un fantastici fischio e penserai: "Ecco, è questo!'' 100

magica di Aladino) non potrà essere trattenuta. Nel letteratura Kriya si dice che se uno ha realizzato un Pranayama perfetto, potrà ottenere attraverso di esso qualsiasi cosa. Bene, se vogliamo pensare ad un Kriya Pranayama ideale, quanto abbiamo descritto corrisponde a tale ideale. Un fatto molto importante da capire è che l'evento di percepire questi suoni non nasce dall'intensità di un unico momento di profonda concentrazione, ma dall'accumulazione dello sforzo manifestato durante le precedenti sedute di Kriya (lo sforzo è l'attenzione meticolosa a qualsivoglia suono interiore, non importa quanto debole possa essere). Quello che è essenziale è portare avanti una continua volontà di ascoltare internamente. Ogni canto mentale delle sillaba Om dovrebbe essere permeato da una indomita volontà di inseguire l'eco di questa vibrazione finché si diventa consapevole dei suoni astrali. Le capacità di ascolto interiore di un kriyaban migliorano con l'esercizio costante. Coloro che non sono capaci di sentire alcun suono interiore, non dovrebbero concludere che qualche cosa non va. Molto probabilmente godranno del loro sforzo entro un paio di settimane. Un segnale che uno si sta muovendo verso la direzione corretta è un senso di mite pressione, come una pace liquida sopra o intorno alla testa spesso accompagnato da un certo ronzio nella regione occipitale. [VII] Dopo molte ripetizioni di Kriya Pranayama, sposta il fuoco della consapevolezza dal Kutastha alla Fontanella Questa pratica è un vero gioiello, rappresenta la quintessenza della bellezza; con essa il tempo vola senza accorgersi e quello che potrebbe sembrare un compito spossante risulta essere facile come un momento di riposo. Comunque è giusto sottolineare che la pratica del Kriya Pranayama con una forte concentrazione sulla parte superiore della testa non è appropriata per uno studente principiante o di livello medio. Sviluppare un forte magnete energetico nel Sahasrara è il modo più potente per stimolare il risveglio di Kundalini. Questo implica agire sul nostro Inconscio portando nella sfera della nostra coscienza dei contenuti che non siamo in grado di assimilare. La persona che sperimenta tutto questo, specie se è ben lontano dalla maturità emotiva, potrebbe sperimentare tutta una gamma di stati d'animo negativi. Se decidi di affrontare questa situazione, puoi, d'ora in avanti, dopo circa 4x12 ripetizione di Kriya Pranayama, spostare il centro della tua consapevolezza nella parte superiore della testa. Il Kriya Pranayama dovrà essere praticato adottando un Mudra specifico che è l'evoluzione del classico Shambhavi Mudra. Impariamolo. 101

Shambhavi Mudra è l'atto di concentrarsi sullo spazio tra le sopracciglia: questo avviene avvicinando tra di loro le sopracciglia corrugando lievemente la fronte. Ma c'è una forma evoluta di Shambhavi Mudra che richiede palpebre chiuse o chiuse a metà. (Lahiri Mahasaya nel suo ben noto ritratto mostra questo Mudra.) Gli occhi guardano verso l’alto il più possibile, come se per guardare il soffitto ma senza fare alcun movimento della testa. La leggera tensione che è percepita nei muscoli legati ai globi oculari gradualmente scompare e la posizione può essere mantenuta abbastanza facilmente. Chi osserva può vedere la sclera (il bianco dell'occhio) sotto l'iride perché quasi sempre le palpebre inferiori si rilassano. Per mezzo di questo Mudra, tutto il proprio Prana si raccoglie in cima alla testa. La pratica sembra avere una vita sua propria. A un certo momento avrai l'impressione di attraversare uno stato mentale che assomiglia all'addormentarsi per poi riacquistare improvvisamente la piena consapevolezza, scoprendo di star nuotando nella luce spirituale. È come quando un aereo emerge dalle nubi nel chiaro cielo trasparente. COME CONCLUDERE UNA SEDUTA DI KRIYA PRANAYAMA Questa è la parte più piacevole della routine. I Chakra sono come dei nodi che possono essere sciolti se "toccati" con la concentrazione. Uno si sente vasto e libero come il cielo e conosce la gioia senza forma. Pensare ad una routine Kriya che non termini con una simile dolce azione, è come immaginare un complesso musicale che salga sul palco, prepari tutti gli strumenti, li accordi e poi abbandoni il palcoscenico! Fai tre respiri profondi e poi dimentica totalmente il respiro. Muovi la consapevolezza su e giù lungo la spina dorsale, fermandoti in ciascun Chakra per 10-20 secondi.. Soffermati sul primo, spostati sul secondo, fermati … e così via. Dopo la salita al Midollo Allungato, comincia la discesa: quinto Chakra, quarto Chakra e così via... Un giro completo dura 2-4 minuti. Cerca di afferrare la dolcezza che emana da ciascun Chakra. Non limitarti ad esercitare una pressione mentale e talvolta anche fisica su ciascun Chakra. Non complicare questa procedura aggiungendo dei dettagli che potrebbero rivelarsi utili in altre tecniche ma non in questa – per esempio contrarre i muscoli vicino a ciascun Chakra, utilizzare intense visualizzazioni dei colori che la tradizione New Age abbina a ciascun Chakra, utilizzare particolari bija Mantra... Rischi di disperdere tutta la 102

dolcezza. Persino il cantare Om mentalmente in ciascun Chakra potrebbe, in questo momento, disturbare. Il segreto sta nel mantenere la consapevolezza in ciascun Chakra finché senti una particolare sensazione di dolcezza, come se quel Chakra si stesse "sciogliendo". Assumi un atteggiamento passivo e paziente con totale affidamento a quanto viene intuitivamente rivelato dalla pratica stessa. Dunque ricorda: il Pranayama mentale deve essere portato avanti con grande serietà fino al punto in cui un profondo silenzio si stabilisce nella coscienza. Proseguendo col sentiero Kriya, scoprirai che il ''Pranayama mentale'' si trasformerà nel Secondo Kriya e infine diventerà la forma suprema di Kriya Pranayama, quella che Lahiri Mahasaya chiamava Uttam Pranayama (Pranayama eccellente.) Se pratichi col giusto spirito, imparerai ad utilizzare l'intuizione nata dalla meditazione per affrontare i problemi che sorgono dalla vita. Entro la perfetta trasparenza di un ordine interiore, tutti i problemi si lasciano risolvere. Io credo che uno ''nasca'' al Kriya (comprenda la grandezza di quello che sta facendo) quando percepisce gli effetti di tale dolce pratica: la sua bellezza trabocca e inonda la vita. ".... è difficile restare arrabbiati, quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppo, il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare... e poi mi ricordo di rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta, e dopo scorre attraverso di me come pioggia. E io non posso provare altro che gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita. (American Beauty, film; 1999) "

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CAPITOLO 7 CONTINUAZIONE La pratica descritta nel capitolo precedente è unica, non ne troverai di simili per quanto riguarda bellezza e dolcezza. Ora, aggiungervi qualche cosa (Maha Mudra, Navi Kriya e Yoni Mudra) ha in sé una lieve probabilità di danneggiare questo idillio. Tu sai, l'insegnamento tradizionale del Primo Kriya include queste tre pratiche. Così Lahiri Mahasaya ha deciso. Cercherò di spiegare come utilizzarle nel migliore dei modi. Chiaramente, puoi evitarle, respingerle. Non solo, puoi decidere di praticare altre tecniche – per esempio i Pranayama tradizionali come Nadi Sodhana Pranayama, Kapalabhati, Bhastrika .... e puoi dirmi che questi sono molto più utili di quello che è dato dalla tradizione del Kriya Yoga. Questa vita è tua. Tu deciderai se trovare un posto per loro nella tua routine. A parte questo, troverai qui uno strumento estremamente utile: la Routine Incrementale di una singola tecnica. Pochi kriyabans sono informati su questa opportunità. Credimi, vale la pena soffermarsi su tale concetto. Può cambiare la tua vita! ALTRE TECNICHE CHE FANNO PARTE DELLA INIZIAZIONE AL PRIMO KRIYA: MAHA MUDRA, NAVI KRIYA, YONI MUDRA MAHA MUDRA Utilizza un tappeto posto sul pavimento per praticare la seguente procedura. Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone sinistro sia il più possibile vicino al perineo; la gamba destra è estesa in avanti. Inspira profondamente, senti l'energia che sale nella testa. Trattieni il respiro, piegati in avanti (in maniera molto rilassata) in modo di poter afferrare le dita del piede destro con entrambe le mani, tirale gentilmente un po' indietro. In questa posizione ben distesa (tipica dello stretching), il mento è premuto sul petto in modo naturale. La base della spina dorsale è contratta. Se possibile, i muscoli addominali sono leggermente tirati in dentro. Il Mantra Om è cantato mentalmente nel punto tra le sopracciglia da 6 a 12 volte. Ancora trattenendo il respiro, ritorna alla posizione iniziale e con una lunga espirazione, visualizza l'energia tiepida che scende alla base della spina dorsale.

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Fig. 2. Maha Mudra

Ripeti la procedura con il ruolo delle gambe invertito e infine ripeti la procedura tenendo ambo le gambe estese. Questo è un Maha Mudra; richiede circa 60-80 secondi. Pratica tre Maha Mudra. Nota 1 Questo Mudra deve riuscire facilmente, uno non deve farsi male! Molti non riescono a tenere la gamba diritta: in questa situazione, è importante che la gamba distesa sia un po’ piegata al ginocchio in modo che la posizione sia confortevole! Nota 2 Le scuole più serie di Kriya raccomandano che per ogni 12 Kriya Pranayama, venga eseguito un Maha Mudra – fermo restando il fatto che tre è il numero minimo. (Tanto per capirci chi pratica 60 Kriya Pranayama dovrebbe praticare per cinque volte il Maha Mudra, mentre chi ne pratica 12 o 24 dovrebbe praticarne tre.) Purtroppo, avendo ascoltato vari kriyaban, posso affermare che è un miracolo trovarne uno che pratica le tre ripetizioni previste. Ci sono persone che s’illudono di praticare correttamente il Kriya senza mai praticare neanche un solo Maha Mudra! È chiaro che, privandosi permanentemente di esso e vivendo una vita sedentaria, la spina dorsale diviene meno elastica. Col passare degli anni le condizioni peggiorano e diviene quasi impossibile mantenere per più di alcuni minuti la posizione corretta di meditazione – ecco perché il Maha Mudra è così importante per un kriyaban. Effetti Il Maha Mudra contiene tutti i tre Bandha. Applicati simultaneamente con il corpo piegato in avanti, senza usare una eccessiva contrazione, essi aiutano ad essere consapevoli di entrambe le estremità del Sushumna e producono la sensazione di una corrente energetica che si muove in alto nella spina dorsale. Col tempo è possibile percepire l'intera Sushumna come un canale raggiante. Ci sono resoconti di yogi che hanno raggiunto esperienze fantastiche usando solo questa tecnica. Secondo quando dicono, 105

la percezione di Sushumna è aumentata enormemente. Ci sono kriyaban che hanno accantonato tutti gli altri Kriya e stanno praticando 144 Maha Mudra al giorno divisi in due sessioni. Essi considerano il Maha Mudra la tecnica più utile di tutto il Kriya Yoga. Dettagli di poca importanza Ho notato che alcune scuole insistono su dettagli irrilevanti. Per esempio insistono che quando si estende la gamba destra in avanti, si deve piegare la gamba sinistra sotto il corpo in modo tale che il tallone sinistro sia il più possibile vicino al perineo. Poi il tallone sinistro riesce ad esercitare una pressione sul perineo. Questa pressione è il modo migliore per stimolare la consapevolezza del Muladhara Chakra nella regione coccigea alla base della spina dorsale. [Naturalmente quando si estende la gamba sinistra, è la gamba destra a creare pressione.] Un altro esempio è quando alcune scuole insegnano ad avvicinare il ginocchio della gamba che sta per essere allungata (o entrambi i ginocchi, prima del terzo movimento) al corpo, cosicché la parte superiore della gamba sia il più possibile vicina al petto. Le mani, con le dita intrecciate, sono poste attorno al ginocchio ed esercitano pressione su di esso. Dicono che ciò aiuta a mantenere la schiena diritta e fa sì che il suono interiore del Chakra Anahata diventi udibile. Un altro dettaglio è questo: sappiamo che nella posizione estesa, l’alluce è afferrato con fermezza. Ebbene si insegna che l’unghia dell’alluce destro (sinistro) sia premuta col pollice della mano destra (sinistra) mentre l’indice e il dito medio siano dietro di esso. La mano sinistra (destra) tiene a mo’ di coppa la pianta del piede. Quando la procedura è ripetuta con entrambe le gambe estese, le mani allacciate afferrano entrambi i pollici. NAVI KRIYA (tre varianti) Per molte persone questa tecnica è noiosa e la saltano. In effetti non è strettamente necessaria. Lo diventerà quando si affronterà un particolare insegnamento previsto nei cosiddetti Kriya superiori, precisamente: la Forma Evoluta del Thokar. Io ho trovato tre varianti del Navi Kriya e ritengo utile presentarle in modo che il lettore abbia una possibilità di scelta. Navi Kriya. Prima variante – la più comune Dimentica il respiro, lascia che esso sia naturale. Abbassa il mento sulla cavità della gola. Om è cantato 100 volte – o con la voce, o mentalmente – nella zona dell'ombelico. Il mento è poi sollevato quanto possibile e Om è 106

cantato circa 25 volte nel terzo Chakra Manipura. Questo è un Navi Kriya. Pratica quattro Navi Kriya. In questo esercizio, volendo, anche le mani possono essere coinvolte. Con le dita intrecciate, palme in basso e i polpastrelli dei pollici che si toccano, i pollici premono leggermente l'ombelico assieme a ciascun canto di Om. Quando poi il mento è sollevato, le dita vengono intrecciate dietro con il palmo delle mani rivolto verso l’alto. Per ciascun Om, i pollici praticano una pressione leggera sulle vertebre lombari. Questa tecnica viene ripetuta quattro volte. Navi Kriya. Seconda variante – la più bella e utile Questa variante prevede uno straordinario lavoro sul Dantian. Il Dantian è un importantissimo centro localizzato nella regione tra l'ombelico e il terzo Chakra, ma un po più in basso di circa 6 centimetri. Può essere visualizzato come una sfera di circa quattro centimetri di diametro. Entrare con la consapevolezza all'interno del Dantian è qualcosa di fantastico. Questa variante del Navi Kriya incatena l'attenzione in un modo che nessun'altra variante riesce a produrre. Il suo dolce muovere l'energia lungo la circonferenza della testa ha un effetto che non ha paragoni. Come praticare. Abbassa il mento sulla cavità della gola. Fai una breve inspirazione (due secondi al massimo, senza concentrarti nulla in particolare), seguita da una lunga espirazione durante la quale percepisci l’energia che scende dalla fronte lungo un sentiero esterno al corpo, si muove verso l’ombelico, lo attraversa e raggiunge il Dantian. Durante questa lunga espirazione, Om è cantato mentalmente, rapidamente, da 10 a 15 volte, seguendo la discesa dell’energia lungo il percorso. Dopo una breve sosta nel Dantian, la testa ritorna nella posizione normale. Una breve inspirazione solleva nuovamente l’energia in testa. Tutto ora si ripete ma la discesa dell'energia avviene lungo un sentiero diverso. La testa si piega, non in avanti, ma sulla spalla sinistra – la faccia non è girata, uno guarda sempre in avanti. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om, Om, Om…) accompagna il movimento verso il basso dell’energia che scende dalla parte sinistra del cervello, si muove lungo un sentiero esternamente al corpo alla sua sinistra – come se spalla e braccio non esistessero. L'energia scende fino alla parte sinistra della cintura, l'attraversa e si muove verso il Dantian. La testa ritorna nella posizione normale. Dopo una breve inspirazione, la testa ora si piega indietro. Una lunga espirazione (assieme al canto di Om, Om, Om…) accompagna il movimento verso il basso dell’energia che parte 107

dalla zona occipitale e si muove (esternamente al corpo) giù verso la cintura dove si piega, passa attraverso il terzo Chakra Manipura e si muove verso il Dantian. La procedura è ripetuta allo stesso modo sul lato destro.

Fig. 3. Variante importante del Navi Kriya: l'energia entra nel Dantian lungo quattro direzioni

Questa ultima espirazione chiude il piccolo ciclo costituito da quattro espirazioni accompagnate da quattro discese dell'energia verso la cintura e, attraversandola, verso la regione del Dantian. Questo mini ciclo è ripetuto per 9 volte. In conclusione ci sono 4x9 = 36 discese di energia. Quanto abbiamo descritto può durare da 8 a 10 minuti ed è equivalente a 4 ripetizioni della forma base del Navi Kriya. Navi Kriya. Terza variante – bella Visualizza un sottile canale che esce dal punto tra le sopracciglia si piega e scende nell'ombelico. Si tratta di cantare il Mantra Om alternativamente tra il punto tra le sopracciglia e l'ombelico. Precisamente, quando ti viene naturale fare una inspirazione, inspira, sali con la coscienza lungo il canale visualizzato, dall'ombelico al punto tra le sopracciglia, soffermati un istante e canta Om mentalmente. Quando ti viene naturale espirare, espira, scendi con la coscienza lungo il canale visualizzato fino all'ombelico, soffermati un

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istante e canta Om mentalmente. Ripetendo questo, sentirai in modo molto marcato, che il respiro si calma e tende a scomparire.

Fig. 4. Navi Kriya

Quando Om è cantato circa 100 volte, solleva il mento. Visualizza un altro sottile canale che collega (esternamente al corpo) il Bindu con il terzo Chakra. Lascia che il tuo respiro fluisca liberamente su e giù in quel canale. Quando Om è cantato circa 25 volte in tutto, riprendi la normale posizione del mento. Ripeti questo esercizio quattro volte. YONI MUDRA Dopo una profonda inspirazione, avendo guidato l’energia nella parte centrale della testa, chiudi gli orecchi con i pollici, le palpebre con gli indici, le narici con i medi, le labbra con l’anulare e il mignolo. Trattieni il respiro ripetendo mentalmente diverse volte Om ed osserva qualsivoglia luce nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro finché ciò è confortevole. I gomiti sono paralleli al suolo e puntano verso l'esterno. Non lasciare che scendano per la fatica, sostenili in qualche modo, se necessario. Durante questa azione volta a percepire la luce, gli indici non devono premere sugli occhi – questo sarebbe dannoso e di nessuna utilità! Puoi tirare in giù le palpebre con gli indici e premere sulla parte superiore degli zigomi. Quando ne senti la necessità, espira, scendendo con la consapevolezza lungo la spina dorsale. Questo è lo Yoni Mudra che è eseguito, normalmente, una volta sola. 109

Fig. 5. Yoni Mudra

Dopo lo Yoni Mudra, rimani concentrato fin quando ti è possibile nel punto tra le sopracciglia cercando di percepire la luce del Kutastha. Poi apri gli occhi e guarda quello che è di fronte a te senza focalizzarti su nulla in particolare. Guarda senza guardare. Dopo un po' diventerai consapevole di una sottile linea di luce bianca, ammorbidita, come un alone, attorno a tutti gli oggetti. La luce diverrà progressivamente bianca e più grande. Evita di pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5 minuti chiudi i tuoi occhi e rimani fermo un poco prima di alzarti. L'istruzione fondamentale che viene data dopo aver chiarito bene la tecnica, è di aumentare di una al giorno il numero delle ripetizioni di Om (durante il trattenimento), fino ad un massimo di 200. Non si deve mai forzare. Ma come è possibile arrivare a questi risultati senza forzare? Ci si accorge che soddisfare questa richiesta è di una difficoltà enorme. Io credo che si possa affrontare seriamente questa impresa solo dopo essersi confrontati con la procedura del Thokar. Per il momento, per coloro che vogliono almeno, incominciare tale cammino condivido un semplice rimedio che può diminuire il disagio di un lungo Kumbhaka. Alla fine di una moderata inspirazione (non la tipica del Kriya Pranayama, ma una molto breve), chiudi fermamente tutte le aperture della testa tranne le narici, lascia uscire una piccola quantità di aria, poi immediatamente chiudi le narici. Rilassa i muscoli del torace come se tu volessi 110

incominciare una nuova inspirazione: ciò dà la sensazione che il respiro sia divenuto calmo nella zona che va dalla gola al punto tra le sopracciglia. In questa situazione, la concentrazione sul punto tra le sopracciglia e la ripetizione di Om, può essere portata avanti abbastanza a lungo. Osservazione Alcuni dicono che questa tecnica si pratica solo di notte, come finale della routine. In realtà lo si può praticare sempre! Nondimeno la tecnica è fatta meglio nella calma profonda della notte, quando il silenzio è tutto attorno ed uno è totalmente e perfettamente rilassato. Lo Yoni Mudra genera una tale concentrazione di energia nel punto tra le sopracciglia che la qualità del sonno seguente cambia per il meglio. In altre parole, dopo avere attraversato gli strati del subconscio la consapevolezza può raggiungere il cosiddetto stato di "Supercoscienza." VARI MODI PER CONCEPIRE UNA ROUTINE KRIYA Ebbene, avendo tutte queste tecniche, come si può concepire una buona routine Kriya? Ci sono varie possibilità. Porto solo tre esempi. [Il discorso verrà ripreso nel capitolo 12.] Primo esempio: Maha Mudra K. Pranayama Navi Kriya Pranayama mentale

Secondo esempio: Maha Mudra Navi Kriya K. Pranayama Pranayama mentale

Terzo esempio: K. Pranayama (solo 12) Maha Mudra Navi Kriya ancora K. Pranayama Pranayama mentale

Consiglio di praticare lo Yoni Mudra a parte: quest'ultima tecnica è così delicata che, fatta non perfettamente, rischia di rovinare tutta l'esperienza. DEFINIZIONE DI ROUTINE INCREMENTALE Una pratica quotidiana dello stesso insieme di tecniche Kriya, senza cambiare il loro ordine di pratica e il numero delle ripetizioni, è ovviamente il modo migliore per incominciare il percorso Kriya. Non c'è sostituto valido a questo, per lo meno nei primi tre mesi. Ma, se dopo un paio di anni di paziente applicazione della stessa routine, tu dovessi accorgerti che il tuo sforzo è stato totalmente inefficace e che l'entusiasmo iniziale è andato perduto, hai la possibilità di rinascere al sentiero spirituale provando ad utilizzare il tuo tempo in modo radicalmente diverso. Lo so bene che rivolgendoti ad un kriyaban di indole dogmatica riceverai il 111

classico ammonimento: "Tu sei troppo legato ai risultati. Anche se ti sembra che il Kriya non funzioni, sii leale ad esso e prosegui imperterrito come hai fatto finora.'' Forse ti racconterà la storia di quel kriyaban leale che ebbe la sua prima esperienza spirituale poco ore prima di morire! Orbene, non ho mai avuto dubbi sul fatto che uno debba continuare la pratica del Kriya pur attraversando fasi apparentemente improduttive. Eppure tantissimi kriyaban abbandonano tutto. Raggiungono un punto di stallo dove ulteriori progressi sembrano impossibili. L'idea di dover praticare il Kriya quotidianamente per tutta la vita a causa di una promessa fatta al momento dell'iniziazione diviene, per molti, un incubo, una gabbia da cui vogliono fuggire. Definizione Una Routine Incrementale consiste nell'utilizzare una sola tecnica il cui numero di ripetizioni viene gradualmente aumentato fino a raggiungere un elevato numero di ripetizioni il cui ammontare ci è stato tramandato dalla tradizione Kriya. Si pratica solo un giorno alla settimana. Pensiamo a quello che succede nell'atletica. Lo so che il Kriya non è uno sport ma negli stadi iniziali del Kriya, mentre si applicano le sue diverse tecniche psico-fisiche, ci sono dei punti in comune con l'essenza dell'atletica. Entrambi rifuggono l'impiego della forza bruta, entrambi si avvantaggiano dal fatto di porsi degli obiettivi ben precisi e dal canalizzare diligentemente la propria forza verso il raggiungimento di essi. Entrambi richiedono di valutare il proprio modo di esecuzione onde imparare dall'esperienza. Ora, quello che avviene nell'atletica ci fornisce un buon esempio di come sia possibile progredire. Atleti che desiderano raggiungere dei traguardi degni di nota devono in qualche modo aumentare l'intensità e la qualità della loro pratica. Solo tramite sedute molto intense, dove essi spingono al massimo il loro grado di resistenza fisica e mentale, essi riescono a fornire prestazioni altrimenti irraggiungibili. Questa è una legge cui nessuno sfugge. Naturalmente ciascuna seduta deve essere seguita da diversi giorni di riposo onde ottenere un recupero totale.

ROUTINE INCREMENTALE DEL NAVI KRIYA Di Sabato – o qualsivoglia giorno libero – dopo una breve pratica di Maha Mudra e Kriya Pranayama, pratica il doppio delle ripetizioni del Navi Kriya. È saggio scegliere la variante più bella del Navi Kriya, quella in cui una unità consiste di 36 discese di energia nel Dantian. Incomincia praticando 36 x 2 = 72 discese. I prossimi passi saranno 36 x 3, 36 x 4 … 36 x 19, 36 x 20. Non serve andare oltre le 36 x 20 ripetizioni. Farai queste 112

tappe fondamentali non più di una per settimana. E gli altri giorni della settimana? La risposta ti meraviglierà: ''Non fare niente o accontentati di una pratica breve di Kriya.'' L'aumento di questa tecnica deve essere graduale. Se pensi di fare il furbo e fare subito tantissime ripetizioni tutte in un colpo, sappi che è come fare niente, perché i canali interiori si chiudono. I nostri ostacoli interiori non possono essere eliminati in un giorno, non solo perché la nostra costituzione non è abbastanza forte ma anche perché la nostra forza interiore per dissolverli è inizialmente debole. Inoltre, questo processo dovrebbe integrarsi con una regolare vita attiva. Se pratichi sempre nella tua stanza, fai in modo di goderti di una lunga passeggiata nella sera. Ogni cosa procederà armoniosamente e sicuramente sperimenterai la benedizione di un silenzio carico di beatitudine. Il giorno seguente, concediti un giorno di riposo da tutte le pratiche Kriya e regala alla tua mente il balsamo di un lungo, tranquillo Japa. Sta a te rendere il più piacevole possibile la giornata dedicata alla pratica. È consigliabile dividere le lunghe sedute in due parti – il tutto deve ovviamente essere completato prima di andare a dormire. Puoi chiudere ciascuna parte distendendoti su un tappetino in Savasana (la posizione del cadavere) per alcuni minuti. Puoi completare parte della pratica al mattino ma senza fretta, rispettando ogni dettaglio. Nel pomeriggio, dopo un pasto leggero ed un piccolo sonnellino, esci se puoi, raggiungi un luogo bello dove ti puoi sedere e contemplare la natura. Poi, assorbito nella pratica e perfettamente a tuo agio, completa il numero di ripetizioni che mancano. Vedrai come gli effetti aumenteranno quando il giorno cederà al crepuscolo. Effetti di questa pratica Un buon effetto di questa pratica è scoprire un notevole aumento della chiarezza mentale, probabilmente dovuto ad una forte azione sul terzo Chakra che governa il processo pensante. Un processo logico più calibrato, preciso e chiaro sorgerà da questa più efficiente sinergia tra pensieri ed emozioni. L'intuizione fluirà liberamente e fronteggerà quei momenti della vita in cui si devono prendere importanti decisioni. Sfortunatamente, tratti di durezza potrebbero apparire talvolta nel tuo temperamento. Ti troverai a dire alcune cose che altri trovano offensive e taglienti ma che per te, in quel momento, sono l'espressione di una necessaria sincerità. Sostenuto da una luminosa intuizione interiore, potresti ferire a parole i tuoi amici e solo ore dopo, solo e distaccato, 113

osservare come quelle parole erano inopportune. Per capire l'origine di questo problema, cerchiamo di capire che cosa significa ''tagliare'' il nodo dell'ombelico. (Il Navi Kriya è praticato principalmente per questa ragione e secondariamente per unificare Prana e Apana e attrarli nella spina dorsale.) Ebbene, si spiega che tagliare il cordone ombelicale al momento della nascita crea una divisione di un'unica realtà in due parti: quella spirituale e quella materiale. La parte spirituale, che si manifesta come gioia e calma, si situa nei Chakra più elevati e nella testa; la parte materiale si stabilisce nei Chakra più bassi. Questa separazione tra ''spirito'' e ''materia'' entro ciascun essere umano è una fonte permanente di laceranti conflitti. Per mezzo di questa Routine Incrementale avviene il risanamento di questa frattura. Sebbene il risanamento sia un evento armonioso, ciò che traspare all'esterno può essere interpretato negativamente dagli altri. La personalità di un kriyaban è destinata a raccogliersi idealmente attorno ad un punto centrale e tutti i conflitti interiori sono risanati. Gli effetti sono osservati chiaramente nella vita pratica. Un ordine interiore si stabilisce in modo ineluttabile; ciascuna azione sembra circondata da un alone di calma e sembra andare diritta verso lo scopo. Ricordiamo l'atteggiamento di Achab nel Moby Dick di Herman Melville: "Deviarmi? Voi non potete deviarmi,... Il percorso verso il mio scopo fisso è posato con sbarre di ferro, su cui la mia anima è scanalata per correre. Nulla è di ostacolo, nulla deforma la dirittura della mia strada di ferro!"

Questa pratica trasforma la qualità del tuo respiro Quando pratichi più di 36x4 Navi Kriya, i movimenti della testa si notano appena. In altre parole, il movimento del mento in avanti, indietro, e lateralmente si riduce a un paio di millimetri! Questo viene spontaneo poiché la pratica si interiorizza. Allo stesso tempo, quello che avviene al tuo respiro è un fenomeno veramente degno di nota! Nello stesso momento in cui viene formulata la volontà di espirare, si sente come se i polmoni non riuscissero a muoversi. Alcuni istanti dopo la consapevolezza di un qualche cosa di sottile che comincia a scendere nel corpo accompagna una espirazione molto piacevole. L'espirazione diventa come un atto mentale, come una pressione interiore che si estende ovunque e che produce un particolare senso di benessere, armonia e libertà. Si ha la sensazione di poter restare così per sempre. L’aria esce ancora dal naso ma colui che pratica giurerebbe che questo non avvenga. Questa può essere 114

considerata la prima timida apparizione del Respiro interiorizzato (detto anche Kriya delle cellule) che avremo occasione di discutere nel Capitolo 16. ROUTINE INCREMENTALE DEL KRIYA PRANAYAMA Rispondiamo ad una ovvia domanda: ''Perché dovrei praticare la routine incrementale del Navi Kriya prima di quella del Kriya Pranayama? La ragione è che il Navi Kriya crea quella solidità che permette ad uno di affrontare la pratica molto impegnativa della Routine incrementale del Kriya Pranayama. Bene, presentiamo questa routine. 36 x 1, 36x2, 36x3, ….36 x 20 respiri Kriya è il miglior piano. Un piano più leggero ma comunque valido, è : 24 x 1, 24 x 2, 24x3, …..24 x 24. Nel capitolo 6 abbiamo mostrato diversi aspetti del Kriya Pranayama, fai in modo che siano tutti presenti. Incomincia con i dettagli più semplici e, dopo un certo tempo, introduci gli altri. Quando la pratica è spezzata in due o tre parti – per esempio tra mattina e pomeriggio – comincia sempre riconsiderando i dettagli più semplici. Vai avanti prudentemente. Rispetta il ritmo del respiro adatto alla tua costituzione. Se in certi momenti realizzi che il respiro è effettivamente alquanto breve, non fartene un problema! Comunque, durante ciascuna fase del processo, è importante mantenere sempre un filo di respiro, fino al completamento del numero che in quella giornata si è deciso di praticare. In altre parole, il processo non dovrebbe mai diventare puramente mentale. Se lo gradisci, introduci il Mantra di 12 sillabe "Om Namo Bhagabate Vasudevaya" (Om Na Mo Bha Ga Ba salendo e Te Va Su De Va Ya scendendo.) Questo ti aiuta a tenere il respiro non troppo breve. Nota 1 Durante questo periodo molto delicato, puoi praticare il Nadi Sodhana Pranayama sia durante la settimana che il giorno stesso della pratica della Routine Incrementale. Utilizza questa utile tecnica anche se non è parte del Kriya Yoga canonico. Come ho già segnalato, il Nadi Sodhana è molto più importante di quanto gli esperti kriyaban abbiano la volontà di ammettere. La sua pratica dovrebbe sempre essere abbinato alle tecniche base del Kriya Yoga. Grazie ad essa, un principiante riceve una drammatica trasformazione – vari schemi di squilibrio energetico scompaiono. Senza questa azione equilibratrice non è facile ottenere una prontezza attenta ma pacata che è la base stessa dello stato meditativo del Kriya. È una comune esperienza che dopo una lunga pratica di Nadi Sodhana, senza aggiungere 115

alcun'altra tecnica ci si ritrovi in uno stato meditativo, sorto naturalmente. Nota 2 Non meravigliarti se in certi momenti questa routine diventa uno straordinario viaggio nella memoria. Accadde infatti che, concentrando la propria attenzione sui Chakra, otteniamo un particolare effetto: lo schermo interiore della nostra coscienza comincia a mostrare molte immagini. Questo è un fatto fisiologico e abbiamo tutte le ragioni per sospettare che coloro che dicono di esserne esenti, probabilmente non hanno abbastanza lucidità per notarlo. I Chakra sono come scrigni contenenti la memoria dell'intera propria vita: essi fanno sorgere il pieno splendore di reminiscenze perdute. L'essenza di eventi passati (la bellezza contenuta in essi e mai apprezzate appieno) è rivissuta nel quieto piacere della contemplazione mentre il cuore, talvolta, è pervaso da un pianto trattenuto. È una rivelazione: la luce dello Spirito pare brillare in quelli che sembrano banali attimi della nostra vita. Altre routine incrementali Possiamo concepire diverse Routine Incrementali. Ciascuna tecnica praticata in modo intensivo, farà sorgere degli effetti specifici – percepiti particolarmente nel giorno successivo alla pratica. Alcuni effetti possono talvolta essere motivo di preoccupazione. [Un kriyaban deve avere familiarità con le leggi fondamentali della psiche umana.] Se volete praticare una Routine incrementale di qualsivoglia tecnica e non avete un esperto accanto a voi ad aiutarvi nel progettare in numero di ripetizioni, ricordate il seguente criterio: il primo passo dovrebbe impegnarvi per 15-20 minuti, poi, con le settimane seguenti, continuate ad aumentare il numero di ripetizioni fino ad arrivare a sei ore o poco più. KECHARI MUDRA Per ottenere il Kechari Mudra si pratica il Talabya Kriya che descriviamo ora. ● Talabya Kriya La lingua è rilassata, la punta tocca il lato interno dell'arcata superiore dei denti. Ebbene, partendo da questa posizione, premi l'intero corpo della lingua contro il palato superiore per creare un effetto ventosa. NON VOLGERE LA LINGUA ALL'INDIETRO! Quando hai creato l'effetto ventosa, abbassa la mascella inferiore (aprendo ovviamente la bocca) sentendo distintamente l'allungamento del frenulo (il frenulo è il tessuto che unisce la lingua alla base della bocca). Libera la 116

lingua con uno schiocco, poi spingila fuori dalla bocca in modo che punti verso il mento. All'inizio non superare le 10 ripetizioni al giorno onde non sforzare troppo o produrre una ferita al frenulo. In seguito potrai raggiungere le 50 ripetizioni in circa due minuti (110-120 secondi.)

Fig. 6. Parte più importante del Talabya Kriya

Purtroppo alcuni non comprendono subito come far aderire la lingua al palato come una ventosa prima di aprire la bocca e stirare il frenulo. Talvolta, anche se glielo si mostra di persona, non sono capaci di eseguirlo correttamente. A mio avviso il principale errore è di concentrarsi troppo su dove porre la punta della lingua. L'effetto ventosa si ottiene con l'intero corpo della lingua: la punta della lingua deve essere rilassata. Nota

La tecnica del Talabya Kriya può essere arricchita massaggiando sia i muscoli della lingua che il frenulo con le proprie dita. Lahiri Mahasaya era assolutamente contrario al taglio del frenulo per ottenere risultati più veloci e più facili. Nei testi di Hatha Yoga ci sono altri consigli per allungare il frenulo. Uno molto noto è avvolgere un pezzo di tela attorno alla lingua e con l'aiuto delle mani, tirare gentilmente (rilassando e ripetendo diverse volte) la tela sia orizzontalmente che in su, verso la punta del naso. Spero sia chiaro che Talabya Kriya e Kechari Mudra sono due pratiche completamente diverse! Se tu apri la bocca davanti ad uno specchio durante la prima parte del Talabya Kriya potrai vedere le parti concave che si formano su ciascun lato del frenulo – esso appare isolato dal corpo della lingua. Invece quando pratichi il Kechari Mudra, è l'ugola che viene in avanti mentre la lingua rimane dietro essa. 117

Talabya Kriya è una tecnica che oltre a servire al raggiungimento del Kechari Mudra, crea un percepibile effetto rilassante sul processo del pensare. Quindi Talabya Kriya non dovrebbe essere considerato un semplice esercizio per stirare (allungare) il frenulo della lingua. Quando la lingua si attacca al palato e la bocca è aperta, in quell'istante la frattura energica tra il nostro corpo e la riserva di Prana statico localizzata nella parte superiore della testa è momentaneamente guarita. Questo fatto ti conduce facilmente nello stato meditativo. Anche dopo aver padroneggiato il Kechari Mudra, il Talabya Kriya non dovrebbe mai essere messo da parte in quanto esso crea un distinto effetto calmante sul processo di formazione dei pensieri. Non è facile giustificare per quale motivo, agendo sul frenulo, sia possibile riuscire a calmare il processo di formazione di pensieri inutili. Sta di fatto che chiunque può osservare questo effetto. Strano a dirsi, il Talabya Kriya non richiede concentrazione su alcunché di preciso, esso è solo una pura azione fisica. Proprio come semplice tentativo di giustificare questo, possiamo far notare come la semplice pressione della lingua contro il palato superiore, mantenendo l'effetto di suzione sul palato per 10-15 secondi, può, in sé e per sé, generare particolare sensibilità nell'area del Midollo Allungato, e questo avviene in poco tempo. Anche il dettaglio di estendere la lingua gioca un ruolo importante. Quando la lingua è pienamente estesa, essa tira con sé alcune ossa craniali e guida alla decompressione di tutta l'area. ● Controlla se sei vicino al Kechari Mudra Dopo diversi mesi di pratica quotidiana del Talabya Kriya, è giusto provare a controllare quanto siamo vicini al Kechari Mudra. Controlliamo quindi se la punta della lingua riesce a toccare l'ugola, utilizzando le dita per spingere la base della lingua verso l'interno. Se la punta della lingua tocca l'ugola, allora per alcuni minuti al giorno, prova a spingere di più la base della lingua verso l'interno finché la punta riesce a superare l'ugola (ovvero ad andare oltre essa) e forse anche a toccare la faringe dietro di essa. Un giorno la punta della lingua entrerà per un breve tratto nella faringe nasale. Probabilmente, non appena verranno tolte le dita che premono sulla base della lingua, essa scivolerà subito fuori. Ma, dopo altri giorni di esercizio, rimarrà come "intrappolata" in quella posizione. Questo è un momento di svolta. Il palato molle (la parte da cui pende l'ugola) funge da fascia elastica impedendo che la lingua scivoli fuori. Sforzandoti ogni giorno di praticare almeno 6-12 Kriya Pranayama con la lingua in questa posizione – nonostante ci siano degli inconvenienti come 118

per esempio un aumento della salivazione e quindi ogni tanto il dover inghiottire – la pratica diventa facile e confortevole.

Fig. 7. Posizione della lingua quando uno entra nella faringe nasale

Dopo circa tre settimane che pratichi in tal modo, dovresti essere capace di raggiungere la stessa posizione senza usare le dita. La lingua riuscirà ad entrare da sola nella cavità naso faringea. Ci sarà sempre spazio in tale cavità per inspirare ed espirare attraverso il naso. La letteratura Kriya afferma che la lingua può anche essere spinta più in alto. Come qualsiasi atlante d’anatomia può mostrare, la lingua, quando riempie la faringe nasale, non può estendersi ulteriormente. Quella affermazione dovrebbe essere perciò compresa come un cenno a quanto una normale persona pensa che stia avvenendo. In effetti, estendendo la lingua al massimo limite, è possibile sperimentare una grande forza di attrazione verso il punto tra le sopracciglia, assieme alla sensazione di aver raggiunto, con la punta della lingua una posizione più elevata. ● Primi effetti del Kechari Mudra Durante le prime tre settimane di impiego del Kechari Mudra, si può sperimentare un senso di "intontimento" dove le facoltà mentali sembrano essere ottuse. Preparati per questa eventualità e prendi in considerazione durante questo periodo di astenerti dal guidare e da qualsiasi lavoro che implichi una significativa percentuale di rischio. Il Kechari Mudra ha un effetto notevole sulla calma della mente. Quando diventerai stabile in questo Mudra, noterai un calmarsi di tutti i pensieri inutili. Il chiacchiericcio della mente cessa; il silenzio e la trasparenza diventano la caratteristica del proprio stato di coscienza. La mente lavora in 119

modo più sobrio e gioisce di un indispensabile riposo; ciascun pensiero diventa più concreto e preciso. Dopo alcuni mesi di pratica costante e indomita, la punta della lingua riuscirà a toccare il punto di confluenza del passaggio nasale entro la cavità del palato. Il tessuto soffice sopra i fori nasali nella parte interna delle narici è descritto nella letteratura Kriya come un' "ugola sopra l'ugola". La punta della lingua tocca questa piccola zona e ci rimane "attaccata" in modo confortevole. ● Necessità del Kechari Mudra per praticare i Kriya Superiori La letteratura di riferimento sul Kriya afferma che raggiungere il Kechari Mudra è cruciale per essere iniziati nei Kriya superiori. Non è raro che un insegnante di Kriya chieda di vedere l’effettiva esecuzione del Kechari invitando ad aprire la bocca di fronte a loro e controllando che la lingua scompaia nella cavità nasale. Quantunque grande sia l'effetto del Kechari Mudra, io credo fermamente che esso sia importante ma non indispensabile. L'affermazione che ho spesso ascoltato – "Finché uno non si è stabilito nel Kechari Mudra, non può raggiungere lo stato di Eterna Tranquillità" – è FALSA! È inconcepibile che il raggiungimento del Kechari crei una netta divisione tra le persone. Relegati ad una classe inferiore resterebbero quei poveretti che non avranno mai i Kriya superiori solo perché non riescono a realizzare un qualcosa di fisico che non dipende dal loro sforzo ma solo dalla loro costituzione. Non riusciranno mai ad accelerare il loro sentiero spirituale come quei kriyaban che la natura ha dotato di un frenulo più lungo o di una faringe nasale più accessibile alla punta della lingua.... questa idea è assurda! La decisione di PY di concedere l'iniziazione ai Kriya Superiori a coloro che sono incapaci di praticare il Kechari Mudra ha la mia piena approvazione. Considerando poi l'attitudine di Lahiri Mahasaya a prendere parte alle umane sofferenze, credo che anche lui si sia comportato similmente.

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CAPITOLO 8 UN MODO FANTASTICO DI PRATICARE IL KRIYA PRANAYAMA Tecnica del Kriya Pranayama come spiegata da Sri R. Mukherjee Il Kriya Pranayama come insegnato da Sri Mukherjee è stata la migliore scoperta nel campo del Kriya sin dalla mia iniziazione al Kriya nel 1975. Sri Mukherjee è una bella persona, uno yogi di buon cuore, gentile ed aperto. I suoi progetti sono ottimi. Mi ha detto una cosa che nessuno mai mi aveva detto: "Non voglio lasciare questo corpo permettendo che questo Kriya originale muoia con me.'' Egli vuole realmente fare qualche cosa di pratico in questa direzione. Per adesso mi ha chiesto di comunicare il suo Primo Kriya ad ogni persona sinceramente interessata. Ciò può avvenire verbalmente e anche attraverso materiale scritto postato sul mio sito web (come questo capitolo.) Non mi ha chiesto (come altri insegnanti fecero) di togliere dal mio libro tutte le altre tecniche Kriya che avevo appreso in passato da altri insegnanti. Sebbene lui non riconosca come Kriya originale quello che ho riportato, esso, dice, rappresenta il mio passato, incarna la mia difficile ricerca e quindi deve rimanere. Penso che questo segno di rispetto sia molto raro. Incomincio quindi questo capitolo spiegando come lui intende vada praticato il Kriya Pranayama. Premessa Noi pratichiamo il Kriya Pranayama per entrare con la coscienza in Sushumna. Per realizzare questa impresa noi dobbiamo anzitutto rendere il respiro estremamente sottile. Per entrare in Sushumna è necessario comportarsi con delicatezza estrema. Questo è possibile se, durante il Kriya Pranayama, lo sguardo interiore rimane fisso nel punto centrale dell'occhio spirituale e in nessun altro luogo! Questo punto è il Kutastha. Poniamo dunque nel Kutastha tutta l'attenzione. Controlliamo che non ci sia sforzo per gli occhi; tutto deve essere naturale. Molti cercano di attrarre e poi sollevare l'energia nel Sushumna con forza, in modo grossolano. Ma se questo avviene, Kundalini non si muove verso 121

l'alto ma si disperde nel corpo; ciò crea dei disturbi fisici in quanto inizialmente le Nadi sono parzialmente bloccate. Allora il Kriya Pranayama produce solo stress e nervosismo. Molti si sforzano di produrre sin dall'inizio i suoni tipici del Kriya nella gola e si sforzano di creare una forte visualizzazione dell'energia che sale e scende nella spina dorsale … tutto questo non va bene! Perciò, ripeto, noi dobbiamo cominciare in un modo estremamente semplice e procedere senza aspettarci subito l'apparire dei risultati promessi. Allora, certamente, qualcosa di profondo e significativo accadrà quando il sistema psico fisico sarà pronto. Per quanto riguarda la posizione della lingua, il baby Kechari è abbastanza per adesso. [Baby Kechari significa tenere la punta della lingua in su, toccando la parte molle del palato.] Istruzione principale Mantenendo entrambe le spalle in una posizione naturale, espandendo un poco il torace, portando la schiena in una posizione diritta, abbassando dolcemente il mento, guardando fisso mentalmente tra le due sopracciglia, la posizione è mantenuta stabile senza sforzo. Non incrociamo gli occhi, ma ci poniamo nel punto tra le sopracciglia come se questo fossi una grotta dove ci rifugiamo. Incominciamo dunque. Fai un respiro profondo. 5 Canta mentalmente Om 6 volte nel Kutastha durante l'inspirazione e 6 volte durante l'espirazione. Diversamente da altre forme di Kriya, durante questa parte iniziale tu non poni Om nella sede fisica di ciascun Chakra. Anzi, diciamo che tu non senti affatto il corpo. Il respiro non deve richiedere sforzo – perciò non creare (per ora) alcun suono nella gola. Forse questo non ti sembrerà un modo corretto di praticare il Kriya, ma ti prego di praticare proprio così. Se il tuo respiro è molto breve, accetta questa situazione senza tentare, con disagio, di allungare il respiro. Un respiro più lungo apparirà spontaneamente dopo un certo numero di respiri tranquilli. Quello che conta è che tu rimanga con la concentrazione sul Kutastha cantando mentale di Om 6+6 volte. In sintesi, mentre inspiri ed espiri, tu ''bussi'' alla porta del Kutastha cantando mentalmente Om 6+6 volte. 5

Quello che conta è che il respiro sia tanto profondo quanto serve per cantare mentalmente con facilità 6 +6 Om. 122

Il numero raccomandato di respiri è 108 durante una seduta ininterrotta. Tanto per capirci, tu alla fine (se non ti sarai addormentato e se non sarai disturbato da eventi esterni al punto di interrompere la pratica) avrai cantato mentalmente la sillaba Om 12x108=1296 volte. Spieghiamo che ''bussare'' con Om nel Kutastha da il potere di toccare mentalmente il punto centrale di ogni Chakra. Questo fatto avviene spontaneamente, così non cercare di anticipare tale evento per mezzo di visualizzazioni complicate. Cerca solo di essere nel Kutastha e non visualizzare alcunché. Il sesto Chakra Ajna governa tutto: esso è già allineato e quindi collegato con ciascun Chakra. Tutti i Chakra esistono entro il Kutastha. Mi spiego: quando inspiri ed espiri, se tu canti mentalmente Om il numero prescritto di volte nel punto centrale del Kutastha, questo sottile azione si riverbera in ciascun Chakra automaticamente, ovvero anche se non ne sei consapevole. Nel Kutastha c'è solamente una sfera di Luce e tutto accade lì. Il tuo corpo, la tua spina dorsale, ogni cosa è lì. Cosa avviene proseguendo con questa pratica Andando avanti, l'esercizio diviene sempre più piacevole. Col tempo [se non accade oggi, accadrà domani: bisogna aver pazienza e incoraggiare il giusto atteggiamento] sentirai che la spina dorsale esiste, che è possibile percepirla in tutta la sua lunghezza. Non c'è nulla di particolare da fare. Non cercare di ottenere questo spostando in basso la coscienza! Ogni cosa avviene automaticamente. Nel frattempo noterai che il respiro è più lento e anche il canto mentale dei vari Om è più calmo e gradevole. A un certo punto sentirai che i sei Chakra esistono. Non è detto che alla visione interiore appaia la colonna spinale con i sei Chakra. Ci sono tanti modi di sentire l'esistenza dei Chakra. Ad un certo punto ti renderai conto che i canti mentali di Om nel Kutastha stanno accadendo anche nel centro di ogni Chakra. Ma ricorda che la tua attenzione è sempre nel punto centrale dell'occhio spirituale. Se il fuoco della tua concentrazione è deviato dal Kutastha, tutta la magia di questo processo è persa. A un certo punto noterai che il respiro è accompagnato da un delicato suono nella gola. È il suono dell'attrito dell'aria nella gola. In questo modo 123

il respiro rallenta e diventa sottile. Col tempo il suono della espirazione ricorderà quello prodotto da un piccolo flauto attraverso cui passa pochissima aria. Ma ora non preoccupiamoci di come dovrebbe essere questo suono. Se tutto va bene, se la calma è mantenuta, il respiro ''attraverserà'' i Chakra dal primo al sesto e dal sesto al primo e in ciascun Chakra verrà fatta vibrare la sillaba Om. Questa è una situazione deliziosa. Questo avviene di solito verso la fine dei 108 respiri. Questo è proprio il ''Kriya originale'' di Lahiri Mahasaya. Tutto l'essere si trova in una sfera luminosa che prende dentro il Kutastha tra le sopracciglia e Ajna nel centro della testa. Non importa cosa vedi, importa che ti senti perfettamente a tuo agio, assorto nella bellezza della procedura. Mentre ti avvicini alla fine dei 108 respiri, probabilmente avrai l'esperienza della Luce Divina. Questa verrà intensificata dallo Yoni Mudra. Dopo Yoni Mudra e Maha Mudra ti siederai di nuovo raccogliendo la coscienza nel Kutastha senza fare nulla. Ovvero senza cantare Om e senza prestare attenzione al respiro. Domande e risposte Alcuni kriyaban trovano la difficoltà nell'imparare come praticare questa forma di Kriya Pranayama perché non accettano il fatto che questo metodo sia diverso da quello che hanno praticato per tanto tempo. Per esempio trovano strano che nell'istruzione non ci sia nessuna menzione del percorso spinale. Nascono tante domande inaspettate – qui sotto ne riporto qualcuna. ''Respiro naturale'' vuol dire che i respiri procedono senza alcun controllo da parte nostra, come nella tecnica Hong So? Durante la tecnica Hong So noi osserviamo il processo spontaneo del respiro senza curare se esso sia lungo o corto. Effettivamente durante la tecnica Hong So il nostro respiro dura non più di un paio di secondi. Andando avanti con la tecnica Hong So il respiro tende a scomparire. Ora, come potrebbe la ''respirazione Hong So'' sostenere la procedura del Kriya Yoga che porta gradualmente ad un lento movimento della corrente su e giù lungo la spina dorsale? Certo, esistono procedure che uniscono la ''respirazione Hong So'' con il prestare attenzione alla spina dorsale e ai Chakra. Ma nell'insegnamento di Lahiri Mahasaya (e noi stiamo tentando di attenerci proprio a questa dimensione) è affermato che a lungo andare si diventa capaci di praticare una forma molto elevata di Pranayama: l'inspirazione e l'espirazione si allungano fino a 22 + 22 secondi. Quindi si capisce che il respirare come nella tecnica Hong So non ha nulla a che vedere con il Kriya Pranayama come spiegato da Sri Mukherjee. Detto in altro modo: respiro ''naturale'' vuol dire che deve essere lento in modo 124

che tu possa riuscire a contare mentalmente 6 Om inspirando e 6 Om espirando. Il nostro modo di respirare dunque deve poter sostenere questa azione mentale. Il respiro deve andare avanti senza sforzo, ma deve esistere! Il respiro deve essere ''naturale'' ma dobbiamo collaborare affinché esso gradualmente si allunghi. Se hai un respiro molto corto e quindi non sei capace di pronunciare mentalmente tutti questi Om, allora canta questi Om più velocemente. Il tuo respiro si allungherà dopo un certo numero di respiri. Gradirei sapere qualcosa in più sul processo di ''bussare'' con Om nel Kutastha. Se cantiamo mentalmente Om, allora in quel momento noi non abbiamo più in mente il Kutastha. Il punto non è: ''avere in mente il Kutastha'' ma esserci lì, focalizzati nel centro del Kutastha. La mente è quieta, il processo del pensiero non è stressato dal cruccio "Devo avere in mente il Kutastha altrimenti la mia pratica è sbagliata.'' No. Niente di tutto ciò. Tu sei impegnato con due attività, [1] respirare [2] porre ripetutamente Om nel punto centrale del Kutastha. Questo è tutto. Se fai questo per alcuni minuti, tu entri in un autentico stato paradisiaco. Questo è il processo corretto. Alcune persone speculano sulla durata di ciascun Om. Si chiedono poi se dopo ciascun Om c'è una piccola pausa e vogliono sapere quanti decimi di secondo essa dura. Io penso che in questo caso bisogna lasciare tali persone libere di fare i sofisti e costruirsi così, con le loro forze, il proprio fallimento. Il Kriya talvolta può sembrare una ricetta chimica ma la sua natura è quella di un'arte basata sull'intuizione, intelligenza, buon senso. Qual'è la migliore routine? 108 respiri Kriya [tempo richiesto: circa 40 minuti.] Dopo di ciò, si pratica lo Yoni Mudra (solo una volta in 24 ore), 3 Maha Mudra e poi si rimane calmi, concentrati sul Kutastha. In questa fase finale si gioisce della pace e della beatitudine che nasce dalla pratica del Kriya. Sri Mukherjee spiega chiaramente che anche un principiante dovrebbe incominciare subito con le 108 ripetizioni. Non c'è nessun numero più basso per incominciare, non c'è una progressione raccomandata. Naturalmente se uno è ammalato, non pratica affatto. E se uno, a causa di circostanze che non si possono controllare, può praticare solo un numero inferiore, ebbene questo può accadere ma non deve divenire la regola. Per quanto riguarda altri numeri trovati nelle lettere scritte da Lahiri ai suoi discepoli, dobbiamo capire che quelle lettere rappresentano delle istruzioni molto personali. Qui stiamo considerando un consiglio generale dato a kriyaban seri in buone condizione di salute. Per quanto riguarda il Maha Mudra c'è una variante raccomandata da Sri Mukherjee per quelli che trovano il Maha Mudra troppo difficile. ''Distenditi sul dorso. Inspira. Solleva le gambe mantenendo il bacino sul pavimento. Unisci la 125

mani sotto i ginocchi. Mantieni il tuo equilibrio sulle ossa inferiori del bacino e tieni la fronte vicino i ginocchi. Espira. Ritorna alla posizione iniziale.'' Pratica alternativa per concludere la pratica del Kriya Pranayama. Quando il respiro è interiorizzato in Sushumna, mantieni l'attenzione al Kutastha. Con un respiro naturale inspira in Sushumna con un solo canto mentale di Om ed espira con un altro Om. Pratica in tal modo finché ti dimentichi di te stesso e raggiungi lo stadio del Samadhi. Nella corrispondenza di Lahiri coi suoi discepoli viene spesso nominato il Midollo allungato. Ha esso un ruolo nella pratica del Kriya Pranayama? Quello di cui ora parlo è una ''finezza'' che si scopre col tempo. Pratica come ora ti spiego: tieni il mento alcuni millimetri verso il basso e verso l'interno in modo che Kutastha e Medulla siano allo stesso livello. Ebbene realizza che tu esisti nel Midollo Allungato mentre è solo la forza visiva che è focalizzata nel punto tra le sopracciglia. Non solo, realizza che ogni manifestazione, che ogni rivelazione luminosa dei Chakra avviene un po' in dentro rispetto al punto tra le sopracciglia, precisamente nella sede di Ajna. Forse quello che scrivo ti sembra complicato ma, credimi, col praticare tutto diventa più chiaro. Come posso sapere quando giunge il momento corretto per produrre i suoni nella gola? È tipico delle scuole Kriya insegnarti come produrre suoni forti nella gola fin dall'inizio della pratica. Esse spiegano che suoni forti all'inizio vanno bene perché producono sensazioni fresche e calde nella spina dorsale. Sri Mukherjee spiega che queste sensazioni sono prodotte da Ida e Pingala. Queste correnti non hanno niente a che fare con l'essere in Sushumna. Se tu insisti troppo con questi suoni fin dall'inizio del Pranayama, potresti provocare dei problemi e perdere la magia di tutta questa pratica del Kriya. Lascia perciò che i suoni nella gola vengano più tardi. Essi saranno più godibili, cattureranno la tua concentrazione ed aiuteranno la procedura. Appariranno spontaneamente quando il respiro è sufficientemente lungo. Solamente l'intuizione nata dalla meditazione può aiutarti a capire quando è bene che tu tenti di aumentare la forza del tuo respiro e quindi produrre i suoni. Come mai Sri Mukherjee ha scritto: ''Dopo essere entrato nel Sushumna dovrai usare forza nel Pranayama.'' Questo è un cenno relativo al Secondo Livello del Kriya. Può accadere che prima di completare i 108 respiri Kriya tu ti trovi in Sushumna. Può accadere che a un certo momento tu senti che il velo di oscurità è scomparso e vedi lo splendore della Luce Divina nel centro del quale si trova il punto di entrata del Sushumna. In tale situazione meravigliosa riuscirai a percepire il colore di ciascun Chakra. Questo è il regno del Secondo Kriya che esamineremo più tardi. Ebbene se ti 126

trovi in questa situazione non è necessario che tu ti attenga all'ingiunzione di non oltrepassare il numero prescritto 108. In questo caso puoi andare avanti finché entri nello stato estatico e lì ti perderai nella contemplazione divina. Lahiri Mahasaya disse che, ottenuto questo stato, non c'è altra istruzione da praticarsi.

Qui termina la spiegazione del Kriya Pranayama come lo ho ascoltato da Sri Mukherjee. Ora, nel resto del capitolo, aggiungo altre semplici informazioni e considerazioni.

Se hai già studiato i capitoli 6 e 7, non ti farà male riconsiderarli di nuovo. Il lettore si chiederà: se il Kriya Pranayama di Sri Mukherjee è così bello, funziona così bene, che cosa può servire il Kriya descritto nei capitoli 6 e 7? La risposta è che il Kriya Pranayama richiede un perfezionamento continuo. I capitoli 6 e 7 servono per questo. In altre parole chi pratica come descritto nel capitolo 8 ma si è bene esercitato con quanto descritto nei capitoli 6 e 7, oppure intende farlo in futuro, riuscirà a perfezionare a livelli incredibili la pratica del Kriya Pranayama. Consideriamo l'istruzione di Sri Mukherjee: ''Non spostare mai il fuoco della tua concentrazione lontano dal Kutastha, canta sempre mentalmente 6+6 Om nel centro del Kutastha.'' Ebbene questa istruzione serve come base per i principianti – che poi non la tradiranno mai pur applicando tutte le possibili sottigliezze che la tradizione ci tramanda – e serve per perfezionare la pratica di coloro che, sfortunatamente, non erano stati ben istruiti finora – e chissà quante difficoltà, quanti esiti negativi avranno dovuto affrontare in passato.

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VISIONE TEORICA DEI VARI LIVELLI DEL KRIYA Senza una visione teorica, rischiamo di percepire il Kriya Yoga come un insieme caotico di tecniche – ciò porta ad abbandonare la pratica Kriya dopo qualche infelice tentativo di stabilirsi in una routine soddisfacente. [I] Visione teorica secondo Sri Mukherjee (in 4 livelli) Questa visione proviene da una conversazione (e successiva elaborazione) avuta con Sri M. In sostanza egli definisce il Primo livello come quello in cui, tramite il Kriya Pranayama il kriyaban riesce ad entrare nel canale di Sushumna godendo di un particolare stato in cui possono avvenire importanti esperienze interiori (come il percepire la luce dei Chakra) mentre le percezioni del mondo esteriore diminuiscono in intensità. Il Secondo livello è invece più misterioso, perché Sri M dice semplicemente che esso consiste nel ''perforare i Chakra'''. Lo stesso concetto è espresso dicendo che con il Secondo livello noi dissolviamo gli ostacoli rappresentati dai Tattwas (cinque elementi.) Nella sua concezione il Terzo livello consiste nel perforare il centro tra le sopracciglia (Kutastha) mentre il Quarto livello consiste nella particolare meditazione senza sforzo che avviene nel Sahasrara. Nota Sri Mukherjee chiarisce che ci sono tre punti particolari (Bama, Roudri e Jestha) presenti nella parte superiore del cervello che appariranno a tempo debito alla nostra visione interiore. L'intuizione ci guiderà a meditare su essi, come pure a raggiungere il centro finale Brahma Randra nella nuca. [II] Mia visione personale (in sei livelli) PRIMO LIVELLO Il primo livello del Kriya si basa sulla tecnica del Kriya Pranayama. Normalmente ciascuna seduta si apre con una pratica di preparazione e termina con una fase che molti chiamiamo Meditazione ma che più 128

propriamente è corretto chiamare Pratyahara (che significa ''ritiro dai sensi')' e procedere verso una dimensione che sta oltre la mente. Nel primo livello noi realizziamo il fondersi insieme delle energie Prana e Apana. Ne nasce uno stato di consapevolezza che possiamo definire ''equilibrato'' (a metà strada tra la coscienza delle realtà esterna e la consapevolezza della beatitudine interiore.) Prima di incominciare la pratica del Kriya, le Nadi Ida e Pingala sono parzialmente bloccate e il Prana ha difficoltà a fluire. Per guidare la propria coscienza ed energia nel canale sottile di Sushumna è necessario quindi una pratica preliminare. Lo stesso Kriya Pranayama può servire da pratica preliminare. Per questo non si deve mai pretendere di ottenere tutto e subito. Un buon segnale che il respiro è divenuto "sottile" è dato da una particolare realizzazione: durante l'espirazione sopravviene la sensazione che il respiro non esce fuori dal corpo attraverso le narici ma viaggia in giù, colmando di tranquilla energia le cellule. Nel primo livello, l'ottenimento del Kechari Mudra è indubbiamente di grande valore poiché calma enormemente le funzioni della mente. Altri eventi possono accadere durante i mesi o gli anni in cui uno è occupato con il primo livello. Altre procedure (designate per i livelli superiori) possono tornare utili, anche se non vengono, per imperizia, sfruttate in tutto il loro potere. SECONDO LIVELLO In questo livello avviene un lavoro molto sottile in ciascun Chakra. Anzitutto i Chakra non sono un ostacolo – lo diventeranno nell'ultimo livello. Impareremo infatti che il nostro dovere non è solo quello di risvegliarli ma anche quello di andare oltre essi. Riferendoci alla teoria ben nota dei cinque elementi (Tattwa), il nostro dovere è dissolvere la realtà illusoria che sta alla base di essi. Dobbiamo raggiungere la realizzazione che ogni aspetto della realtà fisica è fatto di una sola sostanza: la Luce spirituale. I cinque Tattwa (terra, acqua, fuoco, aria, etere) sono una illusione. Tenendo presente questo ideale, sempre pronti comunque ad andare oltre essi, impariamo a sentirli, individuarli, localizzarli. Nel Secondo livello impariamo ad esercitare una certa "pressione mentale" su ciascun Chakra. Il fatto di percepire delle tonalità diverse di luce e di ascoltare i suoni astrali provenienti dai Chakra è il segno di una buona pratica. 129

Impariamo ad utilizzare anche il potere del Thokar. Il Thokar è un forte stimolo diretto verso il Chakra del cuore. Esso solleva il baricentro dello stato di coscienza usuale (che nell'essere umano medio gravita attorno ai primi tre Chakra inferiori) e lo porta verso i Chakra elevati, anzitutto verso il Chakra del cuore. La pratica del Secondo livello produce quindi una grande trasformazione nella personalità. La pratica del Kriya Pranayama diventa sempre più facile e deve mai essere messa da parte. TERZO LIVELLO Il Terzo livello del Kriya è dedicato alla pratica del Thokar utilizzando un lungo trattenimento del respiro (Kumbhaka.) Qui un kriyaban espande al massimo il lavoro sul Chakra del cuore. Sapendo che il cuore è la sede nel corpo dove la tradizione dice che il Sé immortale risiede, alcune scuole di Kriya considerano questo l'ultimo livello del Kriya. Non conoscono o semplicemente non si arrischiano ad insegnare livelli più elevati di Kriya. Ora cerchiamo di capire come mai alcune scuole dicono che il Terzo livello del Kriya consiste nell'aprire il nodo di Rudra che ha la sua sede nel Kutastha. Come mai parlano del Kutastha e non del centro del cuore? Ebbene, c'è un collegamento molto forte tra il Chakra del cuore e il Kutastha. Il punto luminoso (Bindu) che appare nel Chakra del cuore durante la pratica del Terzo livello del Kriya è la stessa realtà che appare come una stella bianca nel centro del Kutastha. Entrare nella stella del Kutastha e percorrere poi il cosiddetto ''tunnel dell'eternità'' o entrare in un profondissimo stato di estasi che si esprime come la ''contemplazione della luce increata'' (espressioni favorita dagli esicasti) sono lo stesso evento. Questa esperienza porta allo stabilirsi di una grande calma nella personalità. Nella regione che è situata fisicamente nella parte più alta del cervello (chiamato comunemente "Loto dai mille petali") noi possiamo sperimentare la dimensione del Prana statico. Lahiri Mahasaya chiama questa esperienza la "Tranquillità Eterna.'' Noi diciamo semplicemente che la mente risiede nel suo stato naturale. Il cuore è pieno di gioia inesprimibile. Qualità come amore, compassione, gentilezza, comprensione, empatia, e manifestazione di magnanimità... tutte queste qualità vengono sperimentate. 130

Importante osservazione Dire che con questo livello Kundalini raggiunge la sua sede definitiva nel ''Loto dai mille petali'' non è corretto. Kundalini è destinata a stabilirsi nel Chakra del cuore. Identificare il Chakra Sahasrara con la nostra meta suprema significa seguire una raffinata illusione. Arrivare al Brahma Randra, o alla ghiandola pineale... non significa aver raggiunto la meta finale ma solo una fase intermedia. La vera meta è la "Luce increata"nella regione del cuore. Osserviamo poi che l'ossessione di tenere la mente sempre nella regione del Sahasrara durante la nostra vita attiva produce persone pieno di Ego che hanno perso il contatto con la realtà della vita e hanno dato la stura a comportamenti e teorie che sono la caricatura del sentiero spirituale. QUARTO LIVELLO Vogliamo perfezionare al massimo la pratica del Kriya Pranayama? Allora dobbiamo praticare il Quarto livello del Kriya dove il Thokar è diretto verso i primi quattro Chakra mentre l'energia Kundalini viene fortemente stimolata nel Chakra Muladhara. Si dice che in questo modo noi completiamo il lavoro sul centro del cuore. Come è possibile questo? Se uno crea un grande impatto energetico sul Muladhara, per quale motivo l'effetto dovrebbe essere percepito nel Chakra del cuore? La ragione è che quando noi stimoliamo fortemente l'energia Kundalini che si trova nel Muladhara, tale energia sale e attraversa il centro del cuore portando alla massima fioritura tutte le potenzialità di esso. In quello stato (Quarto livello), il respiro è totalmente interiorizzato, perciò il Kriya Pranayama viene praticato in un stato molto simile allo stato senza respiro. Consideriamo adesso le parole di Lahiri Mahasaya. ''Il respiro è normalmente orientato esternamente. Se con la pratica del Pranayama esso viene orientato internamente, allora è possibile, tramite la tecnica del Thokar, aprire la porta del tempio interiore. Con un forte impatto sul Chakra Anahata, la porta si apre. Ne nasce uno stato di profondo assorbimento e questo stato diventa stabile per un lungo periodo di tempo. Raggiungendo questo stato, la mente viene colpita dalla percezione delle sofferenze altrui.'' (Lahiri Mahasaya, dai suoi diari) 131

Quando il Quarto livello del Kriya è realizzato, noi sappiamo interiorizzare il respiro e quindi finalmente la porta della spina dorale può aprirsi. QUINTO LIVELLO Coloro che accettano l'insegnamento di Satya Charan Lahiri (uno dei nipoti di Lahiri Mahasaya) concentrano la loro attenzione su un flusso energetico discendente che si muove verso il basso, vicino alla spina dorsale ma al di fuori di essa. Esso viene chiamato Tribhangamurari. Ovvero ''forma a tre curve.'' Ci sono tre mutamenti di direzione (vedi figura 9 nel capitolo 10.) Che cosa avvenga percependo tale corrente per un gran numero di volte è difficile da esprimere. Qualcosa di molto forte, sicuramente difficile da sostenere, di sicuro avviene. Questo avviene negli stadi Amantrak e Samantrak, quindi indipendentemente da una particolare forma del Thokar, che viene pure utilizzata ma non subito. Il Quinto livello dunque è diviso in tre sottolivelli. SESTO LIVELLO La porta della spina dorsale è aperta. Ora possiamo incontrare la trascendente realtà Omkar nell'aspetto di ''sensazione di movimento.'' Questa sensazione viene guidata per un gran numero di volte a percorrere il cammino spinale. Attraverso questa procedura noi diveniamo capaci di abbandonare le dimensioni tempo e spazio e raggiungere lo stato di Samadhi. Samadhi è una grande realtà dove una persona è consumata dalla realizzazione del Divino percepito come infinita Bellezza. Cosa troverete nei prossimi capitoli Scopo dei prossimi capitoli 9, 10 e 11 Abbiamo dato una breve descrizione dei vari livelli del Kriya. Bene, i prossimi tre capitoli 9, 10 e 11 sono dedicati alla descrizione di come tre scuole diverse insegnano come realizzare tali livelli. Il capitolo 9 introduce il lettore alla pratica del Thokar e spiega quali sono i suoi effetti. Siccome non so come chiamare questa scuola, la chiamo "classica" perché è molto diffusa. In essa troviamo delle procedure che riflettono molto bene i testi attribuite a Lahiri (lettere di Lahiri Mahasaya ai suoi discepoli e commenti alle sacre scritture.) 132

Il capitolo 10 considera gli sviluppi di una particolare scuola che presenta l'esperienza Tribhangamurari. Satya Charan Lahiri, nipote di Lahiri Mahasaya descrisse questa esperienza circa cinquanta anni fa. Tale insegnamento è particolare, non è difficile ma richiede molto tempo. Esso assume un aspetto formidabile, molto efficace, quando il kriyaban impara a percepire il micro movimento Tribhangamurari all'interno di ogni Chakra. Il capitolo 11 si basa sull'insegnamento di Swami Hariharananda. In questa scuola la percezione del Divino che si rivela alla nostra coscienza nella forma di suono e vibrazione luminosa e nella forma di sensazione di movimento assume un ruolo fondamentale sin dal primo all'ultimo passo. Scopo del capitolo 12 Il Capitolo 12 è basato sulla mia esperienza personale. In tale capitolo indico quelle pratiche che sono estremamente efficaci e che possono cambiare la vita di una persona. Parto dalla tecnica Kriya Pranayama 108 proposta da Sri Mukherjee ma la considero entro una routine molto efficace. Poi amplifico la routine e presento quanto di essenziale i cosiddetti livelli superiori contengono. Il mio percorso Kriya cominciò decadi fa da una piccola pagina di un libro di Hatha yoga scritta da Sri B.K.S. Iyengar. In quel libro trovai la descrizione di Ujjayi Pranayama che, abbinato al Nadi Sodhana, mi portò ad una grande esperienza che ha cambiato la mia vita. Ma l'esperienza venne solo quando, dopo dei mesi di pratica, mi decisi ad aggiungere il Mula Bandha. Senza la mia aggiunta del Mula Bandha non avrei avuto l'esperienza nella spina dorsale. Senza quella non so dove sarei adesso, che complicazioni starei ancora cercando. Allora la mia intuizione mi disse: ''Vuoi entrare in Sushumna? Bene, allora sforzarti adesso e fai un Pranayama che funzioni veramente, aggiungendoci il Mula Bandha. Bene, quello che troverai nel capitolo 12 è qualcosa di simile: un'esortazione a lavorare in modo potente, definitivo. Scopo dei capitoli della quarta parte del libro Nella quarta parte del libro cerco di riferire esperienze che sono ben conosciute e molto importanti nel percorso spirituale come la Preghiera Devozionale ovvero il Japa. Sfortunatamente i kriyaban ricevono poche informazioni su questo mezzo. Secondo me non si può andare avanti praticando solo tecniche specifiche di Kriya Yoga. I capitoli importanti sono il 13 e il 14 dove troverai inspirazione sul valore della Preghiera Devozionale. Ho buon ragioni per credere che la procedura della Preghiera del cuore appartenga al Kriya Yoga. Il sentiero del Kriya non è diretto solamente verso l'alto verso la regione del Sahasrara. Necessariamente si muove verso quel luogo dove tutti gli autentici e completi percorsi spirituali sono diretti: verso il creare stabilità della coscienza nella regione del cuore.

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Dopo la parentesi del Capitolo 15 (dove sei invitato a cercare inspirazione in tradizioni spirituali simili al Kriya), il Capitolo 16 ti mostra come il Kriya Pranayama può divenire il processo di discesa verso le cellule del corpo. Il Kriya Pranayama può servire ad infondere il Divino nelle celle del corpo. Chi pratica questo capirà che il percorso spirituale non è solo un percorso di ''ascesa'' ma anche un percorso di ''discesa.''

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CAPITOLO 9 SCUOLA CLASSICA: THOKAR E SUOI SVILUPPI Definisco provvisoriamente Scuola Classica del Kriya Yoga quella più comune, che probabilmente deriva da Sri Panchanon Bhattacharya. Il Primo livello del Kriya corrisponde in linea di massima a quanto spiegato nei capitoli 6 e 7. Il Secondo livello corrisponde al Thokar elementare, il Terzo al Thokar evoluto. Qui sotto cercheremo di fornirne una idea pratica. Per quanto riguarda il Quarto livello ci sono molte incertezze anche se confido che esso sia simile a quanto proporrò come Quarto livello nel capitolo 12. In questo capitolo non parlo del Quarto livello del Kriya secondo la Scuola Classica ma concludo la spiegazione del Terzo livello presentando due tecniche che danno dei risultati fantastici. Si tratta della tecnica: ''Spingere in alto Kundalini'' e del ''Gayatri Kriya.'' Secondo livello del Kriya: Forma elementare del Thokar La pratica del Thokar (sia in forma elementare che, a maggior ragione, in forma evoluta, viene sempre preceduta dalla pratica del Kriya Pranayama e del Navi Kriya. Con il mento abbassato sul petto, inspira sollevando la consapevolezza lungo la colonna spinale. Le sillabe del Vasudeva Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya) sono poste mentalmente nella sede di ciascun Chakra. Tocca ciascun Chakra con le prime sei sillabe del Mantra (la sillaba Om è posta nel primo Chakra, Na nel secondo, Mo nel terzo, Bha nel quarto, Ga nel quinto e Ba in Bindu) Solleva il mento come a seguire il movimento interiore. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sopra l'area dell'ombelico come per spingere la regione addominale verso l'alto, creando così una pressione mentale sui primi tre Chakra. Contrai moderatamente i muscoli alla base della spina dorsale. Il respiro produce solo un lieve, debole suono nella gola oppure non produce affatto suono. Quando il mento è sollevato, parallelo al suolo, l’inspirazione finisce e la consapevolezza si trova in Bindu. Trattieni il respiro. Mantieni la contrazione dei muscoli alla base della spina dorsale. La testa comincia la sua rotazione muovendosi verso la 135

spalla sinistra (l’orecchio sinistro viene avvicinato alla spalla sinistra, la faccia non si gira né a destra né a sinistra, inoltre il movimento non prevede alcun sobbalzo); Teee è pensato nel Midollo Allungato. La testa si muove leggermente indietro e, tracciando un arco, raggiunge la spalla destra (l’orecchio destro si avvicina alla spalla destra), la sillaba Va è pensata nel Chakra cervicale. La rotazione prosegue, la testa viene in avanti di poco e si muove verso sinistra finché l’orecchio sinistro è vicino alla spalla sinistra (la faccia non è volta a sinistra). Da questa posizione il mento va in giù diagonalmente a colpire il centro del torace e simultaneamente Su è vibrato intensamente nel Chakra del cuore. L'effetto è quello di percepire una intensificazione dell'energia presente nel Chakra del cuore. La pausa che segue è breve: quanto basta per lasciarsi rapire da tale radiazione energetica – che spesso diventa ebbrezza. La contrazione alla base della spina dorsale è rilassata; per mezzo di una lunga espirazione le rimanenti tre sillabe sono "poste" nei primi tre Chakra – De nel terzo, Va nel secondo, Yaaa nel primo. Durante ciò la testa è tenuta abbassata. Per praticare con più intensità, al momento di colpire il Chakra del cuore con Su, mentre applichi tutti i tre Bandha (Mula, Uddiyana, e Jalandhara), continua a trattenervi il respiro per alcuni secondi. La durata di un respiro con dentro il Thokar elementare è di circa 24 secondi. Ripeti la tecnica 12 volte. Tradizionalmente, uno comincia con 12 respiri ed aumenta di uno al giorno fino ad un massimo di 200 respiri. Questa procedura si pratica dopo il Kriya Pranayama. L'azione preliminare del Kriya Pranayama è strettamente necessaria. Alla fine di questa pratica si rimane a lungo con la consapevolezza centrata nel Chakra del cuore e nella luce che si manifesta nel punto tra le sopracciglia. Invece di aumentare il numero di ripetizioni di una al giorno, si possono aggiungere sei ripetizioni tutte in un colpo una volta per settimana. In tal modo è più facile ricordare il numero di ripetizione previste. Durante la prima settimana si praticano12 ripetizioni ogni giorno. Durante la seconda settimana se ne praticano 18 …. e così via. Se ci sono problemi, si pratica un giorno sì un giorno no. Non è necessario praticare ogni giorno; piuttosto è saggio lavorare in media tre giorni per settimana. Quando si raggiunge un numero consistente di ripetizioni (più di 60) gli effetti sono molto forti. Perciò si procede con cautela.

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Note Non permettere che il peso della testa sia l'unica causa a spingere il mento verso il petto: un movimento non ostacolato di pure caduta della testa sarebbe decisamente dannoso. Serve uno sforzo fisico particolarmente attento per abbassare il mento. Quando si praticano più di 50 ripetizioni, i movimenti della testa dovrebbero essere solamente accennati: il mento non si avvicina molto al petto e il colpo sul quarto Chakra è raggiunto principalmente dal puro potere della concentrazione mentale. Se incontri qualsivoglia difficoltà, fermati e non cercare ad ogni costo di raggiungere le 200 ripetizioni. La presenza di problemi fisici (le vertebre cervicali sono molto sensibili!) può richiedere che uno si limiti a poche ripetizioni. È molto meglio incrementare il numero delle ripetizioni dopo molto tempo, piuttosto che fronteggiare la prospettiva di sperimentare dolore in testa e nel collo durante l’intera giornata! Terzo livello del Kriya: Forma evoluta del Thokar La Forma Evoluta del Thokar è una intensificazione della forma elementare – l'azione del Thokar sui tre Chakra superiori è ripetuta trattenendo il respiro. Nella letteratura Kriya si spiega che il nodo del cuore è colpito per mezzo della Forma Elementare del Thokar ed è poi tagliato dalla Forma Evoluta del Thokar. Premessa Considera come respiriamo durante il Kriya Pranayama. Mentre inspiriamo espandiamo la pancia; mentre espiriamo la pancia si contrae. Qui quando inspiriamo l'addome si contrae, quando espiriamo l'addome si rilassa. Se vogliamo praticare la Forma Evoluta del Thokar nel modo migliore dobbiamo imparare e perfezionare questo modo di respirare, altrimenti il nostro viaggio finisce con infruttuosi tentativi.

Dopo aver inspirato (con Om, Na, Mo, Bha, Ga, Ba) e sollevato il Prana nella parte superiore dei polmoni, rilassa i muscoli della cassa toracica come chi sta per cominciare una nuova inspirazione. Evita l'atto di sigillare i polmoni (trachea) come quando si fanno delle immersioni. In questo modo rilassato, ripeti vari cicli dei movimenti della testa ma senza fretta. Di conseguenza il canto mentale di Te nel Midollo Allungato, Va nel Chakra cervicale e Su nel Chakra del cuore viene ripetuto diverse volte (Te, Va, Su, Te, Va, Su, Te, Va, Su ...) sempre trattenendo il respiro. 137

La settima sillaba nel Midollo Allungato è proprio Te e non Teee come facevamo con la forma elementare del Thokar Poi lentamente espira e poni le sillabe De, Va, Yaaa rispettivamente nel terzo, secondo, primo Chakra. Mentre fai questo, tieni la testa abbassata. Questa pratica è fatta rigorosamente solo una volta al giorno. Per quanto riguarda la ripetizione di Te, Va, Su, Te, Va, Su …. , non appena senti che la tua attenzione è totalmente focalizzata sul Chakra del cuore, poni non solo la sillaba Su ma anche le due precedenti, Te e Va, nel Chakra del cuore. Da quel momento in poi, le sillabe Te, Va e Su verranno mentalmente poste solo nel quarto Chakra. Per dare un'idea della velocità dei movimenti, l'intero processo, inspirazione ed espirazione incluse, con 12 ripetizioni della rotazione della testa (ciascuna rotazione si conclude con il movimento del mento verso il petto) può durare circa 70-80 secondi. L'istruzione tradizionale è particolarmente impegnativa: si spiega che uno comincia con 12 cicli di movimenti della testa senza fretta durante un solo respiro ed aumenta di uno al giorno fino a 200 ripetizioni. Questo Kriya è considerato padroneggiato quando raggiunge le 200 rotazioni senza interrompere lo stato di Kumbhaka. Naturalmente, ciò è troppo difficile. L'istruzione ci pone in seria crisi. Quello che avviene normalmente è che, durante questo processo di aumento, uno si accorge che non riesce ad oltrepassare un certo numero di rotazioni – a meno di non ruotare la testa troppo rapidamente, la qual cosa è sciocca. Deve uno dire: ''non ci riesco e basta'' e quindi accettare la propria sconfitta o può fare qualcosa?

Quello che adesso spiego sembra una dissacrazione, però... funziona. Inspira lentamente attraverso il naso e nello stesso tempo tira in dentro lo stomaco e solleva il perineo. Inspirando, ripeti mentalmente Om, Na, Mo... e solleva il Prana nella parte superiore dei polmoni. Poi rilassa parzialmente i muscoli delle gabbia toracica come se tu stessi per incominciare una nuova inspirazione. Concentra la tua attenzione sulla parte superiore della tua gabbia toracica. Una parte di questa attenzione va alla base della spina dorsale. Canta mentalmente Om, Om Om... rapidamente (approssimativamente due canti di Om per secondo) sentendo la tua consapevolezza come una 138

formica, che striscia sul canale più interno della spina dorsale millimetro dopo millimetro dal Muladhara verso l'alto. Dopo non più di 4-6 secondi, avrai raggiunto il Chakra del cuore; sali ancora, nella regione tra il quarto ed il quinto Chakra (la regione relativa alla parte superiore dei polmoni e torace.) Senti che il Prana pervade la cassa toracica e diviene calmo e stabile in tale zona.6 Partendo da questa confortante sensazione, utilizza la migliore attitudine che possiedi per raggiungere una reale, tangibile libertà dal respiro. Rimani stabile in questo stato, senza mai lasciare che l'addome e la cassa toracica si rilassino e il Prana cominci a scivolare in basso. In questo stato mentale e fisico praticherai senza fretta la Forma Evoluta del Thokar. Scoprirai come sia bella, confortevole l'esperienza di ruotare la testa (con Te, Va, Su,Te, Va, Su....) mentre il respiro sembra congelato nella zona del torace. Semplifica la dinamica e l'intensità fisica dei movimenti. Avvicina il mento al petto ancora prima di avere completato la rotazione della testa. Vale a dire, dopo avere ruotato la testa da sinistra a destra, lascia che il mento "cada" in giù verso il torace dal lato destro, poi sollevalo verso sinistra e prosegui con le rotazioni. Fai sì che man mano che le rotazioni aumentano, i movimenti della testa siano solo accennati e il mento non si avvicini troppo al petto. Quando senti che hai raggiunto il limite nel trattenere il respiro, mantenendo il torace espanso ed i muscoli addominali e il diaframma contratti e immobili, lascia che un minimo (quasi impercettibile) sorso di aria esca ogni qualvolta il mento è abbassato verso il torace ed un sorso impercettibile di aria entri ogni qualvolta il mento è sollevato. Non fare alcun atto specifico di inspirare od espirare: rilassati ed il fenomeno prima descritto accadrà spontaneamente. La sensazione sarà sempre e comunque quella di non respirare affatto. Per concludere, espira l'aria attraverso la bocca e allo stesso tempo spingi fuori lo stomaco e rilassa il perineo. Osservazione Il consiglio di non praticare un Kumbhaka assoluto, perfetto, sembra strano, ma se tu vai avanti con quanto detto, un giorno farai una bella 6

Il consiglio di cantare mentalmente Om, Om, Om... attrae realmente energia da tutte le parti del corpo e la porta verso la spina dorsale. Se la condizione del tuo corpo è perfetta (se sei moderato col magiare e sei a stomaco vuoto) ti accorgerai che il tuo respiro è dissolto in qualche modo inesplicabile nel corpo. 139

scoperta: questa strategia non è più necessaria! Grazie all'effetto di questa pratica sui gangli nervosi che regolano la frequenza cardiaca e respiratoria, la pratica avviene in condizioni sempre più ideali, finché un giorno riuscirai a completare le 200 rotazioni senza respirare, senza fretta, sperimentando uno stato di coscienza caratterizzato da un crescente senso di libertà dalle leggi fisiche. È questione di realizzazione interiore – un istinto che si scopre a tempo debito. Quando lo stato energetico creato nella regione addominale è pienamente salito nella regione del cuore tu entri in una condizione di grazia dove tu percepisci il Divino davanti a te anche se distante come entro una orizzonte ideale. Lo senti, Lo riconosci: a questo reagisci con un senso infinito di nostalgia. La gioia si intensifica e allora senti che non ce la fai più a contenere tanta gioia; senti che il tuo ''momento'' non è ancora venuto. Quando ritorni alla realtà avrai lacrime negli occhi, lacrime di gioia e devozione. L'effetto più percettibile della pratica evoluta del Thokar è una particolare gioia nel cuore come se una persona si muovesse nella vita portando un braciere ardente nel cuore. Questo gioia diventerà una devozione la cui intensità sorprenderà la persona stessa. Si renderà finalmente possibile qualcosa che pareva esistere solo nei libri, ovvero praticare la Presenza del Divino in ogni istante mentre si eseguono i propri doveri quotidiani.

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DUE TECNICHE DI COMPLETAMENTO DEL TERZO LIVELLO DEL KRIYA [I] Spingere Kundalini verso l'alto Questa tecnica non è altro che il ''Vase breathing'' di cui si parla nello Yoga Tibetano. Inspira sentendo il Prana nel fresco dell'aria che entra. Attira quindi respiro ed energia dalle narici attraverso il punto tra le sopracciglia nel Medulla per raggiungere il Chakra cervicale, il Chakra del cuore fino al terzo Chakra e alla regione del Dantian. Percepisci distintamente quest'ultimo centro. Mentre l'energia scende costruisci e intensifica gradatamente i tre Bandha: contrai i muscoli alla base della spina dorsale (Mula Bandha), tira in dentro contraendo i muscoli addominali (Uddiyana Bandha) e abbassa il mento sul petto (Jalandhara Bandha.) Completata la inspirazione, intensifica la pressione su tutta la regione del Dantian. Spingi in giù gentilmente con il diaframma. Mantieni questa pressione per un conteggio mentale di 12.

Fig. 8. L'energia contenuta nel Dantian viene spremuta verso l'alto

Espira, intonando mentalmente un lungo (il più lungo che puoi) Oooommmm, sentendo che esso sale (non importa se nella spina dorsale o davanti ad essa – l'energia sa dove andare) dal Dantian alla sommità del capo attraversando intensamente il Chakra del cuore. Ripeti la procedura 141

almeno 10 volte. Senti che Anahata Chakra è caldo, pervaso dalla fiamma interiore. Se hai ancora tempo di ripetere la procedura, dopo circa altri dieci respiri il calore arriva anche il Chakra Vishuddha. Dopo altri dieci respiri, il "fuoco" interiore sale alla parte superiore della testa. La tecnica ora descritta è il modo migliore di far sì che tutti gli effetti del Thokar siano assorbiti ed espansi in uno stato di beatitudine molto vicino al Samadhi. Tutto questo rappresenta un enorme passo avanti nel percorso spirituale. [Completiamo il terzo livello del Kriya aggiungendo questa seconda tecnica] [II] Gayatri Kriya Questa tecnica è molto antica ed esisteva prima che Lahiri Mahasaya iniziasse la sua missione di diffondere il Kriya. La struttura di essa è ben nota in India ed è considerata un mezzo di grande efficacia per utilizzare il Gayatri Mantra. Essendo così antica e diffusa non posso dire che essa appartiene al Kriya Yoga di Lahiri Mahasaya. Ma, poco importa. Essa è eccezionale! Il Gayatri Mantra è considerato essere il veicolo supremo per ottenere l’illuminazione spirituale. La sua forma più pura è Tat Savitur Varenyam Bhargho Devasya Dhimahi Dhiyo Yonaha Prachodayat. (Oh grande Luce Spirituale che hai creato l'Universo noi meditiamo sulla Tua gloria. Sei l'incarnazione della Conoscenza. Sei Cotu che elimina l'Ignoranza. Possa Tu illuminare il nostro Intelletto e risvegliare la nostra Coscienza Intuitiva.) Questo Mantra è preceduto o da una breve o da una lunga invocazione. L’invocazione breve è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha. I termini Bhur, Bhuvah, Swaha sono delle invocazioni per onorare i piani di esistenza (fisico, astrale e causale) e rivolgersi alle divinità che presiedono ad essi. La lunga invocazione è: Om Bhur, Om Bhuvah, Om Swaha, Om Mahah, Om Janah, Om Tapah, Om Satyam. Quest’invocazione è più completa in quanto riconosce che ci sono più livelli di esistenza: i sette Loka. Mahah è il mondo mentale, il piano dell’equilibrio spirituale; Janah è il mondo della pura conoscenza; Tapah è il mondo dell'intuizione; Satyam è il mondo della Verità Assoluta, Finale. Possiamo essere soddisfatti dalla spiegazione secondo la quale questi sono i sette suoni che attivano i nostri Chakra e li mettono in contatto con i sette grandi regni spirituali dell’esistenza. Nella nostra procedura usiamo l’invocazione lunga ma non tutte le componenti del Gayatri Mantra. La tradizione Kriya che stiamo qui seguendo associa al Manipura Om Mahah e all’Anahata Om 142

Swaha. Il motivo di ciò è da ricercarsi nel fatto che il mondo del pensiero, evocato da Om Mahah s'addice più alla natura del terzo Chakra, mentre il mondo causale delle idee pure, evocato da Om Swaha è in relazione con Anahata Chakra. Istruzione pratica Diventa consapevole del Muladhara Chakra. Contrai i muscoli vicino all'ubicazione fisica del Chakra – la contrazione può essere ripetuta due-tre volte. Tramite un'inspirazione profonda (non necessariamente lunga come nel Kriya Pranayama) visualizza il Chakra che sale nel punto tra le sopracciglia, dove lo percepisci come una luna piena. Il Chakra non sale ''toccando'' gli altri Chakra. Questi ora non esistono. Trattieni il respiro e concentrati sullo "spazio interno" tra le sopracciglia. Questo riesce facile col Kechari Mudra. 7 Sullo schermo tra le sopracciglia avviene (man mano che la concentrazione si approfondisce) una particolare esperienza di colore che è diversa per ciascun Chakra. Canta mentalmente almeno tre volte il Mantra specifico per il Muladhara Chakra: Om Bhur. Infine, tramite una lunga espirazione, abbassa idealmente il Chakra dal punto tra le sopracciglia alla sua sede nella spina dorsale. Ora sai cosa fare per ciascuno degli altri Chakra. I Mantra che vengono utilizzati sono: Om Bhur per Muladhara Om Bhuvah per Swadhisthana Om Mahah per Manipura Om Swaha per Anahata Om Janah per Vishuddha Om Tapah per Medulla Aggiungi una concentrazione particolarmente intensa nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro; solleva le sopracciglia, divieni consapevole della Luce. Ripeti Om Satyam. Ora completa il "giro" sollevando i Chakra 5, 4, 3, 2, 1, sempre utilizzando la contrazione, il canto del Mantra, il divenire consapevole di qualsivoglia esperienza di Luce nel Kutastha. Se possibile, ripeti la procedura da 6 a 12 volte.

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"Ke-chari" è letteralmente tradotto come "lo stato di coloro che volano nel cielo, nell'etere." Un particolare "spazio" è creato nella regione tra la punta della lingua ed il punto tra le sopracciglia ed è percepito come un "vuoto", sebbene non sia un vuoto fisico. Immergendosi in questo spazio vuoto, è più facile per un kriyaban percepire i ritmi di ciascun Chakra e distinguerli uno da un altro. 143

Nella tradizione Kriya, i primi cinque Chakra sono ciascuno in relazione con uno dei cinque Tattwa: terra, acqua, fuoco, aria, ed etere. Come abbiamo sopra spiegato, offrire ciascun Chakra e quindi ciascun Tattwa individualmente alla Luce Divina che si raccoglie e si intensifica nella regione tra le sopracciglia è l'azione definitiva per sciogliere l'ultimo guscio dell'illusione. Tutto l'universo esiste nel Kutastha. Pratica evoluta Col tempo è possibile ripetere mentalmente ''Om Bhur" 36 volte trattenendo il respiro. Questo permette di entrare in sintonia con il Tattwa della terra sperimentando la particolare ''vibrazione'' del Chakra Muladhara. Similmente, ripetendo il Mantra ''Om Bhuvah'' 36 volte sarà possibile entrare in sintonia con il Tattwa dell'acqua che ha la sede nel secondo Chakra.... poi sarà la volta del Tattwa del fuoco... APPENDICE AL CAPITOLO 9 Riconsideriamo gli effetti del Thokar e parliamo di emozioni. Vogliamo chiarire un grossolano equivoco. Il Thokar agisce mirabilmente sulle emozioni: le calma. Agisce sui sentimenti: li amplifica. Emozioni e sentimenti non sono la stessa cosa! Ho provato a rintracciare l'argomento ''emozioni'' in alcuni libri orientali ma ho incontrato tanta retorica, troppe parole che non dicono nulla. Tali testi distinguono tra emozioni positive (affetto, felicità, appagamento...) e negative (invidia, aggressività e illusione …) Dopo noiose e inutili classifiche, ancora non si riesce ad afferrare il fatto essenziale: le emozioni superficiali che non sono controllate (anzi diciamo pure ''dominate'') possono creare disastri nella nostra vita. Purtroppo noi siamo governati da emozioni superficiali ed istinti che includono il nostro condizionamento religioso, le nostre paure e i nostri dubbi. Molto importante è l'abilità di tenere a bada tali emozioni, anche quando il mondo intero usa ogni mezzo per bloccarti. Tutti sappiamo come delle emozioni violente, frenetiche ed isteriche spesso sorgono improvvisamente nel nostro essere e dopo poco scompaiono. In effetti, esse esprimono una realtà privata d’autentica profondità, ma possiedono una forza propulsiva che termina in azioni affrettate, vissute in una specie di febbre cerebrale nutrita da un meschino piacere viscerale. Quando la passione infiamma l’intero essere, non è possibile ascoltare la guida del buon senso; la conseguenza è che le più serie tra le nostre decisioni, impegni solenni, spesso cedono ad arresti irrevocabili.

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Proprio come in estate i grani di grandine sono creati, condensati ed ispessiti nell'aria prima di precipitare sulla terra producendo tutti i possibili disastri, decisioni fatali cominciano a prendere forma nella nostra immaginazione. Durante quotidiane, frequenti fantasticherie, la prospettiva di rinunciare a qualcosa di positivo ma che richiede molto impegno getta una falsa luce sul nostro futuro immediato, così che ciò che in passato ci avrebbe fatto vergognare per viltà, ora sembra brillare all'orizzonte della nostra esistenza come un opaco, informe, tetro cielo che improvvisamente diventa sereno e si accende di un azzurro luminoso. Quando veniamo trascinati all'azione da simili seducenti emozioni noi spianiamo la strada alla catastrofe. Una decisione errata sarà la nostra crocifissione, un patto solido e definitivo con uno stato di delusione che durerà una vita intera. In tali momenti, alcuni abbandonano il Kriya per sempre, altri interrompono un corso di studi e gettano via una professione che hanno sognato da anni, per cui avevano lottato, sofferto. Lo stesso fanno con la persona amata, con gli amici, con la famiglia stessa. Nulla può fermare chi è in preda di violente emozioni: le parole sagge di persone vicino a loro non hanno più alcun potere. È come se una forza indomabile volesse creare sciagure nella loro vita. Talvolta abbiamo l'impressione che una persona voglia solo affermare pervicacemente il proprio "diritto al dolore e alla sofferenza." [Questa è una espressione di Mére – principale discepola e compagna di Sri Aurobindo.] Qualche volta i kriyaban sono troppo orgogliosi per accettare il buon senso di altri "non iniziati". Al contrario, è necessario ascoltare l'opinione di altre persone, specialmente se viene dalla nostra famiglia o da tutte quelle persone che ci vogliono bene. Coloro che sono divenuti preda di culti distruttivi, non ascoltano l'opinione di alcuno. Essi distruggono alcuni importanti legami con delle persone perché risentono del fatto che le loro scelte spirituali siano criticate. Ammettiamo che talvolta una rottura di una relazione umana è inevitabile, ma altre volte è una grande perdita. Molti persone sono infastidite da una critica sincera e costruttiva fatta loro da un vero amico. La prendono come se fosse una inutile manifestazione di crudeltà. Più la critica ha basi solide, più sentono come se dovessero ingoiare un pezzo di pietra dai bordi taglienti. Un kriyaban che crede di ascoltare il cuore ma che in realtà è guidato da umilianti frustrazioni, può rifiutare ogni discussione e farsi del male in vari modi con azioni che sbalordiscono le persone vicine. Alcuni giorni o alcuni mesi trascorrono in una specie di febbre cerebrale ed ecco che il raggiante senso di libertà esperito comincia a cedere il posto ad un senso di pesantezza, di delusione, di incertezza che crea sgomento. Ma nulla accade. Il sottile inganno della mente impedisce di ritornare sui propri passi e crea la ferma convinzione che ogni persona dotata di dignità non avrebbe potuto agire diversamente. Si vuole sostenere con ogni forza che al di sotto delle errate azioni passate ci fosse uno sconosciuto piano del destino, un motivo sacro, oppure ... un atto di genialità. 145

Con un senso sadico di soddisfazione sul volto, assistiamo al fatto che l'errore viene rinnovato o ingrandito. La saggezza non ha nessuna possibilità di prevalere. Una strana frenesia riempie la mente facendo sì che ogni azione sia goduta con un’ininterrotta voluttuosità, circondata da lampi d’azzurro. Eppure nel cuore rimarrà un dolore che non terminerà mai. Una buona parte della propria aspirazione spirituale resterà intrappolata in un passato che non può essere più raggiunto a causa del timore di dover reggere il pieno impatto di un ricordo vero e onesto. Ebbene un lavoro intenso con il Thokar, protratto, se necessario, per anni è l'unica cosa che può intaccare il meccanismo perverso che abbiamo descritto.

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CAPITOLO 10 SCUOLA TRIBHANGAMURARI In questa scuola il Primo livello del Kriya corrisponde in linea di massima a quanto spiegato nei capitoli 6 e 7. Il Secondo livello corrisponde alla introduzione del Macromovimento Tribhangamurari. Il Terzo livello corrisponde alla introduzione del Micromovimento Tribhangamurari. Non è previsto un Quarto livello vero e proprio a meno che per Quarto livello non si intenda la pratica del Micromovimento solo e solamente nel punto centrale del Kutastha. Il Secondo Livello del Kriya lo si apprende in tre distinte iniziazioni. Il Macromovimento è anzitutto percepito muovendo semplicemente respiro e coscienza lungo un specifico sentiero – il ben noto sentiero a tre curve. In seguito questa percezione avviene nello stato di respiro tranquillo ed è accompagnata dal Vasudeva Mantra. Infine questa percezione è rafforzata per mezzo del movimenti della testa (Thokar) simili ma non identici a quelli visti nel capitolo precedente. Secondo livello. Prima iniziazione: Amantrak Chiamiamo questa tecnica Amantrak, che significa: ''senza l'uso del Mantra.'' La lingua è in Kechari Mudra o in baby Kechari. Incomincia una profonda inspirazione. Lentamente, solleva la consapevolezza lungo il canale spinale, dal Muladhara al punto Sikha (Bindu) – mezzo minuto è richiesto per fare questo. Non serve visualizzare i Chakra. Poi incomincia una profonda espirazione. La consapevolezza sale di pochissimo verso sinistra poi cambia direzione e scende lentamente lungo il percorso Tribhangamurari che è indicato in figura 9. Espirando, scendi verso destra raggiungendo un punto nella schiena che si trova circa 5-6 centimetri più in su dell’altezza del capezzolo destro. Poi cambi direzione e ti muovi verso la parte sinistra del torace, attraversando la sede del quarto Chakra. Dopo aver raggiunto un punto nella schiena che è 5-6 centimetri più in basso dell’altezza del capezzolo sinistro, cambi di nuovo direzione e punti verso il Muladhara.

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Fig. 9. Sentiero Tribhangamurari visto da dietro

Le tre procedure Amantrak, Samantrak e Tribhangamurari Thokar non sono concepite per essere praticate contemporaneamente. Non riusciresti a praticarle al massimo delle tue capacità. L'unico effetto sarebbe di imprimere in maniera indelebile nella tua mente un modo errato di concepire la pratica. Il respiro abbinato ad Amantrak dovrebbe durare un minuto. I kriyaban esperti riescono a praticare in tal modo. Chi completa un giro in un tempo più breve, diciamo 40 secondi, non deve pensare che la tecnica non faccia effetto. Veniamo a sottolineare l'aspetto più importante di questa pratica. La sua essenza consiste in una costante intensificazione della pressione mentale lungo l'intero circuito. Considera l'azione fisica di spremere con una matita un tubetto quasi vuoto di dentifricio per fargli uscire tutto quello che rimane. Ebbene, questa immagine ti dà una buona idea della quantità di pressione mentale che devi applicare durante questa procedura. Quando

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utilizzi una grande forza di concentrazione e volontà, non c'è limite all'aumento del flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari. Per quanto riguarda la routine, alcuni insegnanti danno questo consiglio: ''Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due settimane 75 volte .... e così via fino a 200 volte al giorno per due settimane. Solo a questo punto pratica la seguente istruzione Samantrak.'' Una opzione più rapida è la seguente: ''Per un paio di mesi ripeti questa tecnica 36 volte, una volta al giorno, poi comincia a praticare la seguente tecnica.'' Secondo livello. Seconda iniziazione: Samantrak Samantrak significa ''con l'utilizzo di un Mantra.'' Dimentica il respiro: esso è libero. Le sillabe Om, Na, Mo, Bha, Ga sono vibrate rispettivamente nei primi cinque Chakra, Ba in Bindu. Teee (con eee … prolungato ) è cantato nel centro che si trova nella parte sinistra del cervello. Le sillabe Va, Su, De e Va sono poste nei quattro nuovi centri fuori dalla spina dorsale; Yaaa è vibrato nel Muladhara.

Figura 10. Sentiero Tribhangamurari arricchito dalle sillabe del Mantra

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Questi cinque nuovi centri sono cinque "vortici" nel flusso principale della corrente – non sono un nuovo insieme di Chakra. Ciascuna sillaba, quando viene fatta vibrare, agisce come un Thokar mentale, come un colpetto che si realizza nella immobilità. Siccome la tecnica è eseguita lentamente, c'è tutto il tempo per rendere questa stimolazione molto efficace. Anche il percorso completo di Samantrak dura circa un minuto. 45/50 secondi è un tempo ottimo. Vale quanto abbiamo detto introducendo Amantrak: esercitare pressione mentale lungo tutto il percorso. Ma adesso noi utilizziamo anche la vibrazione di ciascuna sillaba per intensificare ancora di più la pressione mentale lungo l'intero circuito. Per due settimane ripeti questa tecnica 25 volte, una volta al giorno. Poi per altre due settimane ripetila 50 volte, una volta al giorno; poi per altre due settimane 75 volte .... e così via fino a 200 volte al giorno per due settimane. Questi numeri vanno rispettati. In seguito a questo grande sforzo sarai pronto a praticare il Thokar Tribhangamurari. Non avere fretta Le tecniche Tribhangamurari hanno il potere di creare una trasformazione permanente nel tuo atteggiamento verso il Kriya facendoti fare la conoscenza con uno stato di estasi finora sconosciuto mentre vivi pienamente l'esperienza della vita. Alcuni studenti cercano di assaporare subito il potere del Thokar Tribhangamurari e lo fanno tramite una sporadica, disordinata sperimentazione di Amantrak e Samantrak ben lontani dal rispettare le regole dette. Quello che potrebbe essere il vero impatto della tecnica Thokar Tribhangamurari rimane così sconosciuto e neanche lontanamente presagito. È fondamentale infatti praticare questo Thokar quando il flusso energetico Tribhangamurari è ben stampato nella coscienza. Secondo livello. Terza iniziazione: Thokar Tribhangamurari Dimentica il respiro. Le mani (con dita intrecciate) sono poste sull'area dell'ombelico così da spingere in su la regione addominale, creando così una pressione mentale sui primi tre Chakra. Poni il mento sul petto e muovi energia e consapevolezza molto lentamente lungo la colonna spinale dal Muladhara fino al Bindu. Il mento sale lentamente mentre tu ''tocchi'' internamente ciascun Chakra con le sillabe del Mantra (Om è posto nel

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primo Chakra, Na nel secondo...). Quando energia e consapevolezza sono nel Bindu, il mento è parallelo al suolo. Ora comincia la discesa dell'energia. Il movimento della testa seguirà millimetro dopo millimetro il flusso energetico lungo il sentiero Tribhangamurari attraversando il Chakra del cuore. Tutto avverrà in modo fluido, nello spazio di trenta secondi o meno, ma la descrizione che stiamo per dare parrà, di primo acchito, complicata. Con un minimo di pazienza, il giusto movimento della testa verrà appreso: basta capire che esso è stato concepito nel modo più logico ed efficace per intensificare quel particolare flusso energetico sinuoso. Veniamo dunque a descrivere i movimenti della testa. 8 Senza girare la faccia, piega la testa verso sinistra, di un paio di centimetri, poi solleva il mento e ritorna nel mezzo. Quando il mento è sollevato canta Teee. Rimani solo un istante in questa posizione, con il mento sollevato e lentamente volgi la faccia a destra (come se tu volessi guardare l'area alla tua destra, il più indietro possibile.) Solo la faccia si muove, non il tronco. Durante questo movimento LENTO il flusso interno di energia prima sale dal Bindu in alto a sinistra di pochi centimetri, si intensifica col canto di Teee, poi cambia direzione, scende verso destra nel punto della schiena che abbiamo imparato a conoscere. Tutto è come in Amantrak, come in Samantrak, il movimento della testa con cambia nulla, solo INTENSIFICA il flusso. Quando il flusso arriva nel punto della schiena, qui avviene il primo dei cinque colpi psico fisici: il mento tocca la spalla destra per un istante e la sillaba Va é fatta vibrare nell'ottavo centro. La spalla pure fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento più facile. Ma attenzione: se senti che stai forzando, non farlo! Se non riesci a toccare la spalla destra col mento, accontentati di avvicinarti alla spalla il più possibile e stimola il centro ottavo con la pura forza mentale e la vibrazione della sillaba Va.

8

Mi raccomando: non essere influenzato dalle dinamiche della tecnica del Thokar tradizionale che hai imparato precedentemente! 151

Figura 11. Thokar Tribhangamurari visto da davanti

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Figura 12. Gli stessi movimenti (solo la discesa) visti da dietro

Poi la faccia si volge lentamente verso sinistra accompagnando, millimetro dopo millimetro, il flusso interno di energia dall'ottavo al nono centro, attraversando il quarto Chakra. Se possibile, il mento dovrebbe essere posto sopra la spalla sinistra. Il secondo colpo avviene quando la sillaba Su è vibrata nel nono centro mentre il mento tocca per un istante la spalla sinistra – la spalla fa un piccolo movimento verso l'alto per rendere il contatto col mento più facile. Altri due colpi avvengono quando le sillabe De e Va vengono poste nel decimo e undicesimo centro. La modalità è la seguente: il mento si muove lentamente verso il centro del petto, sfiorando la clavicola sinistra. Durante questo movimento, due leggeri colpi sono dati sulla clavicola sinistra in posizioni intermedie. I colpi, ovviamente, vengono dati nel momento in cui le sillabe del Mantra vengono fatte vibrare. Infine, un ultimo colpo è dato sul petto (posizione centrale) quando la sillaba Ya è fatta vibrare nel Muladhara. Spero sia chiaro che l'essenza di questa particolare procedura consiste nell'utilizzare i movimenti della testa (con i cinque colpi) per incoraggiare una ulteriore intensificazione della pressione mentale lungo l'intero circuito. 153

Ripeti la procedura 36 volte. Dopo aver completato il numero programmato di giri, calma il sistema per mezzo di una pratica minima di Samantrak, poi rilassati praticando un semplice Pranayama mentale. La supervisione di un esperto aiuta ad evitare problemi – intendo problemi fisici di sforzo eccessivo e di dolore nelle vertebre cervicali e nei muscoli del collo. Movimenti bruschi dovrebbero essere evitati; al loro posto viene utilizzata una grande intensità mentale di concentrazione. Per un paio di settimane è bene evitare di praticare ogni giorno. Meglio ogni due o tre giorni. Osservazione Abbiamo visto come il flusso Tribhangamurari è intensificato dai movimenti della testa. Il problema è che molti kriyaban concentrano tutta l'attenzione sull'impartire i colpi e non capiscono il valore di creare una pressione mentale lungo ogni millimetro del percorso. Abbiamo cominciato col percepire la sensazione di movimento che sale lungo la spina dorsale e scende lungo il percorso a tre curve. Poi con la procedura Samantrak abbiamo rafforzato la percezione dei 12 centri. Ora dobbiamo sentire che i movimenti della testa accompagnano perfettamente, millimetro dopo millimetro, il flusso della corrente interna. Compreso questo, possiamo cercare di intensificare la percezione del flusso interno creando una pressione mentale lungo ciascuna parte di esso. I movimenti della testa servono dunque per "toccare con pressione" ogni millimetro del percorso. Il mento va mosso lentamente come se stessimo cercando di vincere una forte resistenza. Abbiamo suggerito l'idea: "come spremere con una matita un tubo quasi vuoto di dentifricio per farne uscire l'ultima piccola parte. ''

Routine incrementale del macro movimento Tribhangamurari Prima possibile, proponiti di completare la routine ad incremento progressivo di questa procedura. Le dosi sono le seguenti: 36x2, 36x3,….. 36x35, 36x36. Attenzione: tra una tappa e la tappa successiva trascorre sempre, come minimo, una settimana! Questa routine è importantissima. Gli effetti sono forti e comportano una grande trasformazione interiore. Un minimo di 8-10 mesi sono richiesti per completarla. Dunque, mentre Amantrak e Samantrak sono stati praticati ogni giorno, le sedute incrementali del Thokar Tribhangamurari verranno praticate una volta alla settimana (gli altri giorni si può comunque praticare fino a 36 ripetizioni.) La ragione di questa prescrizione è che il kriyaban deve avere 154

tutto il tempo necessario per metabolizzare il materiale subconscio che la forte azione esercitata sul Muladhara porta alla superficie. Si comincia con 36x2 giri; una settimana dopo si praticano 36x3, poi 36x4... si continua incrementando di 36 in 36 fino ad arrivare a 36x36 ripetizioni. Questo significa 1296 giri completi! Si fa fatica ad immaginare quello che può accadere realmente. Significa che tu cominci al mattino e finisci di notte, ripetendo tante tante volte la stessa azione. Non c'è dubbio che riuscirai ad aprire la porta del Sushumna! Naturalmente quando arrivi a 36x36 vuol dire che sei stato capace di praticare 36x35, e prima 36x34 .... inoltre non dimentichiamo che hai praticato Amantrak e Samantrak per vari mesi! MICRO MOVIMENTO TRIBHANGAMURARI In questa pratica ci concentriamo sul Kutastha percependo contemporaneamente un micro-movimento Tribhangamurari nella sede di ciascun Chakra. Questa procedura richiama l'insegnamento di Swami Hariharananda. Egli ci insegnò a contattare la realtà Omkar costituita da suono, luce e sensazione di movimento. L'aspetto oscillatorio della realtà Omkar ha sempre avuto un posto centrale nel suo insegnamento. 9 I libri sullo Yoga spiegano l'importanza di sentire una sensazione di energia in movimento nel corpo intero, per esempio che saliva dal Muladhara lungo la spina dorsale o, come spiegò Sri Aurobindo, che scendeva dall'alto e si infondeva nel corpo. Swami Hariharananda si riferiva invece ad una sensazione di movimento o meglio di oscillazione entro ciascun Chakra. Percepire una oscillazione entro ciascun Chakra non è esattamente come percepire la forma Tribhangamurari in piccole dimensioni, comunque gli effetti sono, più o meno, gli stessi. Lo ''stato di assorbimento'' creato dall'avere questa particolare percezione in ciascun Chakra non ha paragoni. Solo poche scuole di Kriya hanno svelato la natura di questo micro-movimento e rivelato la sua importanza. Sfortunatamente molte persone cercano freneticamente un impossibile surrogato di esso!

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Ricordo come durante gli incontri con i devoti egli toccava alcuni presenti in testa o sul torace, vibrando la sua mano, cercando di trasmettere una sensazione come di ''oscillazione.''

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Istruzione pratica

Fig. 13. Micro movimento Tribhangamurari in ciascuno dei 12 centri

Dopo un minimo di 12 ripetizioni del Thokar Tribhangamurari, impariamo a sperimentare il movimento Tribhangamurari in piccole dimensioni [per questo si parla di Micromovimento] entro i 12 centri del percorso Macro Tribhangamurari. Tramite una breve inspirazione, solleva il Prana dal Muladhara Chakra nell'occhio spirituale tra le sopracciglia. Abbassa di poco il mento, trattieni il respiro e guarda "in giù" il Muladhara Chakra. Visualizzalo come un dischetto orizzontale avente un diametro di circa 2-3 centimetri. Percepisci su quel disco il movimento Tribhangamurari in dimensioni ridotte. Non preoccuparti del tempo richiesto: può essere breve, può essere lungo ... non importa. Esercita una moderata ma continua pressione sul disco come se tu avessi una penna e tracciassi il tratto con forza. Ripeti ancora due volte. Il respiro è trattenuto senza sforzo; il Prana rimane totalmente in Ajna Chakra. Dopo tre percezioni del movimento completo puoi rilassarti lasciando che il Prana scenda in basso. Avviene una sottile espirazione, ma tu nemmeno la percepisci. 156

Passa al secondo Chakra e ripeti la stessa procedura. Ripetila per i Chakra 3, 4 e 5, poi per Bindu, poi per il centro che si trova sopra Bindu, poi per i quattro centri al di fuori della spina dorsale che abbiamo descritto sopra, e finalmente per il Muladhara. Questo è il primo giro: pratica due ulteriori giri. Sii fedele a questa pratica per almeno sei mesi prima di aumentare la pressione mentale in ciascun centro tramite la ripetizione delle sillabe del Vasudeva Mantra. Il Mantra di 12 sillabe, tutto quanto, verrà ripetuto entro ciascun centro. Micro movimento Tribhangamurari utilizzando il Mantra Questa tecnica è, a mio avviso, la più elevata contenuta in questa seconda parte del libro. Essa possiede un mistero di Ultraterrena Bellezza. Tra le rovine delle passate illusioni, l'esperienza che andiamo a descrivere apre le porte della realizzazione spirituale. Essa incarna il più profondo aspetto della realtà Omkar. Percepire il micro movimento significa annientare ogni forma di dualità presente nei Chakra e quindi, nella propria consapevolezza. È come se il centro tra le sopracciglia diventasse una cosa sola con ciascun Chakra, fondendoli in un unica realtà. Questo ci porta fuori dal tempo e dallo spazio. Ne nasce un'aspirazione di amore bruciante verso il Divino. Assumi la posizione di Kechari Mudra. Tramite una breve inspirazione, solleva il Prana dal Muladhara Chakra nell'occhio spirituale tra le sopracciglia. Dimentica il respiro e guarda "in giù" il Muladhara Chakra. Ripeti mentalmente le sillabe "Om-Na-Mo-Bha-Ga-Ba-Te-Va-Su-De-VaYa". Fai questo Japa senza fretta mentre percepisci il formarsi del micro movimento Tribhangamurari. Rimani immobile senza fare alcun movimento della colonna spinale o della testa. Qui tutto il potere della pressione deve essere ottenuto con la pura ripetizione delle sillabe del Mantra. Ciascuna sillaba è come una piccola "pulsazione." Per molte persone il canto del Mantra e, di conseguenza, il micromovimento dura approssimativamente 10-12 secondi. Rammenta la raccomandazione di Lahiri Mahasaya: "Non abbiate fretta!". Cerca di percepire la differenza tra andare piano e andare velocemente. Se vai lentamente percepirai un enorme potere. Ripeti il Vasudeva Mantra tre volte. Il Prana rimane totalmente in testa. Dopo tre percezioni del movimento completo, ripeti la stessa procedura per 157

i Chakra 2, 3, 4 e 5, poi Bindu, poi il punto che sta sopra Bindu a sinistra, poi i quattro centri al di fuori della spina dorsale e finalmente il Muladhara. Questo è un giro: pratica da tre a dodici giri. Alla fine di questa pratica, rimani con la consapevolezza centrata nella luce che percepirai nella parte superiore della testa. Se hai proceduto senza fretta otterrai uno stato che può definirsi ''al di là del tempo.'' Se, terminata la pratica, trovi il tempo per distenderti supino (Savasana) otterrai un particolare stato di immobilità fisica e mentale dove l'energia Kundalini potrà salire fino al Chakra del cuore mentre il Kutastha si rivelerà. Routine incrementale del micro movimento Tribhangamurari da compiersi nell'ultima parte della vita Quando ricevetti questa istruzione mi fu detto che, analogamente allo Yoni Mudra che è praticato ogni notte nel momento in cui un kriyaban si accinge a sottrarre la consapevolezza dal corpo e dal mondo fisico e si prepara al sonno – che è una "piccola morte" – così la routine incrementale del Micro movimento Tribhangamurari è un pacifico ritorno all'origine: un prepararsi a "morire per sempre" – nel senso di divenire liberi per sempre, liberi nello Spirito. È stato spiegato che quest'ultima routine incrementale, oltre ad essere la migliore preparazione per l'uscita consapevole fuori del corpo al momento della morte (Mahasamadhi), brucia per sempre la necessità di reincarnarsi. 10 Nella routine incrementale basata sul Micro movimento abbiamo 36 sedute di pratica. Quello che è nuovo è che la maggior parte di queste sedute richiedono più di un giorno. Vediamo di essere precisi. Nel primo giorno si percepiscono 36 Micro movimenti in ciascuno dei 12 centri e basta. La seconda seduta prevede di percepire 36x2 Micro movimenti in ciascun centro. [Si sperimentano 72 Micro movimenti nel primo Chakra senza interruzione, poi 72 nel secondo 10

Per quanto riguarda quello che accade durante il processo del Mahasamadhi, abbiamo sentito molte storie sui possibili ''modi Kriya'' di abbandonare il guscio fisico, ma ovviamente non possiamo garantire la loro autenticità. Alcuni affermano che il modo tipico è il Thokar, altri accennano a procedure che avvengono completamente nel Kutastha. Possiamo ragionevolmente presumere che non sia sempre possibile eseguire il movimento fisico del Thokar. Focalizzare la propria consapevolezza nella spina dorsale o nel punto tra le sopracciglia può essere l'unica cosa possibile. La cosa più interessante che ho sentito è che alcuni kriyaban, durante le ultime settimane o mesi prima di lasciare il corpo, praticano solo una tecnica: percepire il Micro movimento Tribhangamurari nel Kutastha. Al momento della morte, essi si uniscono con l'Infinito attraverso questa stessa procedura. 158

Chakra e così via....] Dopo alcuni giorni, si pratica la terza seduta che prevede 36x3 Micro movimenti in ciascun centro. Poi passano altri giorni. Poi abbiamo i 36x4 la cui pratica può occupare un giorno intero. I prossimi passi: 36x5, 36x6, 36x7 36x8 di solito richiedono un giorno intero e anche parte del giorno seguente. Qui avviene quello che normalmente non si fa: dormire una notte intera tra le due parti di quella che viene considerata un'unica seduta. Quello che è importante è che nella mattina del giorno seguente si riprenda più o meno immediatamente dopo la sveglia. Quindi non è permesso di andare a lavorare ed è anche raccomandato di mantenere il silenzio, evitando ogni opportunità di conversale. (L'uso del buon senso dovrebbe comunque sempre prevalere; se è qualcuno ci rivolge la parola, una risposta gentile è sempre un dovere.) Si può ora capire che se le sedute seguenti richiedono più giorni; l'ultima seduta richiede circa 12 giorni! Tanto per essere sicuri che uno abbia capito, proviamo a descrivere quello che avviene durante l'ultima seduta. Dunque, io mi propongo di percepire36x36 micro movimenti in ciascun centro! Questo vuole dire: 1296 micro movimenti nel Muladhara, 1296 nello Swadhisthana.... e così via, finendo di nuovo dopo molti giorni nel Muladhara con 1296 percezioni. Devo sottolineare che non è permesso saltare una tappa. Non pensate: "Durante le mie prossime ferie estive troverò facilmente una dozzina di giorni per praticare 36x36.'' No! Non funziona in questo modo. Prima di percepire il movimento Micro 36x36 volte in ciascuno centro, tu devi averlo percepito 36x35 volte. E prima di questo, 36x34 volte, e così via.... Mi pare chiaro che completare questa routine incrementale è realmente un gigantesco conseguimento. Accadranno molte esperienze splendide e gli ultimi ostacoli interni saranno dissolti uno dopo l'altro. Quando la pratica è completata, si scopre che non si riesce a descriverla in quanto la beatitudine sperimentata ha parzialmente cancellato dalla memoria la modalità esatta dell'esperienza. Un kriyaban dovrebbe fare ogni sforzo per creare l'opportunità di concedersi un giorno (mentre la vecchiaia si avvicina) la gioia, il privilegio di completare il numero raccomandato di ripetizioni senza mai cedere alla tentazione di praticare in modo affrettato.

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CAPITOLO 11 SCUOLA OMKAR La scuola Omkar (mi riferisco alla scuola Kriya che nasce da Swami Hariharananda) rappresenta un modo fantastico per approfondire la pratica del Kriya. Swami Hariharananda ci ha spiegato che la realtà Omkar si rende manifesta come Suono, Luce e sensazione di Movimento. Sagge parole! Nel mio cuore rivolgo un grazie a quanto ho appreso ai piedi di questo Maestro. Grazie anche a un paio di suoi discepoli che mi hanno aiutato a ragionare. NOTA In tutte le tecniche seguenti la lingua è nella posizione che abbiamo definita ''baby Kechari Mudra''

► Come questa scuola affronta il Primo Livello del Kriya In questa scuola il Primo livello del Kriya è diverso da quelli visti finora. Routine Primo Kriya [I.1] Maha Mudra in due parti (Piegamenti e Maha Mudra vero e proprio) [I.2] Kriya Pranayama [I.3] Jyoti Mudra [I.4] Paravastha [I.1] Maha Mudra in due parti (Piegamenti e Maha Mudra vero e proprio) In questa scuola il Maha Mudra è insegnato con una precisione insuperata, rendendo, durante la pratica stessa, la realizzazione di Omkar quasi tangibile anche ad un principiante. Questo Maha Mudra è diviso in due parti: i Piegamenti e il Maha Mudra vero e proprio. Piegamenti Siedi sul pavimento nella posizione del mezzo loto o sui talloni. Espira. Concentrati su Ajna nel centro della testa. Per mezzo di una profonda inspirazione (non troppo lunga) visualizza il respiro che sale dalla sede del Muladhara su per la spina dorsale e arriva fino ad Ajna. Trattieni il respiro. Piega in avanti la zona sopra la cintura e, se puoi, tocca il pavimento con la testa. (La testa è posta nella regione fra i ginocchi. Le mani possono essere 160

usate come più viene naturale onde raggiungere comodamente questa posizione.) Gentilmente espira e lascia che il respiro sia libero. Dopo aver toccato con la fronte il pavimento, piegati prima a destra avvicinando l'orecchio destro al ginocchio destro. La testa si avvicina al ginocchio destro, la faccia è girata verso il ginocchio sinistro così che sia possibile percepire una pressione sul lato destro della testa; una sensazione di spazio è percepita entro il lato sinistro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30 secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca il terreno. Poi ripeti lo stesso esercizio con l'altro lato del corpo, scambiando le percezioni. La testa si avvicina al ginocchio sinistro, la faccia è girata verso il ginocchio destro cosi che sia possibile percepire una pressione sul lato sinistro della testa; una sensazione di spazio è percepita entro il lato destro del cervello. Rimani in questa posizione da 3 a 30 secondi. Muovi la testa di nuovo verso il centro fin quando la fronte tocca il terreno. Una pressione è percepita sulla fronte. Una sensazione di spazio è percepita entro la regione occipitale.

Figura 14. Piegamento in avanti. Prima posizione

Durante questo delicato processo tu stai respirando normalmente e la tua consapevolezza si trova principalmente in Ajna Chakra mentre i tuoi occhi sono focalizzati sul Kutastha. Poi sollevati con la schiena diritta inspirando profondamente. Tramite una lunga espirazione, l'energia è guidata in giù da Ajna Chakra al Muladhara. Per mezzo di una profonda inspirazione visualizza il respiro che proviene dalla sede fisica del Swadhisthana su per la spina dorsale e arriva fino ad Ajna. Ripeti tutto il processo come per Muladhara. Alla fine per mezzo di una lunga espirazione guida la tua energia da Ajna a Swadhisthana. Poi ripeti lo stesso processo per Manipura, Anahata, Vishuddha e midollo allungato. In questo modo puoi gioire di sei piegamenti. 161

Nota Per aumentare il potere di questa procedura, puoi, quando sei giù, trattenere il respiro. Proverai una sensazione molto forte di energia che sorge e si intensifica nel punto tra le sopracciglia. Il trattenimento del respiro è un potente stimolatore di Kundalini. Se non sei pronto per il potere generato da questa procedura, se ti senti troppo irritabile, non trattenere il respiro. Quando pieghi il tuo corpo a sinistra, la tua narice destra si aprirà. Quando pieghi il tuo corpo a destra, la tua narice sinistra si aprirà. Quando ti pieghi in avanti e la fronte è vicinissima al pavimento, ti accorgerai di un flusso uguale di respiro nelle tue narici. Si apre così il passaggio che conduce entro la corda spinale: otterrai equilibrio della mente e calma nel corpo. Il canale lunare di Ida è situato al lato sinistro della spina dorsale; il canale solare di Pingala è situato sul lato destro della spina dorsale. Entrambe le corde si afferrano l'una all'altra. Ripetendo la procedura descritta, esse sono separate, e, come conseguenza, un passaggio è aperto tra i due. L'apertura del passaggio spirituale all'interno della spina dorsale (Sushumna) rappresenta l'inizio della pratica della meditazione. Maha Mudra Piega la gamba sinistra sotto il corpo in modo che il tallone sinistro sia vicino al perineo. Attira il ginocchio destro contro il corpo in modo che la coscia sia vicina il più possibile al petto. Le dita intrecciate sono poste proprio sotto il ginocchio e questo aiuta ad applicare pressione ai tuoi organi interni. Prenditi da 5 a 6 respiri molto profondi applicando una pressione moderata al ginocchio. Poi inspira profondamente e trattieni, estendi la gamba destra, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia la gamba destra dal piede alla coscia e alla natica. Poi afferra il piede destro in questo modo: la mano destra afferra le dita del piede destro e la mano sinistra afferra il lato interno del piede destro (l'arcata del piede). La faccia è girata verso sinistra. Percepisci una sensazione di pressione interna sulla parte destra della testa. Essa contrasta con la sensazione di spazio libero nella parte sinistra del cervello. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia. Poi inspira e trattieni, siedi di nuovo sul tuo piede sinistro col ginocchio destro piegato e attirato verso il petto, poi espira in un respiro normale.

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Pratica l'intera procedura scambiando le percezioni e la posizione di gambe e uso delle mani. Non ripeto tutto – non dimenticare il canto di Om sei volte nel punto tra le sopracciglia.

Figura 15. Qui la faccia è rivolta verso sinistra

Ora, attira entrambi i ginocchi contro il tuo corpo. Estendi entrambe le gambe, piegati in avanti, respira normalmente e massaggia entrambe le gambe dai piedi a cosce ed anche. Poi afferra entrambi i piedi: mano destra per le dita del piede destro, mano sinistra per le dita del piede sinistro. Respira normalmente, fletta i piedi 4 o 5 volte poi rilassali con la testa in giù tanto più vicina ai ginocchi quanto possibile. Sperimenti pressione interna sulla parte frontale della testa. Una sensazione di spazio è percepita nella regione occipitale. Canta Om sei volte nel punto tra le sopracciglia. Poi inspira e trattieni, sieda diritto e massaggia le dita del piede, poi porta le gambe piegate di nuovo al petto ed espira. Come al solito, questo esercizio è ripetuto tre volte. Kriya Pranayama Con gli occhi chiusi, inspira profondamente nella Fontanella. Poi espira scendendo in Ajna. Trattieni il respiro per pochi secondi (3-4) e poi inspira sollevando la coscienza di nuovo nella Fontanella. Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi espira scendendo fino a Vishuddha, trattieni per alcuni secondi, poi inspira da Vishuddha alla Fontanella. Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi espira fino ad Anahata... Continuando in questo modo, a un certo punto raggiungi il Muladhara. Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla Fontanella. Ripeti il tutto in ordine inverso. Espira dalla Fontanella al Muladhara. Trattieni il respiro per pochi secondi. Poi inspira dal Muladhara alla 163

Fontanella, trattieni il respiro. Poi espira dalla Fontanella al Swadhisthana Chakra... pausa... inspira... e così via finché espiri dalla Fontanella ad Ajna. Questo è un ciclo (12 respiri). Puoi ripetere il ciclo per un paio di volte. Durante la pausa tra l'inspirazione ed espirazione (la consapevolezza è nella Fontanella) il respiro dovrebbe essere trattenuto da 2 a 3 secondi, ma dopo molte settimane di pratica, il tempo di ciascuna pausa può essere gradualmente aumentato senza, ovviamente, provare disagio. Jyoti Mudra Chiudi le orecchie con i pollici mentre con gli indici premi leggermente gli angoli degli occhi. Concentrati nel Kutastha. Lascia che una parte della tua attenzione scenda nel Muladhara. Poi solleva idealmente questo Chakra tramite una inspirazione nel punto tra le sopracciglia. Trattieni il respiro fintantoché ti è facile (circa 10-15 secondi) mentre cerchi di percepire la luce particolare del Muladhara nel Kutastha. Espira e poni idealmente il Chakra Muladhara nella sua posizione originale. Parte dell'attenzione si sposta ora sul secondo Chakra. Poi fai esattamente quello che hai fatto con il Chakra Muladhara. Grazie ad una breve espirazione, questo Chakra ritorna poi idealmente nella propria sede... Lo stesso si ripete per i Chakra 3, 4, 5 e Medulla. Cerca sempre di percepire la luce nel punto tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo ciascun centro nella luce dell'occhio spirituale. Alla fine della procedura poni le palme delle mani sulle palpebre e rimani là vedendo la Luce per 2-3 minuti. Quando la Luce scompare, abbassa le mani. Paravastha Paravastha è lo stato che segue ad una buona pratica di Kriya. Rimani più a lungo in meditazione ascoltando il suono divino, sentendo la vibrazione e godendo della Luce divina. Percepisci il centro della tua concentrazione che si solleva lentamente dal Kutastha alla Fontanella e sopra la Fontanella oltre il corpo. Rimani senza pensieri percependo questo cielo interiore che comincia dalla parte superiore della testa. Quando raggiungi la fine della tua routine di meditazione, apri gli occhi. Fissa quello che è di fronte a te ma non osservare alcuna cosa in particolare. Guarda senza guardare. Mantieni il 99% della tua attenzione nella Fontanella. Dopo un po' diverrai consapevole di una sottile linea di Luce bianca, morbida, come una nebbia, attorno a tutti gli oggetti. La Luce si espanderà progressivamente. Evita di pensare. Mantieni lo sguardo fisso. Dopo 5 minuti chiudi gli occhi e rimani così ancora un po' prima di alzarti in piedi.

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► Come questa scuola affronta il Secondo livello del Kriya [II.1] Secondo Kriya parte formale Appoggia le mani con le dita intrecciate sull'addome. Inspirazione ed espirazione sono divise in 6 + 6 parti. Cominciando dalla posizione col mento appoggiato al petto, inspira sollevando simultaneamente il mento con lentezza come per accompagnare e spingere l'energia nel suo cammino verso l'alto. Poni mentalmente le sillabe del Vasudeva Mantra (Om Namo Bhagavate Vasudevaya) nella sede di ciascun Chakra facendo una breve pausa in ciascuno. Durante il primo "sorso" dell'inspirazione, la concentrazione è sul Muladhara, dove viene idealmente "posta" la sillaba Om; durante il secondo "sorso" la concentrazione è sul secondo Chakra, dove viene idealmente posta la sillaba Na... e così via, finché Ba è posta nel Bindu, l'inspirazione è completata e il mento è orizzontale. Trattieni il respiro. Pratica il Kechari Mudra come meglio puoi. Piega la testa in avanti verso la cavità di gola: la Luce divina fluisce in giù dall'alto nella regione occipitale del cervello (perciò nella parte della testa che è volta verso il soffitto.) Dopo avere sentito questo per un secondo o più, riprendi la posizione normale ed immediatamente piega leggermente la testa verso la spalla sinistra, senza girare la faccia. L'esperienza precedente dell'infusione della Luce divina avviene di nuovo nella parte destra della testa. Riprendi la posizione normale e piega leggermente indietro la testa: l'esperienza della Luce divina avviene nella parte frontale della testa. Poi piega la testa verso la spalla destra ... l'esperienza della Luce divina avviene nella parte sinistra della testa. Chiudi il giro ripetendo il primo movimento ovvero piegando la testa in avanti verso la cavità di gola: la Luce divina fluisce in giù dall'alto nella regione occipitale del cervello. Dopo aver concluso una rotazione della testa, comincia la espirazione. Anche l'espirazione è divisa in sei parti ben marcate come pulsazioni. Abbassando lentamente il mento sul petto, la consapevolezza scende lungo la colonna spinale. Poni la sillaba Teee nel Midollo Allungato, Va nel quinto Chakra.... e così via.... Su... De... Va, finché Ya è cantato mentalmente nel Muladhara. Se ciò è confortevole fai una piccola pausa dopo la espirazione. Durante questa la consapevolezza fa una completa rotazione in senso antiorario attorno al Chakra Muladhara. Tutto questo io lo chiamo Omkar Pranayama – per non stare ogni volta a dire ''Parte Formale del Secondo Kriya.'' Il tempo globale di un Omkar Pranayama dipende dall'individuo: di solito è di circa 45-50 secondi ma da un certo punto in poi, la velocità di ciascuna 165

ripetizione di Omkar Pranayama rallenterà. Il respiro è "risucchiato internamente" e sembra essere dissolto. Da quel momento in poi, tutti i dettagli fisici sono solo accennati. Probabilmente hai letto da qualche parte che in un profondo Pranayama l'energia attraversa i Chakra come il filo di una collana passa attraverso le perle. Può anche avvenire che il ''filo'' di energia avvolge ciascuna ''perla.'' La rotazione antioraria delle consapevolezza attorno alla corona (indotta dalla esperienza della Luce che scende dall'alto) Quando comincia l'inspirazione e tu canti mentalmente Om, puoi usare gli istanti iniziali della inspirazione per intensificare la pressione psichica attorno al Muladhara Chakra. Questa azione interiore si estende in modo naturale agli altri Chakra. Il percorso di salita è simile ad un'elica che circonda e crea pressione attorno a ciascun Chakra. Procedi con calma, non avere fretta, lascia dunque che questo processo si riveli spontaneamente. [II.2] Secondo Kriya parte informale Dimentica il respiro come nel Pranayama mentale. In ciascun Chakra ripeti mentalmente la sillaba relativa molte, molte volte. Quindi nel Muladhara ripeti Om, Om Om, Om Om... tante volte, come minimo 36. (Non usare comunque il Mala per contare – rimani immobile.) La velocità con cui canti le sillabe è approssimativamente due ogni secondo. Visualizza tale Chakra come un disco orizzontale del diametro di circa tre centimetri. Visualizza queste sillabe che si muovono in senso antiorario all'interno del Chakra. Poi concentrati sul secondo Chakra dove fai esattamente la stessa azione, utilizzando la seconda sillaba del Mantra, ovvero Na, Na, Na, Na, Na... circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul terzo Chakra, ripetendo Mo, Mo, Mo, Mo, Mo...circa 36 volte. Poi ti concentrerai sul quarto Chakra, ripetendo Bha, Bha, Bha, Bha, Bha … poi sul quinto (Ga, Ga, Ga, Ga, Ga ....), poi su Bindu (Ba, Ba, Ba, Ba, Ba ....). Ora pratica i cinque piegamenti della testa ma in modo più lento. La testa si piega in avanti verso la cavità della gola: la Luce divina scende dalla regione che si trova sopra la testa (sede della Tranquillità Eterna) nella regione occipitale del cervello. Dopo aver percepito questo per 10-20 secondi, riprendi la posizione normale della testa e piega la testa di poco verso la spalla sinistra senza girare la faccia verso sinistra. La precedente esperienza di infusione della la Luce divina avviene di nuovo. La Luce divina scende dalla regione che si trova sopra la testa nella parte destra del cervello, poi nella spina dorsale e nel corpo. Dopo aver percepito questo per 10-20 secondi, riprendi la posizione normale della testa. Ora la testa si 166

piega indietro: avviene la stessa esperienza e la luce Divina scende nella parte frontale del cervello.... Piega la testa verso la spalla destra senza girare la faccia. La stessa esperienza avviene e la Luce divina scende nella parte sinistra del cervello.... Per chiudere il giro, il mento si piega in avanti verso la cavità della gola; la stessa esperienza avviene … La testa riprende la sua posizione normale. Hai percepito la Luce e le benedizioni divine in ciascuna delle quattro Parti del cervello. In questo modo la Luce spirituale pervaderà ciascun atomo della parte superiore della tua testa. Ora concentrati su Medulla e ripeti Te Te Te Te Te Te .... …Lo ''stato di assorbimento'' è davvero molto forte. Poi passerai a concentrarti sul quinto Chakra usando Va, Va, Va …. …. poi quarto.... terzo …. secondo …. Muladhara. Salire così dal Muladhara al Bindu e discendere poi ripetendo sempre quella procedura costituisce un giro: il tempo richiesto è approssimativamente 4-6 minuti. Ripeti 3-4 giri e poi perditi nello stato meditativo. Punti chiave [1] Passando da un Chakra al successivo, comincerai a notare il cambiamento della vibrazione luminosa nella regione tra le sopracciglia. In seguito avrai l'esperienza che un suono specifico emana da ciascun centro. Rimanendo assorto nell'ascolto dei suoni astrali, si crea beatitudine interiore, ponendo da parte – almeno momentaneamente – la coscienza dell'ego. Questo è il momento in cui la realtà Omkar si rivela. [2] Dopo molte ripetizioni di questa procedura, la parte superiore del cervello rimarrà idealmente nello spazio, separata dal corpo fisico. Swami Hariharananda disse che questa procedura finisce col separare la parte superiore della testa dalla inferiore. Egli paragonò la testa ad una noce di cocco e disse che questa procedura apre la noce di cocco colpendola da quattro parti. Ovviamente molto sforzo è richiesto per raggiungere tale risultato. Uno deve realmente ''invitare'' l'energia divina a scendere in ciascuna parte della testa. Durante il giorno rimani in questo stato il più possibile. Quando puoi ritirarti per una breve meditazione, entra in sintonia con il Suono, la Luce, il potere senza forma del Divino che ruotano entro il cranio.

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[II.3] Impiego della 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito Swami Hariharananda prese la decisione di insegnare una pratica tipica dello Hatha Yoga tantrico per completare la pratica del suo Secondo Kriya. In seguito cambiò idea e non la insegnò più perlomeno qui in Europa. È interessante darne un cenno. Questa procedura serve ad aiutare il ricercatore a percepire l'Energia Divina nei Chakra e in diverse parti del corpo. In ciascun Chakra Le 50 lettere dell'alfabeto Sanscrito saranno cantate mentalmente visualizzando i petali di ciascun Chakra. Non c'è controllo del respiro. Incomincia con Hang Kshang in Ajna Chakra: Hang nell'emisfero sinistro del cervello e Kshang in quello destro. Poi canta mentalmente le 16 vocali nel Chakra cervicale (Ang Aang Ing Iing Ung Uung Ring Rring Lring Llring Eng Aing Ong Oung Aung Ah) – canta ciascuna lettera solo una volta e questo vale anche per i Chakra seguenti. In questa pratica visualizza ciascun Chakra come un disco verticale che irradia Luce divina per mezzo dei suoi petali. Visualizza il numero di petali che è previsto dalla tradizione Yoga e visualizzali in direzioni oraria. Quindi poni le prime 12 consonanti nel Chakra del cuore (Kong Khong Gong Ghong Wong Chong Chhong Jong Jhong Neong Tong Thong), canta le seguenti 10 nel Manipura (Dong Dhong Nong Tong Thong Dong Dhong Noing Pong Phong), poi le seguenti 6 nello Swadhistan (Bong Bhong Mong Jong Rong Long) e infine le ultime 4 nel Muladhara (Vong Shhong Shong Song). In ciascun Chakra, comincia dalla parte superiore a sinistra, poi scendi a sinistra e sali dalla parte destra. Si raccomandano tre cigli. Si chiude ripetendo le due sillabe Hang Kshang in Ajna. Nella corona della testa Le 50 lettere dell'alfabeto sanscrito sono fatte ruotare attorno alla corona della testa attivando il suono Omkar che è percepito nel centro del cervello – nella cosiddetta ''Grotta di Brahma'', la sede delle ghiandole ipofisi e pineale. Si incomincia da dietro la corona con le vocali, poi si continua con le consonanti fino a ritornare al punto di partenza. Fai il giro in senso antiorario (se visto dall'alto) e poi ripeti orario. Si consiglia di farne 6+6. I buoni effetti di questa procedura sono facilmente sperimentati ed è per questo che questa procedura viene percepita come ''provvidenziale.''

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In diverse parti del corpo Le 50 lettere dell'alfabeto sanscrito sono poste in 50 parti del corpo. Non c'è controllo del respiro. Poni la mano sulle seguenti parti del corpo, cantando mentalmente la appropriata lettera. 1 ANG Fronte 2 AANG Bocca 3 ING Occhio sinistro 4 IING Occhio destro 5 UNG Orecchio sinistro 6 UUNG Orecchio destro 7 RING Narice sinistra 8 RRING Narice destra 9 LRING Guancia sinistra 10 LLRING Guancia destra 11 ENG parte interiore della bocca (qui non si deve toccare) 12 AING Mento 13 ONG Parte superiore del labbro e denti superiori 14 OUNG Parte inferiori del labbro e denti inferiori 15 AUNG Fronte & cime della testa 16 AH Intero volto (toccalo con entrambe le mani) 17 KONG Spalla sinistra 18 KHONG Gomito sinistro 19 GONG Polso sinistro 20 GHONG Nocche delle dita sinistre 21 WONG Articolazioni della dita sinistre 22 CHONG spalla destra 23 CHHONG Gomito destro 24 JONG Polso destro 25 JHONG Nocche delle dita destre 26 NEONG Articolazioni delle dita destre 27 TONG Articolazione della coscia sinistra 28 THONG Ginocchio sinistro 29 DONG Caviglia sinistra 30 DHONG Avampiede sinistro 31 NONG Dita del piede sinistro 32 TONG Articolazione della cosci destra 33 THONG Ginocchio destro 34 DONG Caviglia destra 35 DHONG Avampiede destro 36 NOING Dita del piede destro 37 PONG Costole sinistre 38 PHONG Costole destre 39 BONG Schiena (toccatela in su e in giù) 40 BHONG Basso addome 41 MONG Parte superiore dell'addome 42 JONG Centro del cuore 43 RONG Spalla sinistra 44 LONG Parte posteriore del collo 45 VONG Spalla destra 46 SHHONG Dalla spalla sinistra alla mano destra 47 SHONG Dalla spalla destra alla mano sinistra 48 SONG Dalla spalla sinistra al piede destro 49 HAM Dalla spalla destra al piede sinistro 50 AKSHAM Muoversi verso il basso lungo la parte frontale del corpo

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► Come questa scuola affronta il Terzo livello del Kriya: Jyoti Mudra evoluto Secondo la mia comprensione questo è il vero e proprio terzo livello del Kriya. Sappi però che ormai è entrato nella tradizione di presentarlo sempre come Jyoti Mudra Secondo Kriya. Durante questa pratica tu contrai e rilassi i muscoli vicino la sede fisica di ciascun Chakra. La posizione delle mani e delle dita è la stessa che per lo Jyoti Mudra che abbiamo prima illustrato: con i pollici chiudi le orecchie mentre con gli indici copri gli occhi. Diventa consapevole del Muladhara Chakra. Contrai i muscoli vicino al Muladhara: la parte dietro del perineo. Poi solleva questo Chakra per mezzo di una inspirazione fino al Kutastha. Trattieni il respiro il più a lungo possibile purché ciò non crei disagio (circa 10 -15 secondi) mentre cerchi di percepire (nel Kutastha) la particolare luce del Muladhara. Rilassa la tensione fisica ed espira. Poi sposta la consapevolezza sul secondo Chakra Swadhisthana e contrai i muscoli della zona sessuale e del sacro. Puoi praticare il Vajroli Mudra (contrai e rilassa lo sfintere uretrale ed i muscoli della schiena vicino al centro sacrale.) Poi fai esattamente quello che hai fatto col Muladhara Chakra, quindi lo sollevi nel Kutastha... Quando Swadhisthana è di nuovo nella sua posizione iniziale, concentrati sul terzo Chakra Manipura. Contrai i muscoli dell'addome al livello dell'ombelico: contrai rapidamente e rilassa l'ombelico, i muscoli addominali e l'area lombare della spina dorsale. Poi fai esattamente quello che hai fatto con i due Chakra precedenti ... Ripeti lo stesso schema per Anahata Chakra. Espandi il petto. Avvicina le scapole e concentrati sulla spina dorsale, la parte vicina al cuore. Senti la contrazione dei muscoli vicini al centro dorsale. Poi fai esattamente quello che hai fatto con i tre precedenti Chakra... Concentrati sul quinto Chakra Vishuddha. Muovi la testa rapidamente destra-sinistra (senza girare il volto) un paio di volte, percependo un suono nelle vertebre cervicali come di qualcosa che viene macinato. Questo serve solo a localizzare il centro cervicale. Per localizzare astralmente il Chakra Vishuddha c'è bisogno di una diversa procedura. Inspira questo Chakra fino al punto tra le sopracciglia senza particolare contrazione. Ora, trattenendo il respiro, pratica le seguenti cinque inclinazioni della testa: 170

a) gira la testa a sinistra (le mani seguono; la leggera pressione sulle orecchie ed occhi non cambia) il gomito destro si avvicina alla parte destra del petto, b) gira la testa a destra, il gomito sinistro si avvicina alla parte sinistra del petto, c) ritorni alla posizione centrale e piega la testa in avanti; d) piega la testa indietro e) poi di nuovo davanti. Ritorna alla posizione normale Espira dal Kutastha al Chakra Vishuddha. Per il Medulla abbiamo la seguente procedura. Inspira molto lentamente dalla base della spina dorsale. Durante questa inspirazione, contrai i muscoli alla base della spina dorsale, poi i muscoli vicino l'organo sessuale, poi i muscoli vicino l'ombelico e vicino il Manipura Chakra, poi contrai i muscoli vicino il centro dorsale, vicino la regione della gola e, infine, stringa i denti e crea delle rughe sulla fronte. Osserva la luce nel punto tra le sopracciglia. Senti che stai offrendo il tuo sesto centro a Dio. Espira e libera la contrazione. Per il Sahasrara Chakra abbiamo la procedura seguente. Inspira, contrai tutti i centri come abbiamo fatto per Ajna Chakra, poi con i denti stretti, spingi la porzione della tua testa che è sopra le sopracciglia (cranio) su nell'alto dei cieli, offrila al Divino. Espira, e libera la contrazione. Per completare la procedura, metta i palmi delle tue mani sulle palpebre e rimai là, osservando una Luce bianca lattea per 2-3 min. Quando la Luce scompare, abbassa le tue mani ed inchina la fronte e prega alla forma di Dio che preferisci. Apri gli occhi ma rimani concentrato internamente, nella ghiandola pituitaria e osserva la Luce divina in tutte le cose. Poi godi del Paravastha come nel Primo Kriya. ► Come questa scuola affronta la meditazione che avviene nella parte superiore del cervello Nel capitolo ottavo ho spiegato come Sri Mukherjee tende a definire questa particolare meditazione Quarto Kriya. Io non commento. Per evitare conflitti mi limito a spiegare e indico le varie tappe non con numeri romani ma con le lettere dell'alfabeto.

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Fase A) Far circolare l'energia entro il cervello dimenticando il respiro e utilizzando i movimenti della testa Dimentica il respiro. Pratica il Kechari Mudra meglio che puoi. Piega la testa in avanti. Senti l'energia nella regione frontale della testa e vibra mentalmente Bha in quella zona. Senza ritornare con la testa nella posizione normale, guida lentamente la testa nella posizione piegata verso la spalla sinistra – come se tu cercassi di toccare la spalla sinistra con l'orecchio sinistro. Senti l'energia presente sul lato sinistro del cervello, sopra l'orecchio sinistro e vibra mentalmente Ga in tale luogo. Da questa posizione piega la testa indietro e guida lentamente il flusso di energia verso la zona occipitale del cervello. Mentalmente vibra Ba in tale zona. Guida lentamente la testa nella posizione successiva, piegata verso la spalla destra – come se tu cercassi di toccare la spalla destra con l'orecchio destro. Senti l'energia presente sul lato destro del cervello, sopra l'orecchio destro e vibra mentalmente Teee in tale luogo. Ora ritorna lentamente alla posizione iniziale con la testa piegata in avanti. Il flusso di energia si muove nella regione frontale del cervello. Vibra mentalmente Ba in quella zona. Ora raddrizza lentamente la testa per ritornare col mento parallelo al suolo mentre guidi l'attenzione indietro verso la parte centrale del cervello sotto la Fontanella. Canta mentalmente Su in tale centro. Questo completa il primo giro. Ripeti questa pratica 12 volte.

Figura 16. Circolazione di Prana calmo nella parte superiore del cervello

Dunque, col lento canto mentale di Bha Ga Ba Te Va Su l'energia si muove lentamente attraverso la sostanza del cervello creando in esso una

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pressione psichica. Questa pressione interiore, questa frizione favorisce la manifestazione della Luce Divina. Fase B) Far circolare l'energia entro il cervello dimenticando il respiro e mantenendo l'immobilità Non è difficile percepire nell'immobilità fisica il movimento rotatorio del Prana. Questo avviene dopo un certo numero di pratica della tecnica precedente. Senza muovere la testa, ripeti mentalmente, senza fretta e le sillabe Bha, Ga, Ba, Te, Ba, Su cercando di percepire lo stesso movimento energetico che è stato indotto prima per mezzo dei movimenti della testa. L'esperienza è quella di una sfera di Luce che si muove in circolo entro il cervello, concludendo il giro nel punto sotto la Fontanella. Prova a percepire almeno 36 di queste rotazioni durante ciascuna routine Kriya. Nota Se queste due ultime pratiche ti rendono poco concentrato durante la giornata – come se tu fossi sotto l'effetto di qualche droga, sperimentando cioè uno stato di eccessivo distacco dalle cose terrene – allora ogni volta che pratichi questa tecnica falla seguire da alcune ripetizioni del Secondo Kriya, sia la parte formale (6 ripetizioni) che la parte informale (tre ripetizioni.) Un altro problema è che, col tempo, esse creano un effetto molto forte sulla sfera della consapevolezza. In maniera impietosamente chiara diventi consapevole dei tanti espedienti dell'ego che guidano le tue azioni. Per esempio la ragione di decisioni errate appare con definitiva chiarezza, libera da veli e dissimulazioni. L'ego è una struttura mentale molto complicata: non è possibile distruggerlo, ma solo renderlo più trasparente. C'è un prezzo da pagare: possono apparire (ore dopo la pratica) ondate inesplicabili di paura, la sensazione di non sapere chi sei e dove sei diretto. Questa è una reazione naturale che proviene da quei sottili strati del cervello che hai toccato.

Fase C) Far circolare l'energia entro il cervello trattenendo il respiro e utilizzando la concentrazione sui Chakra Questa pratica è il felice coronamento dello sforzo fatto con le due tecniche precedenti. Essa fa sorgere naturalmente il suono cosmico di Om. Solo questo ascolterai. Pertanto il canto mentale di Bha Ga Ba Te Va Su non serve. [E nemmeno serve nelle tecniche successive a questa] Concentrati sul centro del Muladhara. Inspira profondamente e solleva idealmente il Chakra Muladhara nella parte centrale del cervello sotto la Fontanella, sopra Ajna. Visualizza tale Chakra come un disco, largo come il circuito di energia che hai precedentemente creato. 173

Senti che l'aria è spremuta dall'addome ed immagazzinata nella parte superiore dei polmoni. Trattieni il respiro e comincia a mettere in moto la rotazione dell'energia nella testa proprio come hai appreso precedentemente. La rotazione dell'energia avviene nella testa ma, allo stesso tempo, accade anche attorno alla vera ubicazione del Muladhara Chakra. Quindi due rotazioni di energia avvengono contemporaneamente: sembra difficile ma diverrà naturale. [Ricorda anche che alla fine di ogni giro, il flusso di energia è diretto in verso il punto sotto la Fontanella.] Durante questa pratica ascolta il suono di Om.

Fig. 17. La Figura mostra il momento in cui il Quarto Chakra è sollevato. Si vede la circolazione dell'energia nella parte superiore della testa e, allo stesso tempo, intorno al Chakra del cuore

Il numero ideale di rotazioni associate con ciascun Chakra è 36 ma un principiante si accontenta di un numero più piccolo. Di solito il bisogno di respirare scompare. Espira non appena senti la necessità di espirare e guida 174

il Muladhara Chakra alla sua ubicazione alla base della spina dorsale. Ora inspira sollevando il secondo Chakra e ripeti la procedura.... Ripeti la procedura per ogni Chakra, Ajna compreso. Ripetila di nuovo per Ajna e poi per tutti gli altri Chakra fino al Muladhara. La pratica si chiude respirando liberamente, con tutta l'attenzione nella Fontanella. Pace, gioia interiore, ascolto dei suoni interiori, Luce Divina ... questo è ciò di cui farai esperienza. La tua pratica del Kriya diventerà una storia d'amore con la Bellezza stessa. Dopo un certo periodo di tempo, accadrà l'esperienza della salita di Kundalini. Verrà a te e vincerà le tue resistenze. Senza provare alcun senso di sorpresa, ti troverai trasportato da un dolce stato di calma ad un autentico stato paradisiaco; ritornerai alla vita quotidiana con lacrime sul tuo volto – lacrime nate da un'infinita devozione. Quando riuscirai ad eseguire bene questa procedura – quando cioè un Kumbhaka senza sforzo si manifesterà e sarà stabile e sarai capace di sperimentare 36 (complete) rotazioni di energia nel tuo cervello per ciascun Chakra, ovvero 432 rotazioni di energia durante 12 Kumbhaka. Allora percepirai l'intero universo riempito di rifulgente Luce Divina. Durante il giorno, un stato di chiarezza mentale mai sperimentato prima ti sorprenderà. Il fondamento della tua coscienza verrà percepito come una gioia continua, che esiste indipendentemente da fattori esterni. Osservazione È perfettamente naturale iniziare questa pratica aiutandosi col muovere leggermente la testa (e, se ciò è d'aiuto, anche pensando sei sillabe del Mantra.) Sebbene questo non sia richiesto, potrebbe essere utile ai principianti. Se questo avviene, cerca di raggiungere comunque gradatamente l'immobilità fisica e l'ascolto del vero Suono Omkar. Fase D) Raggiungere Brahmaloka e dissolvere il respiro L'ottavo Chakra è la porta che ti dà il potere di entrare in contatto col corpo astrale. La sua apertura implica la pulizia di quello che ci trattiene al sistema della reincarnazione ovvero logori schemi psicologici. È il centro della compassione spirituale e l'abnegazione spirituale. Un kriyaban che realizza l'essenza di tale Chakra, sviluppa la qualità dell'altruismo e vive nella dimensione della compassione e non del giudizio. Alcuni insegnanti di Kriya o Kundalini Yoga spiegano che questo Chakra si trova 5-6 centimetri sopra la fontanella. Altri dicono: 8 cm., 30 cm., 60 cm. .... Devi fidarti della tua percezione. Oscilla dolcemente tronco e testa a destra e a sinistra con il centro della attenzione sopra la testa finché sentirai questo Chakra. Questa è la giusta 175

localizzazione! Inspira, solleva lentamente Prana e consapevolezza dal Muladhara all'ottavo Chakra. Durante questa azione, non concentrarti su alcun altro Chakra nella spina dorsale. Muoviti verso l'alto sentendo distintamente che l'energia attraversa la Fontanella e raggiunge l'ottavo Chakra. Concentrati là e goditi lo stato di equilibrio tra inspirazione ed espirazione. Espira lentamente, lasciando discendere il Prana dall'ottavo Chakra al Muladhara. Senti distintamente che l'energia, scendendo, attraversa la Fontanella. Nel Muladhara, concentrati sullo stato di equilibrio tra espirazione ed inspirazione. Quando senti il bisogno di inspirare ripeti la procedura. Ripeti tante, tante volte finché il tuo stato di coscienza è totalmente cambiato e il respiro è molto sottile, quasi inesistente.

Fig.18. Il respiro si muove tra Bhuloka e Brahmaloka e poi si dissolve

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Ora inspira dolcemente dal Muladhara all'ottavo Chakra, sollevando respiro e Prana. Espira dolcemente dall'ottavo Chakra in giù lungo la spina dorsale ma non scendere intenzionalmente fino al Muladhara. Osserva come la corrente legata alla espirazione raggiunge spontaneamente un punto nella spina dorsale. Questo punto non è necessariamente uno dei vari Chakra. Ovunque sia questo punto, esso diviene il punto iniziale della prossima inspirazione. Inspira quindi da esso, in su fino all'ottavo Chakra. Ora la lunghezza del percorso è evidentemente più breve. Concentrati di nuovo sullo stato di equilibrio tra l'inspirazione ed espirazione. Espira dolcemente in giù lungo la spina dorsale: probabilmente la corrente legata alla espirazione farà un percorso ancora più corto del precedente. Ora c'è un nuovo punto iniziale. Inspira da questo nuovo punto e risali all'ottavo Chakra... Ripetendo questa procedura raggiungerai una particolare condizione mentale e fisica in cui rimarrai senza respiro mentre la concentrazione sarà sull'ottavo Chakra. Se, dopo una lunga pausa, il respiro appare di nuovo, ripeti l'intero processo dall'inizio, (inspirando dal Muladhara.) Prosegui in maniera paziente e imperturbata. Si tratta di far cessare il respiro entrando in una dimensione in cui esso non è più necessario. Fase E) Meditazione sulla luce nel cervelletto Ruota la coscienza attorno all'ottavo Chakra. Osserva una sfera di Luce che circola attorno all'ottavo Chakra. Lascia che la sfera di Luce (dopo avere tracciato un cerchio attorno all'Ottavo Chakra) non venga internamente ad esso ma venga in giù, di sbieco, attraversando la Fontanella. Mentre il raggio scende solleva il mento; senti che tale raggio raggiunge il cervelletto. Rimani immobile per alcuni secondi, completamente immerso nell'intensità della bianca ed abbagliante Luce che splende nel cervelletto. Abbassa il mento senza perdere la concentrazione sulla Luce. Rimani un momento là, e poi ripeti la procedura. Gradualmente durante i prossimi giorni ripeti l'esperienza tante tante volte. L'esperienza della Luce Divina nel cervelletto deve divenire stabile.

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Figura 19. La luce si muove dall'8th Chakra al cervelletto

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Fase F) Meditazione sulla luce che risplende nella ghiandola pineale Percepire costantemente la Luce Divina nel cervelletto è uno stato molto elevato, ma tu devi ora imparare come localizzare la ghiandola Pineale ed entrarci. Ebbene, quando sei pienamente immerso nella esperienza della Luce, solleva lentamente il mento (solo alcuni millimetri) fino a sentire tensione nella nuca. Condensa intuitivamente la Luce che stai sperimentando e dirigila verso la ghiandola Pineale. Tale ghiandola è molto vicina al cervelletto, ma leggermente più avanti e sopra, lungo un linea che forma un angolo di 60° (col pavimento.)

Figura 20. La luce si muove dal cervelletto alla ghiandola Pineale

Ripeti tante volte questo tentativo finché riesci ad entrare nella ghiandola Pineale. Qui avviene l'unione con il Divino. Lo stato TAT TVAM ASI si manifesta. Durante questo supremo stadio di unione, uno è privo di coscienza fisica ed inconsapevole di ciò che lo circonda. Dopo che il suono di Omkar cessa di esistere appare la Forma Rifulgente. Nulla esiste fuor che il Sole dell'Anima. Io, Shama Churn, sono quel Sole. (Lahiri Mahasaya) 11

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Lahiri Mahasaya è Shama Churn – Shyama Charan. Questa frase è contenuta nei diari di Lahiri Mahasaya. Molte frasi dai diari si possono trovare nel libro Purana Purusha del Dott. Ashok Kumar Chatterjee 179