giornalino numero 1 - IIS Cardano

Aronne Romano (medico), “come vivere 120 anni” di. Adriano Panzironi ( giornalista), la “paleodieta” di. Robb Wolf (ricercatore biochimico allievo di ...

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IISCARDANO SCIENZA

12/2017 Numero 1

Cardano Science News LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9 Quello che la “fringe medicine” sta facendo oggi, è attingere proprio al santo graal della conoscenza dei processi di funzionamento di un organismo vivente. Di G.M.Fabi

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A LEZIONE DI SALUTE DALL’UOMO DEL PALEOLITICO ? Esistono degli studi scientifici che analizzando i reperti ossei dei nostri progenitori del paleolitico sono giunti a considerazioni interessanti. L’analisi delle ossa di un organismo Di R. Giganti

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PACIFIC TRASH VORTEX SOMMARIO Il Pacific Trash Vortex è un’enorme accumulo di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da platica) situato nell’Oceano Pacifico

La rivoluzione CRISP-Cas9........... 2 A lezioni di salute.. ..................... 4

Di N. Orsini

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Pacific Trash Vortex .................... 8 La Sclerosi Multipla .................... 10

LA SCLEROSI MULTIPLA Quante volte abbiamo sentito parlare di sclerosi multipla? Io tantissime volte, ma abbiamo mai approfondito la questione? Di G. Iorio

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ESOPIANETI SPECIALI Come sappiamo oltre al nostro sistema solare e la nostra galassia, la Via Lattea, esistono svariati altri sistemi e galassie. Ovviamente la maggior parte di esse sono inesplorate ma, con i mezzi di indagine odierni ... Di D. Diani

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Esopianeti Speciali ...................... 12

LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9 Ci sono parecchie tecniche per modificare il DNA. Fino a un paio di anni fa la più diffusa anche nell’industria biotech era l’enzima di restrizione sintetico “nucleasi a dita di zinco“. Come una forbice, taglia via solo gli errori tipografici che devono essere specificati uno per uno. L’ultima, molto più efficiente, si chiama CRISPR/Cas9. L’acronimo sta per l’enzima prodotto dal gene Cas9 e i Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, le ripetizioni palindromiche di sequenze di basi nucleotidiche di

Dna estraneo disposti a intervalli regolari. I CRISPR fanno parte del sistema immunitario dei batteri, si era scoperto dodici anni fa in quelli dello yogurt. Sono anche dei “redattori genetici” grazie all’endonucleasi Cas che riconosce l’RNA nel quale il DNA virale si traduce per replicarsi. L’enzima Cas si appropria di quell’RNA, così riconosce esattamente i pezzi di DNA virale e li elimina tutti. La correzione resta nel genoma del

"Il sistema CRISPR + Cas9+ RNA-guida da solo non basta a modificare geneticamente piante e animali: occorre aggiungere la sequenza di DNA corretta da inserire nel gene al posto di quella tagliata via." Chi ha scoperto la

CRISPR-Cas9? A contendersi onori e brevetti sono principalmente due parti. Le prime ricercatrici a capire che il macchinario batterico poteva essere usato per fare il cosiddetto editing genetico sono state l'americana Jennifer Doudna e la francese Emmanuelle Charpentier. La tecnica è stata però adattata alle cellule umane dal cinese naturalizzato americano Feng Zhang: e il primo brevetto vero e proprio è stato ottenuto proprio da Zhang .

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A differenza dei batteri, noi eucarioti abbiamo due copie di ciascun gene. Se una è mal funzionante, la cellula usa l’altra come matrice per riparare il gene e se nemmeno l’altra copia è integra, siamo da capo. Il sistema CRISPR + Cas9+ RNA-guida da solo non basta a modificare geneticamente piante e animali: occorre aggiungere la sequenza di DNA corretta da inserire nel gene al posto di quella tagliata via.

ma la maggior parte di esse era piuttosto grossolana e le modifiche ottenute non erano sempre quelle cercate o desiderate. Per rimediare alla presenza di un gene difettoso, un tempo si cercava semplicemente di aggiungerne uno "corretto" (Dna ricombinante).

Crispr è un metodo più preciso (ma non infallibile) per raggiungere un particolare gene, tagliarlo e quindi eliminarlo, oppure sostituirlo con un gene "giusto": è un'operazione di precisione, che consente di La tecnica può essere utilizzata in intervenire in modo mirato persino molti modi. Insieme alla cancellazione sulle singole lettere del Dna. La di interi geni, può servire a introdurre presenza nei batteri di altre proteine nel genoma, in un punto preciso, un del sistema Cas fa pensare che la segmento del tutto estraneo. Oltre tecnica possa essere perfezionata e si naturalmente a correggere i geni possano aggiungere altre funzioni. «Come tecnologia è un work in mutati in modo che tornino a progress, perché cambiando la funzionare bene . proteina taglia-Dna e aggiustando la Sono state sperimentate nel tempo ricetta di base si stanno ottenendo parecchie tecniche in grado di risultati sempre migliori in termini di modificare il Dna di vari organismi, versatilità e precisione.»

LA RIVOLUZIONE CRISPR-Cas9

Una sequenza di Rna guida la proteina Cas9 (le "forbici") al sito del Dna dove lo sperimentatore intende tagliare e/o modificare un gene. Per adesso i campi di applicazione sono tre: medicina, biologia e tecnologia. Crispr è usato per studiare per esempio la funzione di alcuni geni, eliminandoli dal genoma di una forma di vita e restando poi a vedere che cosa succede. Oppure per capire quali siano le parentele di gruppi di animali modificando il loro patrimonio genetico. Ma è servita anche, a livello pratico, per modificare lieviti in modo che producessero biocarburante, o per produrre organismi di interesse agricolo cambiando i geni con altri, considerati più utili, presi da varietà differenti.

genetico. Ma è servita anche, a livello pratico, per modificare lieviti in modo che producessero biocarburante, o per produrre organismi di interesse agricolo cambiando i geni con altri, considerati più utili, presi da varietà differenti.

Le applicazioni più lontane nel tempo - e ancora tutte da discutere - potrebbero essere quelle che riguardano la modifica dei geni umani nell'embrione, per eliminare eventuali difetti o favorire caratteristiche specifiche. Per adesso i campi di applicazione sono tre: medicina, biologia e tecnologia. Crispr è usato per studiare per esempio la funzione di alcuni geni, eliminandoli dal genoma di una forma di vita e restando poi a vedere che cosa succede. Oppure per capire quali siano le parentele di gruppi di animali modificando il loro patrimonio

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Lo sapevi che..? Le più antiche prove conclusive del consumo di carne da parte dell'H. erectus sono a Swartkrans, Sudafrica, dove parecchie pietre bruciate furono rinvenute in mezzo ad utensili acheulani. Il fuoco inoltre portò al miglioramento della nutrizione mediante le proteine cotte.Presso la Caverna Qesem, 12 km ad est di Tel-Aviv, esistono prove dell'uso regolare del fuoco da prima del 382,000 A.C. a circa il 200,000 A.C. Le grandi quantità di ossa bruciate e le zolle di terreno moderatamente riscaldate suggeriscono che la macellazione e la disossazione delle prede avevano luogo vicino ai focolari. La cottura, com'è evidente dalle ossa bruciate e annerite di mammiferi, rende la carne più facile da mangiare e da digerire, agevolando la nutrizione con il suo apporto proteico. La quantità di energia richiesta per digerire la carne cotta è minore di quella della carne cruda, e la cottura gelatinizza anche il collagene ed altri tessuti connettivi, "apre le molecole strettamente intrecciate dei carboidrati per un più facile assorbimento." La cottura, inoltre, uccide i parassiti e i batteri che avvelenano gli alimenti.

A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Esistono degli studi scientifici che analizzando i reperti ossei dei nostri progenitori del paleolitico sono giunti a considerazioni interessanti. L’analisi delle ossa di un organismo (in questo caso di un uomo) permette di ricostruire molti dati quali il suo stato di salute generale, la sua alimentazione, la sua attività fisica, poiché le ossa sono plastiche e si modificano in risposta a svariati fattori. Il risultato di alcuni di questi studi indicherebbe che gli uomini vissuti fino a 10'000 anni fa circa avessero una struttura fisica e godessero di una salute invidiabili. Trascurando le morti infantili e quelle dovute alla mancanza di medicine e di cure (infezioni, fratture), questi avevano un’ottima aspettativa di vita e soprattutto non presentavano segni delle malattie cronico-degenerative tipiche dell’epoca odierna come osteoporosi,

artrosi, tumori; inoltre si pensa che fosse assente anche il diabete. Quest’ultima patologia, in particolare, oggi si sta diffondendo quasi come una vera e propria epidemia, di pari passo con l’obesità, non solo nei paesi industrializzati occidentali, ma anche in quelli asiatici come India e Cina e nei paesi arabi. L’O.M.S. parla di globesity (obesità globale), nel2008 in 199 nazioni risultavano 1,5 miliardi di adulti sovrappeso di cui 500 milioni obesi, 4

con conseguenze su aumento della mortalità prematura e disturbi cronici. Secondo alcuni antropologi le condizioni di salute degli uomini del paleolitico (da 2,5 milioni di anni fino a circa 10'000) riflettono la loro dieta che era quella tipica dei cacciatoriraccoglitori, cioè basata su pesce, selvaggina, bacche, radici, semi, noci, frutta selvatica. Mancavano tutti quei prodotti alimentari derivati dall’adozione dell’agricoltura e dell’allevamento diffusi a partire da circa 10'000 anni fa (periodo brevissimo confrontato con l’evoluzione dell’uomo), probabilmente dal Medio Oriente (la famosa mezzaluna fertile); dalla “rivoluzione verde” quindi c’è stato un cambiamento di alimentazione con una dieta che ha incluso sempre di più cereali, latte e prodotti derivati. Da questo momento (sempre secondo questi studiosi) risulta uno scadimento generale delle condizioni fisiche, non solo l’altezza media pare abbia subito un decremento, ma si registra un aumento di patologie cronicodegenerative. Tutto ciò sarebbe da imputare proprio alla variazione di alimentazione in quanto prima l’uomo si era nutrito di alimenti che erano perfettamente adeguati al suo DNA e con i quali si era evoluto per milioni di anni. A partire da 10'000 anni fa il cambiamento di alimentazione, non adatta al nostro DNA e alla nostra fisiologia, avrebbe portato una serie di scompensi al nostro fisico con tutte le conseguenti patologie.

A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Cosa c’è in tavola? Da questa linea di pensiero è nata l’idea di proporre una dieta in stile paleolitico denominata appunto paleodieta che prevede l’eliminazione totale di cereali, legumi, latte e prodotti caseari. Cosa si può mangiare quindi in questa dieta? Uova, carne di animali preferibilmente grass-fed, cioè allevati a erba al pascolo e non nutriti con farine cereali, pesce preferibilmente pescato e non di allevamento, verdura in quantità libere ma possibilmente biologica, frutta poco zuccherina (simile a quella “selvatica” del paleolitico) come i frutti di bosco, frutta secca come noci, mandorle, nocciole ma non arachidi (sono legumi), patate, meglio se in scarsa quantità. Quindi vietati pane, pasta, riso, latte, mozzarella…. Un menù tipico giornaliero potrebbe quindi essere: colazione con uova e frutti di bosco, pranzo con carne e verdure, cena con pesce e verdure….una dieta un po’ monotona secondo molti, poiché il giorno dopo gli ingredienti si ripresentano, anche se in altro ordine.

I sostenitori I sostenitori di questa dieta e molti che ne hanno fatto uno stile di vita testimoniano vari effetti positivi: diminuzione del grasso corporeo, miglioramento di tutti i parametri nelle analisi del sangue, scomparsa di fastidi e patologie più o meno gravi, dal reflusso gastrico alla psoriasi ai dolori articolari… Il precursore di questo pensiero sulla dieta paleo è Loren Cordain, ricercatore statunitense, che è stato colpito dalla lettura di un articolo del 1985 intitolato Paleolithic Nutrition scritto dal dottor Boyd Eaton sul “New England Journal of Medicine” sull’alimentazione dell’uomo nel paleolitico… Da qui sono nate numerose le pubblicazioni di testi riguardo questo stile alimentare e i suoi vantaggi: la “evodiet” di Giovanni Cianti (uno studioso autodidatta), la “paleozona” (unisce la dieta paleo a quella a zona) di Aronne Romano (medico), “come vivere 120 anni” di Adriano Panzironi (giornalista), la “paleodieta” di Robb Wolf (ricercatore biochimico allievo di Cordain); il testo meno “commerciale” forse è “L’alimentazione antidolore” di Jacqueline Lagacé. Quest’ultimo, il più interessante, si basa sull’esperienza del dott.

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Seignalet ematologo, immunologo, biologo, professore di Medicina presso l’Università di Montpellier, per molti anni ricercatore e autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste prestigiose di medicina. E’ interessante poiché riporta una serie di statistiche di guarigioni o remissioni da varie patologie di un certo numero di pazienti sottoposti a dieta “ancestrale”, priva di cereali e latticini. Seignalet è riuscito a dimostrare che, attraverso un radicale cambiamento nutrizionale, si ottengono effetti positivi su almeno 91 malattie. I risultati spesso straordinari della dieta diventano evidenti, sia dal punto di vista preventivo (aterosclerosi, cancro, ecc...), che dal punto di vista terapeutico per molte malattie. Ne citiamo solo alcune riportate nel libro ‘l’alimentazione antidolore': sclerodermia, sclerosi a placche, angina pectoris, diabete di tipo 2, Parkinson, asma, bronchite cronica, gastrite, malattia di Crohn.

I detrattori Alcuni ricercatori sono scettici riguardo alle conclusioni cui sono giunti i sostenitori della dieta ancestrale. Prima di tutto perché non sappiamo esattamente cosa e come mangiassero gli uomini del paleolitico; sicuramente non mangiavano tre volte al giorno come siamo abituati oggi, e non tutti i giorni capitava di potersi nutrire di carne o pesce. Anche se analizziamo la dieta degli odierni cacciatori raccoglitori (i pochi rimasti) questa cambia dall’equatore verso le alte latitudini, con un gradiente che varia da una percentuale maggiore di alimenti vegetali (in popolazioni africane o dell’amazzonia) fino a una dieta prevalentemente basata su pesce e carne grassi (quella degli Inuit). Per quello che riguarda i cereali, alcuni ritrovamenti rivelano che la coltivazione e consumo di grano non sono così recenti come ipotizzato, ma potrebbero risalire ad oltre 100.000 anni fa, con l’utilizzo di farine di vario tipo già molto diffuso in Europa oltre 30.000 anni fa.

A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ?

Anche i legumi fanno parte della dieta umana da molto più tempo di quanto non si credesse. Molti inoltre gli studi che mostrano un contributo positivo di cereali, specie se integrali, e legumi ad un buono stato di salute. Inoltre i detrattori sostengono che, sebbene il nostro DNA sia rimasto sostanzialmente invariato da millenni, alcune mutazioni sono subentrate proprio in seguito all’introduzione di cibi. L’esempio più chiaro è la mutazione del gene per l’enzima lattasi che permette di digerire il lattosio (lo zucchero del latte); normalmente la produzione di questo enzima si perde con la crescita, con questa mutazione invece la capacità di digerire il lattosio permane anche in età adulta. Questa mutazione è più frequente nelle popolazioni del nord Europa che pare abbiano adottato il latte come fonte di cibo da più tempo (mentre nel sud Europa la mutazione è meno diffusa, e molti adulti risultano intolleranti al lattosio). Ciò è una prova evidente di come evoluzione e selezione operino in maniera abbastanza rapida nella popolazione umana, molto più rapidamente di quanto supposto dai teorici della paleodieta che vorrebbero il nostro genoma congelato in un qualche punto del remoto passato. Quindi l’uomo sarebbe stato in grado di adattarsi anche ad alimenti e inizialmente non facevano parte della sua dieta; risulta perciò un onnivoro e soprattutto opportunista, cioè ha la possibilità di sfruttare un’ampia varietà di fonti alimentari in base alla disponibilità.

Chi ha ragione? La diatriba è difficile da risolvere. Sicuramente è un problema complesso e difficilmente risolvibile; non è possibile arrivare ad una conclusione però possiamo trarre alcuni spunti che possono darci delle indicazioni importanti e valide. Alcuni assunti della paleodieta sono interessanti e effettivamente la moderna dieta occidentale è inadatta al nostro stile di vita, ma più per ragioni legate all’eccesso e alla scarsa qualità dei cibi che al tipo specifico di cibo consumato. Si può osservare, ancora oggi, che qualsiasi individuo rappresentante di popolazioni che vivono di caccia e raccolta che non soffre di nessuna patologia, quando adotta una dieta di tipo

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“occidentale” inizia a patire di tutte le patologie ad essa collegata a partire dall’obe sità; ciò vuol dire che c’è qualcosa da correggere in alcune nostre abitudini. Quali sono le differenze maggiori tra la nostra alimentazione e quella primitiva? 1) Quantità di glucosio. L’uomo non ha mai avuto nella sua alimentazione la quantità così elevata di zuccheri a disposizione e soprattutto utilizzata in qualsiasi alimento preparato industrialmente. Basta analizzare le etichette sulle confezioni: saccarosio, glucosio, destrosio (è glucosio), sciroppo di glucosiofruttosio sono onnipresenti e in quantità elevate in qualsiasi prodotto (anche per esempio in un sugo pronto). Nel nostro sangue circolano 0,8 grammi di glucosio per litro, cioè, considerati 5 litri di sangue di una persona, in totale 4 grammi di glucosio; è la glicemia, parametro importante che il nostro corpo deve mantenere costante. Se beviamo un bicchiere di succo di frutta, o di qualsiasi altra bevanda, ne contiene almeno 20 grammi che finiscono velocemente in circolo. Se mangio un piatto della nostra amata pasta (100 g circa) questa è composta prevalentemente da amido che, scisso dagli enzimi digestivi, si trasforma in circa 70 g di glucosio più velocemente di quanto non si pensi... Non bisogna demonizzare la pasta, ma con molti alimenti il nostro corpo è costretto frequentemente a gestire questa grande quantità di zucchero e, forse, qualcuno, fisiologicamente, non è in grado di farlo. 2) Il rapporto tra grassi Ω3 e Ω6. Questi sono due categorie di lipidi insaturi fondamentali per il funzionamento del nostro corpo. I nostri progenitori si nutrivano di selvaggina e pesci che si nutrivano in maniera naturale e le loro carni erano ricche di grassi Ω3; si pensa che l’alimentazione umana avesse un rapporto tra questi tipi di lipidi di 1:1. Oggi la nostra alimentazione è sbilanciata a favore degli Ω6 in rapporto 1:10, poiché la carne di cui ci nutriamo deriva da animali erbivori ma nutriti a cereali, già loro stessi afflitti da patologie varie, e la cui carne fornisce prevalentemente Ω6.

A Lezione di Salute dall’Uomo del Paleolitico ? Gli Ω3 oggi sono riconosciuti per i loro benefici nel funzionamento della membrana cellulare e per un’azione anti-infiammatoria e anche, pare, con effetti sull’umore (antidepressivi). 3) Ricchezza di nutrienti. I vegetali di cui ci nutriamo oggi sono diversi dai loro progenitori selvatici, la nostra selezione ha prodotto piante e frutti più grandi e con maggiore palatabilità, ma che hanno perso di qualità per contenuto di sali minerali e vitamine, tanto che c’è chi ritiene la necessità di integrare questi ultimi, perché gli alimenti moderni non sono in grado di soddisfarne il fabbisogno quotidiano. 4) Mancanza di contaminanti. Oggi quasi tutto il cibo di cui ci nutriamo viene a contatto con sostanze sintetiche: antibiotici, pesticidi, erbicidi, conservanti, addittivi, coloranti, dolcificanti e, infine, sostanze rilasciate dalle confezioni di plastica come per esempio gli ftalati o il bisfenolo; molte di queste sostanze sicuramente interagiscono con le cellule del nostro corpo con effetti diversi. Le ultime citate sono definiti interferenti endocrini, una vasta categoria di molecole e/o miscele di sostanze che alterano la normale funzionalità ormonale dell'apparato endocrino, causando effetti dannosi sulla salute. Recentemente si citano specificamente l'obesità, il diabete, tumori, il cancro alla prostata nei maschi, patologie tiroidee e dello sviluppo neurologico e neuroendocrino. 5) Stile di vita diverso. Il tipo di stress a cui erano sottoposti i nostri progenitori era diverso. Ci potevano essere momenti di forte stress dovuti ad eventi particolari che, in seguito alla scarica di ormoni come adrenalina e cortisolo, trovavano sfogo in azioni fisiche (fuga, combattimento) e probabilmente erano seguiti da periodi di pieno riposo e relax. Oggi invece siamo sottoposti ad un tipo di vita con livelli di stress relativamente più bassi ma continui e che, generalmente, non trovano sfogo se non nel buttarsi sul divano una volta arrivati a casa. Quindi è possibile adottare qualche accorgimento per migliorare la nostra condizione? Sicuramente; ognuno di noi può modificare alcune abitudini. Il consiglio più semplice, quello di evitare il più possibile alimenti “industriali”,

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più elaborati e che contengono troppi “ingredienti”, può contribuire a migliorare la nostra salute. Inoltre si può parlare di individualità: la nostra genetica è sostanzialmente simile, ma esistono piccole variazioni dette SNP (single nucleotide polymorphism), cioè piccole mutazioni nel DNA di una persona, che la rendono unica e con risposte diverse sia agli alimenti sia, per esempio, all’assunzione di farmaci. Infatti, si presume un futuro in cui medicina e alimentazione saranno personalizzate in base al proprio DNA. Per ora rimane la possibilità che ognuno provi su se stesso la via migliore.

Notizie di rilievo:  Che cos’è

 Quando si è iniziato a formare  Perché i rifiuti si sono stanziati in quell’area  Effetti sull’ecologia dell’oceano

PACIFIC TRASH VORTEX CHE COS’È? Il Pacific Trash Vortex è un enorme accumulo di plastica dell'area in un totale di 3 milioni di spazzatura galleggiante (composto soprattutto da tonnellate, nell'area potrebbero essere contenuti plastica) situato nell'Oceano Pacifico, fino a 100 milioni di tonnellate di detriti. approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord. La sua estensione non è nota con precisione: le stime vanno da 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km², ovvero tra lo 0,41% e il 5,6% dell'Oceano Pacifico, circa la grandezza del Texas. Nonostante le valutazioni ottenute indipendentemente dall'Algalita Marine Research Foundation e dalla Marina degli Stati Uniti stimino l'ammontare complessivo della sola

QUANDO SI È INIZIATO A FORMARE? L'accumulo si è formato a partire dagli anni ‘80, a causa dell'azione della corrente oceanica chiamata Vortice subtropicale del Nord Pacifico, dotata di un particolare movimento a spirale in senso orario, il centro di tale vortice è una regione relativamente stazionaria dell'Oceano Pacifico, che permette ai rifiuti galleggianti di aggregarsi fra di loro formando una enorme "nube" di spazzatura presente nei primi strati della superficie oceanica. Questo accumulo viene informalmente chiamato con diversi nomi, tra cui Isola orientale di Immondizia o Vortice di Pattume del Pacifico. Una chiazza di detriti galleggianti simile, con densità comparabili, è presente anche nell'Oceano Atlantico (chiamata "North Atlantic garbage patch"). Molti animali come tartarughe e uccelli muoiono a causa di questi detriti, scambiati talvolta per meduse o pesci.

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PACIFIC TRASH VORTEX

PERCHÉ I RIFIUTI SI SONO STANZIATI IN QUELL’AREA? Basandosi su ricerche effettuate nel Mar del Giappone, i ricercatori hanno ipotizzato che i rifiuti si stanziassero nelle aree dove le correnti prevalenti favoriscono lo sviluppo di masse d’acqua relativamente stabili. I ricercatori indicarono specificatamente il Nord del Pacifico come zona di convergenza del Vortice subtropicale.

EFFETTI SULL’ECOLOGIA DELL’OCEANO Il Pacific Trash Vortex oggi è un enorme ammasso di spazzature che continua a crescere in modo costante, cambiando inesorabilmente l'ecologia degli Oceani. Lo rivela una ricerca condotta dall'Università della California e pubblicata oggi su Biology Letters. Durante una spedizione, i ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography hanno scoperto che un insetto marino che vive sulla superficie dell'oceano e che fino ad oggi deponeva le sue uova su relitti naturali come il legno e conchiglie, oggi vive sui detriti di plastica, diventando molto prolifico grazie all'estesa superficie a disposizione. Gli scienziati sono molto preoccupati per il nuovo ruolo del materiale artificiale nel loro habitat: "si tratta di qualcosa che non dovrebbe trovarsi in mare e che sta cambiando questo piccolo aspetto del dell'ecologia degli oceani", spiega la ricercatrice Miriam Goldstein .

E i danni potrebbero presto investire su tutta la delicata catena alimentare oceanica. La Goldstein ha guidato un gruppo di ricercatori che a largo della costa della California hanno documentato gli effetti della spazzatura sulla vita

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nel mare. Per tre settimane, hanno raccolto esemplari marini e campioni d'acqua a profondità diverse, distribuendo maglie e reti per catturare anche le particelle di microplastica, cocktail micidiale per pesci, uccelli marini e persino per i capodogli. Il team ha scoperto che quasi il 10% dei pesci analizzati aveva ingerito plastica. E questo non è che uno dei tanti problemi causati dai 13 mila pezzi di plastica che in quell'area si trovano ogni chilometro quadrato di mare.

LA SCLEROSI MULTIPLA

Quante volte abbiamo sentito parlare di sclerosi multipla? Io tantissime volte, ma abbiamo mai approfondito la questione? La maggior parte di noi no, e quindi ecco qui una delucidazione su questa malattia. La sclerosi multipla, definita anche sclerosi a placche è una malattia degenerativa del SNC ( SISTEMA NERVOSO CENTRALE) che determina la progressiva distruzione della mielina, la guaina che riveste le fibre nervose, ovvero i neuroni. I neuroni sono composti principalmente da tre parti: 1.un corpo cellulare, che contiene il nucleo 2. i dendriti, che costituiscono le parti riceventi o di ingresso del neurone 3. l’assone, invece, trasmette gli impulsi nervosi in uscita a un altro neurone, a una fibra muscolare o a una cellula ghiandolare. Sono proprio gli assoni ad essere ricoperti dalla guaina mielinica, che ha il compito di aumentare la velocità di conduzione dell’impulso nervoso lungo di esso. Le cause della sclerosi multipla non sono ancora note, ma ci sono delle ipotesti, tra le quali infezioni virali, fattori ereditari,alimentari e autoimmuni. Purtroppo la diagnosi di questa malattia è abbastanza complicata, perché si può manifestare con diversi sintomi, come disturbi visivi, motori, fatica, debolezza e tanti altri ancora. La malattia può essere scoperta eseguendo una semplice risonanza magnetica, oppure con una puntura lombare per effettuare un prelievo di liquor, il liquido che

Da pochissimo tempo è stata avviata una nuova sperimentazione con le cellule staminali, come riporta il sito web della NOVA CLINIC, la clinica situata in svizzera che sta iniziando la sperimentazione, le cellule staminali hanno il potere di creare la nuova mielinizzazione del sistema nervoso, quindi, di migliorare i sintomi e la vita dei pazienti, questo si ottiene con l’uso di cellule staminali del paziente stesso, che vengono estratte dal corpo con una procedura semplice, dopo che le cellule staminali vengono attivate, vengono iniettate nel sistema e nel corso dei prossimi 4 mesi, la mielina e i sintomi lentamente iniziano a ridursi o addirittura scompaiono. Le cellule staminali hanno la capacità unica di attraversare la barriera emato -encefalica e di copiare l'attività delle cellule staminali neurali, che è il motivo per cui dopo il trattamento avviene il ripristino della funzione del cervello. Il trattamento con cellule staminali ha dimostrato che è possibile la ri -crescita delle cellule cerebrali ed il miglioramento della funzione neurologica.

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LA SCLEROSI MULTIPLA Durante il trattamento un paziente riceve circa 200-300 milioni di cellule staminali. In questo modo non solo si coprono le perdite quotidiane di cellule normali, ma si superano per migliaia di volte. La sclerosi multipla purtroppo colpisce donne e uomini di tutte le età, ma in ogni individuo la sintomatologia cambia, ed è proprio per questo che la diagnosi è estremamente complicata. Ho deciso di raccontarvi la storia di una donna, affetta da sclerosi multipla, molto vicina a me, ha 47 anni. Una sera mentre guardava la tv, gli occhi le si sono completamente incrociati e non tornavano più nella loro giusta posizione, il giorno dopo si è subito recata dalla dottoressa che, le ha prescritto una risonanza magnetica, dalla quale è iniziato tutto,la ricerca della cura( lei inizialmente è stata curata con l ’interferone da assumere per via intramuscolare 3 volte alla settimana,mentre ora assume l’AUBAGIO una volta al giorno),i dolorosi esami e tutto ciò che questa malattia comporta,l’unica nota positiva della questione è che a lei la patologia è stata diagnosticata quando era ancora agli esordi e infatti ad oggi lei tutto sommato sta bene, cammina senza problemi, nonostante si stanchi molto facilmente, ogni tanto ha degli spasmi muscolari e fortissimi mal di testa, ma ha una vita più o meno normale, facciamo le vacanze estive insieme con i camper, ogni sabato sera ceniamo insieme e passiamo un sacco di momenti fantastici. Insomma non tutti i malati di sclerosi multipla sono allettati e impossibilitati a muoversi o a fare tutto ciò che gli altri possono fare. L’unica speranza è che prima o poi qualcuno riesca finalmente a trovare la cura per questa malattia i cui malati aumentano ogni anno sempre di più.

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ESOPIANETI SPECIALI Come sappiamo oltre al nostro sistema solare e la nostra galassia, la Via Lattea, esistono svariati altri sistemi e galassie. Ovviamente la maggior parte di esse sono inesplorate ma, con i mezzi di indagine odierni (sonda Voyager, telescopio spaziale Hubble etc.), riusciamo a scoprire un gran numero di pianeti orbitanti attorno a stelle lontane da noi, detti esopianeti. Alcuni sono stati studiati e hanno caratteristiche speciali come i tre riportati di seguito. 1) 55 Cancri E Questo pianeta roccioso, battezzato 55 Cancri e, è grande solo due volte la Terra ma ha otto volte la massa del nostro pianeta, caratteristiche che la redono una cosiddetta "super Terra". Questo pianeta, osservato per la prima volta nel 2011 davanti alla sua stella madre, impiega soltanto 18 ore per compiere un'orbita intorno alla sua stella. Di conseguenza, le temperature di superficie, che raggiungono i 2.150° C (condizioni che rendono inabitabile il pianeta) e il carbonio, creano le condizioni ideali per la formazione di diamanti.

2) TRES-2B TrES-2b orbita attorno a GSC 03549-02811 A, una stella nana gialla, simile al Sole, posta ad oltre 700 anni luce (unità di misura astronomica che indica lo spazio che percorre la luce in un anno) nella costellazione del Dragone. Il pianeta orbita con una traiettoria circolare attorno alla stella madre con un periodo di circa 2,5 giorni eclissandola parzialmente nell'osservazione dalla Terra. Ha una massa leggermente superiore a quella gioviana con un diametro, proporzionalmente, molto superiore a quello gioviano, risultando così avere una densità più bassa che comporta una forza gravitazionale sulla sua superficie inferiore a quella gioviana. La sua caratteristica più peculiare è la bassissima albedo(percentuale di luce riflessa dal corpo celeste): con un indice di riflessione inferiore all'1% risulta essere il più scuro degli esopianeti scoperti; infatti è anche chiamata Inferno Alieno, poiché la stretta vicinanza con la sua stella e la bassa luminosità fanno si che ci sia una temperatura media di 980°.

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ESOPIANETI SPECIALI

3) GLIESE 436 B Il pianeta impiega solamente 2 giorni e 15 ore circa per compiere un'orbita attorno a Gliese 436. La temperatura superficiale è stata stimata durante il suo passaggio dietro la stella in 712° K (439° C). Questa temperatura è significativamente più alta di quella causata esclusivamente dal riscaldamento della propria stella, ciò significa che Gliese 436 b è anche sottoposto a un riscaldamento mareale causato dall'eccentricità della sua orbita

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