Accademia Teatro alla Scala in collaborazione con Caran d’Ache presenta il concorso
SO ANCH’IO LA VIRTÙ MAGICA Coloriamo a suon di musica! DISPENSA PER GLI INSEGNANTI Area Didattica e Divulgazione, Gennaio 2012
Caran D’Ache
Area didattica e divulgazione
Caran d’Ache, azienda che ha fatto la storia del Colore, sia per la scuola che per le Belle Arti, con prodotti tutti Swiss Made e rigorosamente testati negli atelier ginevrini, è lieta di offrire il suo sostegno all’Accademia Teatro alla Scala di Milano per il concorso “Coloriamo a suon di musica!”. In particolare offrirà i suoi eccezionali prodotti alle classi partecipanti in modo da sperimentare nuove tecniche del colore. Caran d’Ache si è sempre ispirata al mondo dell’Arte sponsorizzando Eventi, Musei, Fondazioni per associare sempre di più il proprio marchio prestigioso al magico pianeta degli artisti. L’azienda ginevrina è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per i suoi prodotti di alta qualità e tradizione: la notevole solubilità, la concentrazione dei pigmenti, la resistenza alla luce, l’intensità dei colori, la durata fuori del comune rappresentano oggi caratteristiche uniche di una marca che continua a creare meravigliose emozioni, di generazione in generazione.
Grazie all’esperienza maturata nel campo dell’alta formazione, l’Accademia Teatro alla Scala svolge da diversi anni un’intensa attività didattica e divulgativa. L’obiettivo è quello di migliorare la proposta educativa musicale del tessuto scolastico di ogni ordine e grado, diffondendo la conoscenza del teatro musicale e delle professioni ad esso connesse attraverso molteplici proposte indirizzate a studenti e docenti. Si prefigge inoltre di fornire un supporto metodologico all’attività didattica e formativa dell’Accademia. Accedi al sito http://www.accademialascala.it/it/didattica-divulgazione.html
Via S. Marta, 18 - 20123 Milano Tel. 02 8545.1127
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Il tema del concorso Don Pasquale è un’opera buffa di Gaetano Donizetti che racconta la storia di Norina, una giovane vedova, bella e scaltra, che per sposare l’amato Ernesto, beffa l’anziano e ricco Don Pasquale, contrario al loro matrimonio. Don Pasquale al Teatro alla Scala http://www.teatroallascala.org/it/stagione/opera-balletto/20112012/don-pasquale.html
L’opera di Donizetti, nel cartellone del Teatro alla Scala dal 30 giugno al 14 luglio 2012 e realizzata in collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala, si offre come spunto per avvicinare i giovani e giovanissimi al teatro musicale attraverso la promozione di attività didattiche e artistiche. L’arte visiva da sempre modella, compone e accompagna le creazioni musicali del teatro d’opera. Disegnare e colorare l’opera significa studiarla e scoprire le grandi ricchezze espressive che la compongono. Il concorso nasce quindi per dar rilievo, grazie al Kit Caran d’Ache, a una grande ”virtù magica”: la creatività! Sono stati selezionati alcuni dei brani più famosi che colgono non solo l’aspetto buffo dell’opera, ma anche il suo lato più intimo e sentimentale. Al suono di queste musiche la matita Caran d’Ache prenderà vita nella mano degli studenti e colorerà l’opera di nuove sfumature!
Il Don Pasquale di
A cura di Carlo Delfrati L’opera fu rappresentata a Parigi nel gennaio del 1843. Donizetti aveva impiegato solo pochi giorni a scrivere le parti cantate. Si prese alcune settimane per scrivere le parti strumentali. “Ma sai tu che in 24 ore ho fatto due atti? – scrive a un amico - Non strumentati, neh! Quando il soggetto piace, il cuore parla, la testa vola. La mano scrive”. E ancora in una sua lettera al cognato: “In otto giorni tutto fu fatto; ed è in tre atti, e non sarà pessima … Otto ore di lavoro al giorno, ed il resto cuccagna”. “Pessima”? Don Pasquale è uno dei maggiori capolavori nella storia dell’opera comica. Se ne accorse anche il pubblico francese, che chiese molti bis e decretò all’opera un successo
La trama1 L'azione si svolge a Roma. Atto primo. Una sala in casa di don Pasquale. Il vecchio e ricco padrone di casa è furente perché il nipote e suo erede, Ernesto, non accetta un matrimonio di convenienza che lo zio gli ha predisposto con una ricca e posata signora. Il giovane e bell'Ernesto è innamorato di una altrettanto giovane e bella vedova di nome Norina che, agli occhi dello zio, ha il difetto imperdonabile di non essere ricca. Don Pasquale non vuole vederla e neanche sentirne parlare e minaccia di diseredare il nipote. II dottor Malatesta, amico di Ernesto e Norina, ma anche nelle grazie di don Pasquale, decide di aiutare i due giovani a strappare il consenso al vecchio ordendo un complicato complotto. Egli arriva in visita da don Pasquale e, sentita la storia, si finge solidale con don Pasquale per il comportamento del giovane Ernesto. Scaltramente propone al vecchio di punire il giovane prendendo egli stesso moglie. Gli propone addirittura la propria giovane, sorella Sofronia che dovrebbe avere tutte le qualità necessarie per addolcire la sua vecchiaia. L'anziano gentiluomo è allettato dalla proposta e sollecita l'amico a fargli conoscere la sorella. Malatesta allora istruisce Norina, che dovrà sostenere la parte della inesistente Sofronia, sul modo come affascinare in un primo tempo don Pasquale e come poi, una volta firmato il contratto di matrimonio (naturalmente falso), farlo impazzire con i suoi capricci. [1] Da Dizionario dell’opera lirica, Milano, Oscar Mondadori, 1991.
Atto secondo. Una sala in casa di don Pasquale. Il vecchio è conquistato dalla dolcezza e dalla buona grazia della presunta Sofronia e chiede di poter procedere subito al contratto. Viene chiamato un altro amico travestito da notaio per l'atto. A questo punto entra Ernesto, che, saputo del matrimonio dello zio, ha deciso di andarsene e vuol congedarsi. Egli rimane esterrefatto nel vedere Norina, ma il dottor Malatesta lo mette rapidamente al corrente del complotto. Firmato e controfirmato il contratto, Norina comincia a recitare la seconda parte della commedia. Diventa sfrontata, stravagante e si finge di facili costumi. Pretende di rifare la decorazione dell'intera casa, chiama per sé gioiellieri, sarti, parrucchieri, mentre don Pasquale ammucchia conti su conti da pagare. Atto terzo La presunta moglie di don Pasquale è incontentabile. Adesso vuole più divertimenti ed esce per andare a teatro: il marito tenta di impedirglielo, ma ella lo schiaffeggia. Uscendo, lascia cadere di proposito un biglietto di Enrico che le da appuntamento per la sera in giardino. Allora don Pasquale manda a chiamare il dottor Malatesta: lo ha cacciato nei guai e ora deve aiutarlo ad uscirne. I due signori incontrano Sofronia, e il dottor Malatesta le comunica che il giorno dopo arriverà in casa Norina. Sofronia annuncia che non sopporta raffronto e se ne andrà, ma ha paura di essere ingannata, perciò pretende di assistere al matrimonio. Don Pasquale, pur di vederla partire, consente a tutto. Allora gli viene svelato il complotto. Don Pasquale si arrabbia, ma poi prevale in lui la gioia di essersi liberato dall’incubo di Sofronia e acconsente davvero al matrimonio tra Norina ed Ernesto.
Il libretto di Giovanni Ruffini É possibile consultare il libretto completo a questi indirizzi: http://opera.stanford.edu/Donizetti/DonPasquale/libretto.html
http://www.librettidopera.it/don_pasq/don_pasq.html
*** I brani scelti 1.
Quel guardo il cavaliere
2.
Fra da una parte et cetera
3.
Com’è gentil… Tornami a dir che m’ami
Tre musiche per tre visioni Le tre pagine che il concorso propone si riferiscono a situazioni nevralgiche della vicenda. Nel prospettarle al disegno degli alunni si raccomanda non solo di far leggere bene il testo, ma di portare la loro attenzione anche alla musica. In particolare a questi elementi: •lo svolgimento melodico del canto, il susseguirsi dei suoni verso l’alto o il basso … •l’andamento ritmico: la velocità, il raggrupparsi dei suoni nel tempo … •l’impiego degli strumenti e il loro intrecciarsi o alternarsi al canto. Se l’ascoltiamo con attenzione, la musica ha molte cose da suggerire all’ambientazione del disegno, ai colori da usare, alle linee da tracciare … Un modo particolarmente stimolante di sollecitare il legame tra la musica e il disegno è di iniziare il lavoro con gli alunni facendo ascoltare subito la musica senza spiegare di che si tratta: non la trama e nemmeno la lettura del libretto. Solo il canto e gli strumenti guideranno gli alunni, se non a realizzare il disegno intero, ad abbozzarne l’idea di fondo. A questo punto partirà un secondo ascolto, previa conoscenza delle scene dell’opera.
1. La prima delle nostre tre scene mette in luce tutto il carattere della protagonista femminile, Norina: il suo brio e la sua malizia. È la quarta scena del primo atto. Norina sta leggendo una storia d’amore: Canto di Norina "Quel guardo il cavaliere in mezzo al cor trafisse piegò il ginocchio e disse: son vostro cavalier! E tanto era in quel guardo sapor di paradiso, che il cavalier Riccardo, tutto d'amor conquiso, giurò che ad altra mai non volgeria il pensier."
In prosa “Lo sguardo di quella fanciulla trafisse il cuore del cavaliere, che s’inginocchiò e disse:
tutto conquistato dall’amore, giurò che non mai avrebbe rivolto il pensiero a nessun’altra donna”.
(ridendo) Ah, ah! Ah, ah!
Giunta a questo punto Norina scoppia a ridere. E ci racconta:
Sono vostro servitore! In quello sguardo c’era un tale immagine di paradiso, che il cavalier Riccardo,
Canto di Norina So anch'io la virtù magica d'un guardo a tempo e loco, so anch'io come si bruciano i cori a lento foco. D'un breve sorrisetto conosco anch'io l'effetto, di menzognera lagrima, d'un subito languor. Conosco i mille modi dell'amorose frodi, i vezzi, e l'arti facili per adescare un cor. Ho testa bizzarra; son pronta, vivace... mi piace scherzar, mi piace brillar. Se monto in furore di rado sto al segno, ma in riso lo sdegno fo presto a cambiar. Ho la testa bizzarra, ma core eccellente.
In prosa Conosco anch’io la virtù magica di uno sguardo inviato al momento e nel luogo opportuni, so anch’io come si fanno bruciare i cuori a lento fuoco. Conosco anch’io l’effetto che producono un breve sorriso, una lacrima finta, un improvviso languore. Conosco i mille modi di imbrogliare nell’amore, le lusinghe e le maniere facili per adescare un cuore.
Se divento furiosa è raro che io mi controlli, ma faccio in fretta a cambiare la rabbia in riso. Ho la testa bizzarra, ma il cuore è per bene.
In questa scena Norina è sola. Il suo canto si articola in tre momenti distinti. Il primo è la lettura del racconto, su un semplice accompagnamento degli archi. Con piccoli echi. Violini e flauti introducono la seconda parte, dalla melodia brillante e dal ritmo saltellante. Su “Ho testa bizzarra” Norina si scatena. I legni ripropongono il secondo motivo, ripreso poi dalla voce. I vocalizzi diffusi dicono tutta la gioia della ragazza.
2. La seconda pagina del nostro progetto è la quarta scena del secondo atto. È l’episodio cruciale del finto matrimonio, quando si trovano tutti i personaggi, tranne Ernesto, che irromperà sulla scena alla fine: Malatesta Fra da una parte etcetera, Sofronia Malatesta, domiciliata etcetera con tutto quel che resta; e d'altra parte etcetera Pasquale da Corneto etcetera. Notaro ...etcetera. Malatesta Coi titoli e le formole secondo il consueto. Notaro ...eto. Malatesta Entrambi qui presenti, volenti, e consenzienti Notaro ...enti.
Malatesta Un matrimonio in regola a stringere si va. Don Pasquale (al notaro) Avete messo? Notaro Ho messo. Don Pasquale Sta ben. (va alla sinistra del notaro) Scrivete appresso: (come dettando) Il qual prefato etcetera di quanto egli possiede in mobili ed immobili, dona tra i vivi e cede a titolo gratuito alla suddetta etcetera sua moglie dilettissima fin d'ora la metà. Norina Sta scritto. Don Pasquale E intende ed ordina... Notaro ...na.
Don Pasquale Che sia riconosciuta... Notaro ...uta. Don Pasquale In questa casa e fuori... Notaro ...ori. Don Pasquale Padrona ampia assoluta, e sia da tutti e singoli di casa riverita... Notaro ...ita. Don Pasquale Servita ed obbedita... Notaro ...ita . Don Pasquale Con zelo e fedeltà. Malatesta e Norina (a Don Pasquale) Rivela il vostro core quest'atto di bontà.
Notaro Steso è il contratto. Le firme... Don Pasquale Ecco la mia. (sottoscrivendo con vivacità) Malatesta (conducendo Norina al tavolo con dolce violenza) Cara sorella, or via, si tratta di segnar. Notaro Non vedo i testimoni, un solo non può star. Mentre Norina sta in atto di sottoscrivere, si sente la voce di Ernesto dalla porta d'ingresso. Norina lascia cader la penna. Ernesto (di dentro) Indietro, mascalzoni, indietro; io voglio entrar. Norina Ernesto! Or veramente mi viene da tremar! Malatesta Ernesto! E non sa niente; può tutto rovinar!
L’ingresso del notaio è commentato da un motivo pomposo. Partecipano a turno tutti i fiati dell’orchestra. Gli archi invece accompagnano il canto quasi parlato di Malatesta. Tutta la scena si svolge su una musica gioconda e spensierata. Finché il clima si rannuvola per l’arrivo di Ernesto, che non sa dell’imbroglio ed è furioso.
3. La terza pagina ci presenta i due innamorati, Ernesto e Norina, che si dicono parole gentili, quando ormai l’imbroglio è chiarito. Mentre le scene precedenti si svolgono di giorno nella dimora di Don Pasquale, questa si svolge all’aperto, di notte. È la sesta scena, verso la fine del terzo atto. Ernesto Com'è gentil la notte a mezzo april! È azzurro il ciel, la luna è senza vel: tutto è languor, pace, mistero, amor, ben mio, perché ancor non vieni a me? Formano l'aure d'amore accenti, del rio nel murmure sospiri senti; il tuo fedel si strugge di desir; Nina crudel, mi vuoi veder morir! Poi quando sarò morto, piangerai, ma ritornarmi in vita non potrai. Coro (di dentro) Poi quando sarà morto, piangerai, ma ritornarlo in vita non potrai. Norina esce con precauzione dalla parte del belvedere, e va ad aprire a Ernesto, che si mostra dietro il cancello. Ernesto è avvolto in un mantello che lascerà cadere.
Il venticello porta parole d’amore. Nel mormorìo del fiume senti sospiri . Il tuo innamorato spasima di desiderio.
Com’è gentil: così inizia la serenata di Ernesto a Norina, accompagnata dalla chitarra. Donizetti riprende qui i modi della canzone popolare italiana dell’Ottocento. Un elemento inaspettato s’inserisce, il coro: che possiamo intendere come formato dai sostenitori di Ernesto, i suoi fan.
Ernesto e Norina Tornami a dir che m'ami, dimmi che mia/mio tu sei; quando tuo ben mi chiami la vita addoppi in me. La voce tua sì cara rinfranca il core oppresso: sicuro/sicura a te dappresso, tremo lontan da te.
Quando dici che sono il tuo bene, raddoppi le mie emozioni.
Il duetto procede in modo classico, a voci che corrono prima parallele, omoritmicamente. Su La voce tua sì cara passano ad alternarsi in contrappunto. Sono due modi diversi di affermare l’affiatamento amoroso dei due personaggi.
Discografia consigliata - Don Pasquale, direttore Roberto Abbado, Munich Radio Orchestra and Bayerischer Rundfunk Chorus, 1993 RCA - Don Pasquale, direttore Riccardo Muti, Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, 1994 TDK - Don Pasquale, direttore Nello Santi, Zurich Opera House Orchestra and Chorus, 2006 Decca
Per ascoltare i brani su youtube Edizione Teatro alla Scala 1994 diretta da Riccardo Muti Quel guardo il cavaliere http://www.youtube.com/watch?v=83pRgYhANK8&feature=related
Fra da una parte et cetera http://www.youtube.com/watch?v=M-rKI4QUEWA&feature=related [dal minuto 9’44’’]
Com’è gentil… Tornami a dir che m’ami http://www.youtube.com/watch?v=IvAKOKjtOcc&feature=related [dal munito 2’14’’]
Vi ricordiamo che i contenuti degli elaborati dovranno essere: Scuola primaria: • un disegno liberamente ispirato a uno o più brani musicali tra quelli indicati nella dispensa. Scuola secondaria: • un figurino (disegno di un modello di costume scenico) • un bozzetto (disegno preparatorio di una scenografia) • una locandina ispirati ai brani musicali indicati nella dispensa. In formato A3 o A4 E dovranno pervenire presso Accademia Teatro alla Scala entro il 27 aprile 2012
BUON LAVORO!