Corso di TECNICA PER IL PIANO URBANISTICO a.a. 2008-2009 Arch. Claudia de Biase
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Il
DI 1444/68 stabilisce che la quantità minima inderogabile di spazi da destinare a parcheggio è pari a 2.50 mq/ab
(in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall'art. 18 della legge n. 765 pari a 1 mq ogni 20 mc di costruzione - Poi modificato dalla L 122/89 in 1 mq ogni 10 mc).
Nel
caso in cui non si riescano a reperire le aree per parcheggi nelle ZTO A e B, l’indice può essere ridotto a 1.25 mq/ab. Nelle zone D la superficie a standard (senza specificare che % a parcheggio) è pari al 10% della superficie fondiaria. Nelle zone a carattere commerciale e direzionale 40 mq ogni 100 mc di sup lorda di pavimento, con una riduzione possibile a 20 mq ogni 100 mc in zone A e B
Il dimensionamento di base dei parcheggi deve partire dalla dimensione base di un’ automobile. Le dimensioni medie di un’automobile europea è pari a 4.50 m di lunghezza per 1.80 di larghezza, con una tendenza all’aumento. Pertanto de dimensioni medie di un posto auto sono pari a circa 5 m di lunghezza per 2.50 di larghezza.
La realizzazione di un’area o di un edificio adibiti a parcheggio può avvenire attraverso due tipi di distribuzione, in rapporto alla dimensione e alla forma dell’area da adibire a parcheggio: a
sviluppo orizzontale (parcheggi in superficie, a raso o a livello) a sviluppo verticale (parcheggi interrati, in elevazione, misti).
La distribuzione dei parcheggi a raso può essere in linea (inclinazione di 0° rispetto all’asse della corsia di accesso), a 30°, 45°, 60° e 90° (in questi casi si parla di parcheggi a pettine o a spina di pesce o a dente di sega).
parcheggio in linea è il più utile soprattutto in ambito urbano, visto che occupa poco spazio in senso trasversale, quello a pettine a 90° è conveniente quando si hanno due file servite da una sola corsia mediana, quello a 60° quando c’è un’unica fila servita da un’unica corsia, quello a 30° è utilizzabile quando esiste una corsia molto stretta, quello a 45° o a spina di pesce è usata specialmente nelle autorimesse per il buon rendimento delle superfici disponibili il
La disposizione che occupa meno spazio è quella a pettine a 90°. L’autore, infatti, propone la seguente tabella Inclinazione 0° 30° 45°
Spazio globale necessario per posto: mq
Fila semplice 28.2 38.0 30.4
45° a incastro 60° 90°
28.0 24.1
Fila doppia 19.2 30.5 24.13 21.0 21.7 17.8
A queste annotazioni si deve aggiungere la distanza necessaria da rispettare tra una fila e un’altra, necessaria per compiere una manovra. Secondo alcune ricerche è stato riscontrato che il posto auto perpendicolare al senso di marcia all’interno della corsia è quello più problematico dal punto di vista della manovra e quindi dei tempi di utilizzo; in questo senso i parcheggi più funzionali sono senza dubbio quelli a dente di sega
I parcheggi, oltre ad essere classificabili in base alla forma architettonica, sono distinguibili anche in base alla funzione che svolgono.
parcheggi
di scambio con i sistemi di trasporto collettivo; parcheggi situati al di fuori dei centri storici, utili per la fluidificazione del traffico, parcheggi utili all’uso delle aree pedonali o a traffico limitato (DM 41/90) parcheggi pertinenziali privati da realizzarsi su aree comunali (art. 9, L 122/89) (Amoretti, 1993)
i
parcheggi terminali, usati per le lunghe soste; i parcheggi scambiatori, collocati ai margini del centro urbano o storico, usati per scambiare mezzo di trasporto e incentivare l’uso di mezzi pubblici, parcheggi a rotazione, destinati agli utenti che compiono brevi soste. (Leonardi, Dispense del corso di Infrastrutture Viarie Urbane e Metropolitane,
)
Università degli studi di Catania, A.A. 2005/06
I
Parcheggi terminali vengono usati per soste molto lunghe; I Parcheggi scambiatori servono ad incentivare l’uso del mezzo pubblico e devono essere collocati ai margini del centro urbano o al contorno del nucleo storico; I Parcheggi a rotazione servono per le soste brevi (in presenza di attività commerciali);
Per analizzare l’influenza complessiva che il parcheggio delle vetture ha sull’assetto complessivo della mobilità urbana, bisogna innanzitutto soffermarsi sulle due principali attività caratterizzanti il parcheggiare.
Queste due attività sono la fermata e la sosta.
Gli
spazi di fermata sono quelli che più comunemente si trovano nella maggior parte delle città; sono collocati in tratti della corsia stradale, posti lateralmente a contatto con il marciapiede e riservati ai veicoli fermi. Possono essere, anche se meno frequentemente, costituiti da rientranze nel marciapiedi.
La
larghezza degli spazi di fermata si può limitare a 2,00 m per traffico di solo autovetture, può arrivare al massimo di 3,00 m per il traffico pesante. Per determinare la lunghezza dello spazio di fermata, bisogna considerare gli spazi richiesti per le manovre di accostamento e di allontanamento.
Si
possono distinguere due diversi tipi di spazi di fermata: una tipologia che prevede un distanziamento tra le vetture, tale da consentire ad ognuna di esse l’accostamento e l’allontanamento con manovra diretta; una tipologia che prevede un distanziamento tra le autovetture, tale da ammettere che si ingombri la carreggiata stradale per manovre di inserimento e di uscita.
È buona norma comunque prevedere tale tipologia di parcheggio lontano da incroci o da zone di traffico caotico, perché il traffico stesso viene reso più difficile dalle auto in manovra.
autorimesse a rampe suddivise in: a rampe rettilinee a senso unico (sui lati opposti del piano di parcheggio, sullo stesso lato del piano di parcheggio, tra piani sfalsati); a
rampe rettilinee a doppio senso (sui lati opposti
del piano di parcheggio, sullo stesso lato del piano di parcheggio, tra
); a rampe elicoidali a senso unico (continue: piani sfalsati
sovrapposte o concentriche; discontinue: separate e sovrapposte
);
a rampe elicoidali a doppio senso (continue; discontinue e sovrapposte);
Lo sfruttamento a raso delle aree è quello più economico al punto di vista del costo dell’impianto e della manutenzione, ma poco conveniente dal punto di vista dello sfruttamento dell’area. La realizzazione in sotterraneo, invece, seppur giustificata dal punto di vista dello sfruttamento dell’area superficiale, risulta di maggiore onerosità costruttiva, implicando non solo le opere di scavo ma anche quelle di impermeabilizzazione che fanno lievitare notevolmente i costi.
Il parcheggio che appare il più razionale dal punto di vista dell’utilizzazione dell’area e dei costi è quello in elevazione che, però, presenta il problema non trascurabile di doversi inserire come un nuovo edificio tra quelli esistenti (ciò, spesso, nei centri urbani è molto difficile).
A completamento delle caratteristiche che deve possedere un parcheggio esterno, non va dimenticata l’importanza dell’arredo verde
Le essenze arboree sono fondamentali per: mascherare le automobili, per il mantenimento del microclima (filtraggio delle sostanze gassose emesse dei veicoli), per la creazione di un movimento (le piante sono elementi mutevoli e viventi e cambiano l’aspetto del luogo ove sono posizionate durante l’arco dell’anno), per l’attenuazione delle temperature estive e come barriere cromatiche e architettoniche
Nel caso in cui nei parcheggi si voglia prevedere dell’alberatura, bisogna ricordare che si devono scegliere alberi: con la chioma ampia e folta per garantire l’ombra necessaria; privi di frutti voluminosi o pesanti per non creare danno alle autovetture; che non attraggono uccelli; che non producano resine o altre sostanza imbrattanti.
Secondo
il DM 384 del 1978 un posto ogni 50 nei parcheggi pubblici deve essere riservato ai disabili.
“I
posti per disabili devono avere una lunghezza pari a 1.70 per l’auto 1.30 per il libero movimento del minorato negli edifici pubblici e 1.70 per l’auto e 1.50 per il movimento negli edifici privati aperti al pubblico”
Tale posto auto deve avere larghezza non inferiore a 3,20 m e deve essere riservato gratuitamente al servizio di persone disabili; il medesimo stallo deve essere opportunamente collegato al marciapiede o al percorso pedonale
per i posti auto riservati disposti parallelamente al senso di marcia, la lunghezza dello stallo deve essere tale da consentire il passaggio di un utente su sedia a rotelle tra un veicolo e l’altro; il requisito si intende soddisfatto se il posto auto ha lunghezza almeno pari a 6 m ; in tale situazione, il posto auto per disabili può mantenere una larghezza pari a quella dei normali posti auto.