Analisi biomeccanica in pazienti portatori di dispositivi

S.B. Brotzman: “Riabilitazione in ortopedia e ... “Confronto tra protocolli Nazionali e Internazionali per la riabilitazione dopo primo impianto di pr...

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RELAZIONE SCIENTIFICA DELLA PROGETTO DI RICERCA

Analisi biomeccanica in pazienti portatori di dispositivi ortopedici Introduzione L’artrosi è una malattia degenerativa che colpisce le articolazioni iniziando dalla cartilagine ialina ed estendendosi progressivamente a tutti i tessuti articolari. Esiste una forma primitiva (multifattoriale) e secondaria (post-traumatica, artrite reumatoide, artropatia emofilica, ecc). L’artrosi è una delle più comuni cause di invalidità che incidono maggiormente sulla spesa sanitaria. In Itali ad esserne colpito sono circa 4 milioni di italiani ogni anno al di sopra dei 65 anni di età. Le articolazioni che risultano maggiormente colpite sono le anche (coxartrosi) e le ginocchia (gonartrosi) che nelle forme iniziali possono essere contrastate con approcci conservativi purché diagnosticate precocemente e trattate adeguatamente. Nelle forme gravi l’approccio elettivo risulta essere la chirurgia protesica (protesi totale d’anca e di ginocchio) che oggi è considerata tra i più importanti e risolutivi interventi della chirurgia moderna. Infatti, oltre il 95% dei casi trattati mantengono un risultato ottimale anche a lungo termine. Il paziente affetto da coxartrosi o gonartrosi sente dolore nella maggior parte delle attività quotidiane in relazione alla progressiva degenerazione articolare che caratterizza la storia naturale della malattia. In tal senso sono presenti importanti limitazioni nel salire e scendere le scale, nel camminare, nell’utilizzare i mezzi di trasporto e in tutte le attività quotidiane in cui le articolazioni sono sottoposte al carico. L’artrosi può essere diagnosticata con un attenta valutazione anamnestica e ricorrendo alle valutazioni strumentali moderne (TAC, RMN) che, a differenza della tradizionale RX, permettono di cogliere quelle alterazioni strutturali allo stadio iniziale spesso asintomatiche che se trascurate possono condurre inevitabilmente a uno stadio di artrosi conclamata. Materiali e metodi Il nostro progetto di ricerca prevede le seguenti fasi: 1. Selezione di pazienti con artrosi grave di anca e/o ginocchio destinati alla protesizzazione. I pazienti verranno suddivisi in due gruppi: il gruppo A (artrosi di anca) e il gruppo B (artrosi di ginocchio). Saranno esclusi dallo studio i pazienti con compresenza di patologie neurologiche o ortopediche che potrebbero impedire o interferire con l’esecuzione delle valutazioni strumentali del cammino. 2. Valutazione ortopedica e biomeccanica prima dell’intervento di artroprotesi: esame clinico ortopedico, esami strumentali (radiologia tradizionale, talvolta ecografia, TC e RM), questionari e scale di misurazione delle patologie d’anca e ginocchio: questionario dello stato di salute e della qualità della vita mediante lo SF-36 (Short Form 36 Healt Status Survey) e la VAS (Visual Analogue Scale); scale di valutazione specifica per artrosi di anca e ginocchio (WOMAC, Harris Hip Score, knee Society Score); la funzionalità articolare e muscolo-scheletrica (AAOS) e analisi biomeccanica del cammino mediante pedana baropodometrica e accelerometro wireless. 1

3. I pazienti selezionati saranno sottoposti ad intervento di artroprotesi d’anca o di ginocchio con tecnica chirurgia mininvasiva e la navigazione. Questo tipo di approccio limita al minimo il danno tissutale, consentendo di ridurre i tempi di recupero e favorendo un rapido ritorno alle attività quotidiane. Il paziente dopo l’intervento in ortopedia a secondo delle condizioni cliniche può essere avviato ad un percorso riabilitativo. Già nel reparto ortopedico, fin dalla prima giornata, inizia specifica mobilizzazione e nursing riabilitativo, successivamente, 3-6° giornata, il paziente viene avviato a specifico percorso riabilitativo rappresentato: reparto riabilitazione intensiva intraospedaliera cod. 56 e trattamento riabilitativo ambulatoriale e/o domiciliare. La procedura chirurgica prevede un controllo ortopedico dei risultati dopo 4-6 settimane dall’intervento. Nel caso che il chirurgo ne ravveda la necessità può inviare il paziente dal fisiatra per la valutazione di eventuali ulteriori prestazioni riabilitative. 4. Valutazione ortopedica e biomeccanica a 3 e 12 mesi dopo l’intervento. 5. Elaborazione dei dati e analisi statistica 6. Relazione finale Strumentazione e procedura per l’analisi della cinetica e della cinematica del cammino La valutazione della cinetica e della cinematica del cammino saranno fatte con la pedana baropodometrica modulare e con un accelerometro. Le due strumentazioni permettono di registrare l’intero ciclo del passo e identificare i seguenti parametri: in statica: distribuzione del carico, pressioni plantari, rotazione dell’asse corporeo trasversale, superficie d’appoggio plantare. in dinamica: traiettoria del centro di pressione (CoP), distribuzione dei carichi, angolo del passo, superfici plantari, curve di forza, velocità del passo; durata dell’intero ciclo del passo, durata del doppio appoggio, del singolo appoggio, durata del semipasso, durata dell’oscillazione, cadenza. Per l’acquisizione dinamica delle pressioni plantari, sarà utilizzato il protocollo two-step gait, che pur mostrando la stessa affidabilità del mid-gait protocol, richiede meno prove. Il protocollo twostep gait permette al paziente di appoggiare il piede sulla pedana al secondo step con una velocità costante che rispecchia la funzione del piede durante il passo. Saranno escluse le prove che non risulteranno soddisfacenti a causa di un mal posizionamento dell’appoggio o di una alterata registrazione. Per ogni prova registreremo tre camminamenti e successivamente calcoleremo la media. RISULTATI ATTESI Nelle esperienza clinica i risultati cinetici e cinematici del cammino in pazienti protesizzati di anca o ginocchio, appaiono molto favorevoli dal lato soggettivo, necessitando peraltro di essere validati con sistemi strumentali come quelli utilizzati per lo studio in oggetto. In tal senso la chirurgia mininvasiva e la navigazione rappresentano il più avanzato approccio chirurgico che, limitando al minimo il danno tissutale, consente di ridurre i tempi di recupero e favorisce un rapido ritorno alle attività quotidiane. Bibliografia

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